martedì 30 novembre 2010

Risposta a Lucia su Saviano e Maroni

ciao Lu,
scusa se sono prolisso ma scrivendo non ho fatto caso al numero dei caratteri e così ho dovuto fare un post a parte (tu lo sai quando parlo)!
Dunque:
un blogger (sempre se davvero mi possa identificare come tale) non per forza deve verificare la veridicità di ciò che scrive perchè non è un giornalista, non lavora per nessuno tranne che per i suoi lettori.
Se spara cavolate se ne assume la totale responsabilità e non viene più letto.
Dunque non per forza deve seguire una trasmissione che a pelle non gli piace, ma appunto per questo approfitta del blog per scrivere che la trasmissione in voga e guardata da 9 milioni di persone, a lui non gli piace!
Maroni ha fatto bene a sfidare Saviano. Prima gli ha arrestato Iovine, il suo peggior nemico, e poi è andato a dire che se conosce nomi e cognomi di persone colluse, di amministratori in combutta, di funzionari del partito fiancheggiatori parli, lo dica apertamente, vada in una procura e lo dica perchè che c'è la n'drangheta al Nord lo sanno tutti!Da un momento all'altro anche Grillo gli ha detto: "insomma Roberto fai almeno mezzo nome"!
Ribadisco che a me non è dispiaciuto affatto che Saviao lo dicesse, tuttavia, cara Lucia, quando parli in tv devi stare attento a quello che dici perchè anche involontariamente "induci" lo spettatore a pensare, pensare, pensare la linea implicita che vuoi far passare tu (vicenda Galasso docet).
E' proprio incredibile come usi il termine "IMPOSTA" in una trasmissione a senso unico, con i Welby e i Coscioni da una parte, con tutti lo star system progressista dei comici rigorosamente divertenti ma rigorosamente antiberlusconiani, con Saviano sindaco d'Italia che dà una botta a Berlusconi e l'altra a Berlusconi.
Quando c'è uno solo, controcorrente, che vuole dire la propria, eccoti che questo viene "imposto": davvero singolare, davvero.
Non c'entra il colore politico di Saviano, anche se, come dice Nando, mi sa che si è montato la testa da quando ha conosciuto, a proprio malincuore, la popolarità.
Tu affermi:"non credo che il suo popolo di riferimento sia la sinistra".
Cara Lucia, basta ad andare a vedere la quantità di appelli e firme raccolte sotto la sua guida con "Repubblica", un quotidiano della destra...certamente!
A proposito del mio presidente, che è anche il tuo a meno che non rinneghi di essere italiana, è vero che non ama il contraddittorio perchè è un presuntuoso e arrogante nell'interloquire in un dibattito ma è pur vero però che se al suo posto io mi dovessi confrontare con chi alla prima occasione mi apostrofa come stragista, mafioso, assassino, ladro, anche io ci penserei...

Concludo su Sciascia e l'antica polemica dei "professionisti dell'antimafia" (vedi su http://www.italialibri.net/dossier/mafia/professionistiantimafia.html).
Leonardo Sciascia nel suo articolo sul corriere della sera del gennaio 1987 fece il nome di alcuni magistrati che avevano usufruito di certi favori da parte della proprio organismo di riferimento per ottenere posti di rilievo nelle più importanti procure del Paese. Tra questi egli fece il nome di un certo Paolo Emanuele Borsellino che ottenne l'incarico per "anzianità di servizio" presso la procura di Marsala. L'obiettivo di Sciascia non era Borsellino; infatti lo scrittore, appena ve ne fu l'occasione, in un pubblico convegno, si chiarì e i due si riconciliarono perchè Borsellino da uomo intelligente capì il vero bersaglio di Sciascia ma ormai l'eco giornalistico e scandalistico aveva preso piede i tutto il paese e passò per sempre l'idea che Sciascia ce l'avesse con Borsellino (chissà proprio con lui poi...).
L'obiettivo di Sciascia era il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) cara Lucia. Quell'organizzazione autoreferenziale (che guarda e giudica se stessa) che opera senza tener conto che si tratta di un organismo all'interno del corpo statale e non un'entità a sè.
L'obiettivo era provocare una reazione negli ambienti "alti" della magistratura affinchè le nomine interne non venissero fatte per anzianità ma bensì per merito (cosa che, stai sicura Lucia, Borsellino avrebbe sicuramente ottenuto proprio in virtù del grandissimo operato che aveva svolto come sostituto nella grande Palermo).
Borsellino non aveva bisogno di essere eletto per anzianità ma,al contrario, per merito.
Era questo l'obiettivo di Sciascia, quello di colpire il CSM e il meccanismo delle nomine interne. Pe rafforzare la difesa dello scrittore/polemista siciliano posso annotarti ciò che ha scritto Adriano Sofri recentemente a proposito della polemica:"Va ricordato che la formula del titolo, "I professionisti dell'antimafia", non era stata di Sciascia ma del Corriere" per fare ovviamente più scandalo, aggiungo io.
Cara Lucia, che strano personaggio questo Sciascia, così profetico da prevedere che proprio quel CSM (che lui stesso nell'87 criticò), avrebbe poi bocciato Giovanni Falcone alla nomina di procuratore capo a Palermo e poi come Superprocuratore: Il CSM, proprio il CSM, quell'entità che lo scrittore aveva prima di tutti criticato per la gestione interna!
Quando si dice la lungimiranza degli scrittori maledetti.

Nessuno scrive niente...?




















Ai pm di Palermo, Giovanni Conso (che, all'indomani degli attentati mafiosi, si arrese alla loro minaccia e autorizzò la cancellazione del carcere duro – il 41 bis – per 140 boss mafiosi del carcere dell'Ucciardone) ha detto che la decisione fu presa «in solitudine» da lui per «evitare che ci fossero altre stragi».
È impossibile che un ministro della giustizia del governo Ciampi possa prendere una decisione del genere da solo. E, in ogni caso, la sua motivazione purtroppo conferma che, per paura del peggio, anziché alzare la difesa da parte dello Stato, ha accontentato la mafia.
In un paese normale su quest'ammissione scoppierebbe una santabarbara. Ma Ciampi non attira i fulmini. (Italia Oggi).

E' davvero scandaloso che nessun militante antiberlusconiano scriva qualcosa in proposito. tutti zitti, schisci schisci eppure stavano sfasciando l'italia con un paio di provvedimenti.
La verità è che non c'è stato nessun pentito, o meglio, non è stato utilizzato nessun pentito che fosse disponibile ad inventarsi la storiella del Berlusconi che, prima di scendere in politica, chiede a Conso di annullare i provvedimenti: mi viene il vomito...è più forte di me, non lo so nanananananana cantiamoci sopra...

domenica 21 novembre 2010

Date una mano a Don Salvatore!


Negli anni 80 lo chiamavano "mister 5%" per la sua straordinaria abilità di possedere una quota nelle grandi aziende del capitalismo italiano (da De Benedetti alla Pirelli fino a Pesenti).
Per capire quel che sta accadendo dovremmo conoscere innanzitutto la struttura azionaria del principale gioiello sul quale si fonda l'impero di Don Salvatore Ligresti.
Il gruppo Ligresti si poggia su tre pilatri: assicurazioni, immobili e finanza. Quest'impero viene a sua volta controllato dalla Holding Premafin che fa capo ai suoi figli. Secondo alcuni conti, lo scorso anno quest'ultima ha chiuso con un passivo di 412 milioni di euro.
Nel 2207 il titolo in borsa valeva due euro mentre adesso siamo vicini ad un euro e la relativa capitalizzazione (per capitalizzazione si intende il valore effettivo dell'azienda) è scesa notevolmente passando da 770 milioni di euro circa a 440.
L'attività delle assicurazioni è divisa in due grandi compagnie: la "Fondiaria SAI" e la "Milano" entrambe in rosso nel ramo polizze vita e sinistri, vuoi per la congiuntura economica vuoi per calcoli sbagliati.
Come scrive Stefano Cingolani, un giornalista esperto nell'ambiente "le sue partecipazioni nei grandi gruppi industriali sono compromessi perchè Ligresti è presente in Alitalia, nella società che gestisce gli aereoporti di Roma, Impregilo e RCS ovvero il Corriere della sera).
A livello immobiliare Ligresti si è lanciato nella costruzione di vecchie aree dismesse nel nord Italia come Milano (nuovo compelsso a Porta Garibaldi oltre a centinaia di terreni in costruzione per l'Expo del 2015), Torino e Roma (le torri del quartiere EUR).
A differenza invece degli immobiliaristi tipo Ricucci e Statuto che compravo palazzi nei centri delle grandi città, li ristrutturavano e li rivendevano, Ligresti ha puntato sulle periferie da riqualificare appunto.
Il controllo del suo impero è diviso in parti uguali alle tre figlie e al suo 4° figlio che gestiscono tramite società che hanno sede in Lussemburgo.
Giulia Maria disegna borse, la sua passione.
Dall'inizio della sua cavalcata, a metà degli anni Settanta, Ligresti ha rischiato più volte di andare a gambe all'aria, ma è sempre stato sostenuto e salvato dal fior fiore del mondo bancario, a cominciare da Enrico Cuccia.
L'incontro con il padrino dell'alta finanza è avvenuto per caso, quando don Salvatore era snobbato dal club dei poteri forti e lo chiamavano Totò: "Ero all'aeroporto di Fiumicino - ricorda - aspettando il volo Alitalia per Milano, tradizionalmente in ritardo. E lui si trovava accanto a me. Cominciammo a parlare e abbiamo fatto subito amicizia". Semplice, come le cose vere. Come gli esordi. E' ancora Ligresti a raccontarlo nella prima intervista concessa, nel febbraio 1986, ad Anna Di Martino del Mondo: "Avevo saputo della possibilità di costruire, ma ci volevano 15 milioni e io ne avevo solo cinque. Sono andato al Credito Commerciale, mi ha ricevuto il direttore generale Mascherpa, è stato a sentire e poi mi ha dato dieci milioni. Ho fatto il progetto e ho rivenduto per 50 milioni. Era il 1962" (parte protetta da copyright:Il Foglio).
Salvatore è nato a Paternò in provincia di Catania nel 1932 da una famiglia di commercianti che possedeva anche vasti appezzamenti di terreni come agrumeti e Salvatore viene manato a studiare ingegneria a Padova mentre il fratello più grande, medico, fa carriera dirigendo e acquistando cliniche private.
Si trasferisce a Milano dove conosce un certo Virgillito, suo compaesano, che ha fatto fortuna vendendo le case dei milanesi che avevano lasciato per sfuggire all'invasione tedesca.
Virgillito scala la Liquigas e poi assume Ligresti.
Ligresti viene presentato a Virgillito da un certo La Russa, nonno dell'attuale ministro della difesa, che era parlamentare dell'MSI, il vecchio movimento sociale italiano.
Dopo una serie di fallimenti, Virgillito lascia la Liquigas a Ligresti e da lì inizia l'avventura perchè il ragazzo si mostra davvero in gamba facendo affari con De Benedetti.
Evidentemente non tutto viene fatto alla luce del sole perchè proprio qualche anno più tardi viene rapita la moglie e ci vogliono 600 milioni per pagare il riscatto ad alcune cosce palermitane dei Marchese affiliati a Stefano Bontade.
L'inchiesta però non porta a nulla e Salvatore riesce ad emergere.
Arriva Tangentopoli e anche lui viene travolto dalle accuse, da qui segue la galera, viene messo nella stessa cella di un tossicodipendente e alla fine sconterà la pena con l'affidamento ai servizi sociali.
Tutta questa storia ovviamente gli fa perdere il titolo di onorabilità che è un requisito essenziale nel dirigere una compagnia assicurativa.
Quando però si tratta di comprare la Fondiaria dalla Montedison, la Consob richiede che si venga lanciata un' OPA, cosa che LIgresti non può fare perchè a corto di liquidità. A questo punto viene salvato da Geronzi e Bazoli che lo aiutano nella scalata e lo fanno entrare nel salotto che conta, ovvero quello di RCS Corriere della Sera.
L'aiuto che gli concedono è finalizzato ad evitare che la Fondiaria finisca in mano alla FIAT e così che la figlia stringe un'alleanza di ferro con Profumo che ricambierà il favore concedendo un prestito enorme per una ricapitalizzazione (ecco perchè nella guerra interna all'Unicredit Ligresti appoggia apertamente Profumo).
Nell'ultima battaglia della famiglia Ligresti cìèla possibilità di ricapitalizzare le sue imprese così ha bisogno di soldi.Chi li può dare i soldi? Vincent Bollorè, il finanziare bretone amico di Berlsuconi e presente nella grande Mediobanca.
Nella nuova organizzazione la famiglia Ligresti ha il 36 per cento delle azioni e Bollorè il 25, lui incassa i soldi e riparte, come sempre giocando sul filo del grande capitalismo italiano.

sabato 20 novembre 2010

Tra Saviano e Maroni...


Premetto subito che non voglio schierarmi nelle tifoserie tra i pro e contro Saviano. Per me è una persona alla quale va tutto il nostro rispetto, gratitudine e senso di riconoscenza per tutto quello che ha fatto e che farà nei confronti della mafia.
Non voglio che si ripeta la stessa sorte che toccò a Falcone, odiato da vivo e osannato da morto da quelle stesse persone che avevano detto e scritto peste e corna contro di lui. Quindi sono schietto e sincero: W Saviano ora et semper ma...
Ci sono tante cose che non mi piacciono e che naturalmente non condivido: il narcisismo televisivo, la parzialità dei monologhi.
L'ho bastonato quando credevo che avesse esagerato e quando si atteggia a tribuno della plebe con la presunzione di avere sempre la verità in tasca.
Non condivido la sua scelta di sottrarsi al confronto, al dibattito con altre persone autorevoli che ne sanno almeno quanto lui sulla mafia.
Non mi è paiciuto questo suo schierarsi nettamente a sinistra per compiacere il suo popolo di riferimento, il suo far parte per forza della sinstra perchè è cool ed è figo essere di sinistra più che esserlo di destra, sopratutto una destra Berlusconiana.
Non seguo in televisione il suo programma perchè non lo ritengo interessante e perchè non sono un abituale tv watcher ma seguo ciò che succede dietro e mi sono fatto una mia opinione.
In questo post vorrei soffermarmi sulla polemica tra Saviano e il ministro Maroni.
Saviano da sempre dice cose che tutti sanno ma che nessuno scrive ed ha una capacità di documentazione straordinaria come dimostra il suo best seller Gomorra.
Nell'ultima puntata ha detto che la n'drangheta fa affari al nord, in Lombardia sopratutto, che anche al Nord dunque è presente la mafia e non solo al sud, che anche al nord, nella bianca Lombardia ci sono politici che sono collusi con la mafia, che prendono le tangenti, che fanno le raccomandazioni, che taglieggiano i negozi e le aziende sopratutto nel movimento terra e nell'edilizia.
Bene a Saviano nonostante queste cose si sapevano!
Ma la cosa mi ha fatto lo stesso piacere perchè sono stanco di vedere fiction, di vedere film, di leggere romanzi ambientati in sicilia e nel sud dove non fanno altro che collegare la mafia al territorio meridionale e in particolare a quello siciliano.
Sono stanco e per questo se una volta all'anno c'è una persona che dice di fronte a 9 milioni di spettatori e a chiare lettere che la mafia fa affaroni al nord, a Milano e in Lombardia, non penso che sia da criminalizzare perchè in caso contrario i siciliani dovrebbero boicottare il "Padrino" e i "Sopranos" e denunciare Francis Ford Coppola!
La cosa che mi ha fatto andare i bestia è che Saviano ha commesso lo stesso errore della scorsa puntata dove ha messo in cattiva luce Alfredo Galasso, facendo vedere un filmato dove litigava con Falcone durante una trasmissione inducendo così il telespettatore a pensare che quel Galasso fosse uno dei traditori di Falcone quando Alfredo Glasso è stato un grande magistrato che combattè la mafia quanto Falcone, che difese i familiari delle vittime di Ustica e le famiglie delle vittime di mafia durante il maxiprocesso di Palermo istruito peraltro dal famoso Pool.
Detto questo Saviano, parlando della n'drangheta al nord, ha facilmente accostato la Lega nord alla malavita, e Maroni dunque è stato, anche se indirettamente, chiamato in causa in quanto espressione di quel partito che Saviano dice di essere più o meno colluso, di essere in parte responsabile per le infiltrazioni mafiose negli appalti delle regioni settentrionali.
La cosa che non sopporto è che in questo genere di trasmissioni non ci sia un contraddittorio, un altra persona che dica la sua, che cerca di difendersi.
Così sembra un processo dove c'è il pubblico ministero ma non l'imputato: un processo mediatico insomma!
E' facile come fa Saviano, è facile dire che "chi ce l'ha con me è contro di me, chi ce l'ha con me è un Sandokan o uno Schiavone e fa il gioco della malavita". Così è facile, caro Saviano.
Adesso Maroni ha dovuto, dopo ripetute pressioni e convincimenti, faticare tanto per ottenere una presenza che farà ancora aumentare l'audience e arricchire Berlusconi visto che la Endemol, la società che produce il format, è di sua proprietà, anzi della sua famiglia e delle sue figlie!
Maroni ha dovuto arrestare il boss Schiavone per essere invitato e sicuramente ribatterà colpo su colpo alle accuse lanciate dallo scrittore.
Ma trattare male Maroni e la Lega, un partito che è al governo, un governo che con l'aiuto di magistrati e forze militari più di ogni altro ha fatto contro la mafia, equivale a spezzare il fronte comune contro la mafia..facendo paradossalmente il gioco della mafia.
La stessa accusa che rivolgevano a Leonardo Sciascia quando criticava l'eccessivo protagonismo di alcuni magistrati antimafia. A Sciascia gli rimproveravano il fatto che se criticava l'antimafia, la mafia si rafforzava.
Non è lo stesso paralogismo nei confronti di Saviano? Se critica l'antimafia dei fatti di Maroni non fa un favore alla mafia?

Da ora in poi annoterò tutti poveri disgraziati trucidati...

LIBERTA' PER ASIA BIBI
A cena da amici mi sono imbattuto in una discussione che fortunatamente è durata poco perchè l'atmosfera si stava surriscaldando e lo status di invitato non permetteva uscite fuori dalle righe.
Mi sono trovato a dibattere con carissime persone a proposito dell'islam e dello scontro di civiltà vero o presunto in atto nella società del mondo contemporaneo.
La versione dei commensali era molto morbida e tollerante verso l'islam e la religione degli stati arabi sostenendo che la questione violenza/terrorismo non sia altro che un'interpretazione dei pochi cattivi in confronto dei moltissimi buoni.
La discussione non si è potuta approfondire perchè ci servivano ancora molti opinioi per inquadrare il nostro pensiero. In ogni caso già nelle premesse si era capito che andavamo su binari diversi e separati.
La cosa che più mi ha colpito è che si cercava di minimizzare, quasi negare, la persecuzione che viene ininterrottamente attuata negli stati a maggioranza mussulmana: che il vignettista danese aveva torto, che le minacce a Magdhi ALlam sia ad opere di pochissimi fanatici, ecc...ecc...
Ho avuto l'impressione che si volesse dare un'immagine quasi assolutoria e giustificatrice dettata dalle diverse condizioni di vita, dalla profonda diversità culturale ecc..ecc...
Ovviamente non mi dilungo anche perchè non sarebbe corretto nei confronti degli amici qualora leggessero e potrebbero aggiungere altre cose che sono state dette a riguardo. Dunque con questo blog, grazie al blog, da ora in poi lancerò appelli virtuali affinchè si sottolineino le condizioni che i cristiani patiscono nel mondo mussulmano.
Da oggi e tralascio gli altri centinaia di casi precedenti ma non per questo non meritevoli della nostra più totale compassione e preghiera, si inizia per chiedere la libertà di Asia Bibi.
Asia Bibi è stata accusata da un tribunale pakistano di blasfemia, un reato presente nel codice penale pakistano e in quasi tutti i codici degli stati mussulmani.
Asia è stata prima definita "impura" cioè non mussulmana e poi è accusata di aver offeso Maometto quindi imprigionata e picchiata e non si sa se torturata (ma ormai che ci siamo non lo possiamo neanche escludere del tutto).
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno si è proposto di lanciare un'iniziativa popolare a riguardo e il Papa ha già lanciato il proprio monito.
L'art. 285 del codice penale di questi regimi è solo una scusa, uno strumento in mano ai governi per eliminare le minoranze religiose e ci sono organizzazioni internazionali le quali riferiscono che l'85% delle accuse si rivelano false ed infondate.
Non ci sono solo i regimi islamici alla testa di queste persecuzioni, bisogna anche menzionare regimi quali Cuba o la Cina che fanno dell'ateismo di stato la propria religione.
Ricordiamo sempre le parole nel vangelo:" come hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi" e ancora:" Beati voi, quando vi perseguiteranno e, mentendo, diranno male di voi per causa mia"

Determinazione teutonica

Mezza Europa, compresa l'Italia, ce l'ha con la cancelliera Angela Merkel.
Quest'ultima è accusata di pretendere austerità, rigore e stabilità dei conti pubblici nei paesi della zona euro. A loro volta gli stati si difendono dicendo che la Germania, da sempre principale motore economico europeo e grande sostenitore dei conti in ordine, abbia approfittato della sua forza per imporre un euro debole per far respirare le proprie aziende numero uno al mondo per volumi e quantità di merce esportata.
Sarebbe così, anche noi dovremmo beneficiarne poichè siamo solo secondi dietro loro per quantità di esportazioni, eppure tra noi e loro la differenza è abissale.
Una delle paure della Germania è derivata dal fatto che una volta che gli stati entrano in crisi, secondo gli accordi strappati dall'Italia, Spagna, Portogalllo, Grecia, Irlanda e Francia all'Ecofin, dove si è creato un fondo europeo salva stati per sostenere gli stati in difficoltà, è il fondo che dovrebbe intervenire e il fondo è finanziato dagli stati in proporzione al valore del PIL prodotto..quindi più dalle altre dalla Germania! Perchè il contribuente tedesco dovrebbe pagare per errori e lassismo degli altri governi europei?
La verità è che con l'attuale crisi degli stati che nom sembra arrestarsi anzi viene alimentata dalla nuova crisi irlandese, i governi hanno lasciato andare un pò troppo i propri conti pubblici sforando il rapporto deficit/PIL.
Questo è vero e su questo la Merkel ha ragione perchè se davvero teniamo all'euro allora le finanze devono essere messe a posto per attirare la fiducia dei mercati.
Nel caso dell'Italia per esempio, la Merkel giustamente ci critica perchè in 18 anni, dalla firma del trattato di Maastricht, siamo partiti con un rapporto tra debito/PIL al 108% e siamo arrivati all'attuale 118% NONOSTANTE I 14 PUNTI DI PIL INCASSATI GRAZIE ALLE PRIVATIZZAZIONI di questi ultimi anni.

L'ENNESIMO MIRACOLO TEDESCO

Per meglio comprendere le ragioni della Merkel basta andare a guadare i sacrifici e gli sforzi sostenuti da questo paese negli ultimi anni.
La crisi del 2008 ha toccato la Germania come tutti gli Stati ma la verità che i tedeschi avevano già messo tanto fieno in cascina negli anni passati.
Basta solo pensare che appena nel 2004/05 la Germania ha accumulato 5 milioni di disoccupati perchè ha deciso di delocalizzare le industrie con un alto tasso di manodopera ad est o addirittura all'estero investendo però su un settore altamente tecnnologico e ad alta richiesta di personale specializzato.
La cosa in quel tempo sembrò una pazzia e infatti l'allora cancelliere Scroeder in netto vantaggio alle lezioni lasciò il paese in una sorta di pareggio politico/elettorale causato appunto dallo scontento di mezza Germania.
Adesso la Germania ha 3 milioni circa di disoccupati, secondo i dati disponibili, il numero più basso da 18 anni a questa parte.
Ecco perchè adesso i tedeschi, dall'alto della propria sicurezza, impartiscono lezione di austerità e rigore!

Libri da leggere

Negli ultimi giorni in America è uscito un libro dal titolo lungo ma accattivante per chi volesse conoscere il meccanismo interno della politica americana e in particolare l'organizzazione interna allo staff del presidente Obama.
Il titolo del libro è:" Revival. the struggle for survival inside the Obama White House" ovvero "Rinnovamento. Lo sforzo per sopravvivere dentro la Casa Bianca di Obama".
Ho letto la recensione su un quotidiano e direi che è un libro davvero interessante perchè è scritto da un giornalista esperto, un cronista politico che in Italia sarebbe chiamato "squalo" del Transatlantico, ovvero colui che raccoglie le indiscrezioni dei politici mentre discutono privatamente nel corridoio dal pavimento blu di Montecitorio, giornalisticamente battezzato transatlantico appunto.
Il libro riporta le dichiarazioni ed i fatti accaduti all'interno dello staff del presidente, il magnifico staff che ha plasmato e creato la straordinaria campagna elettorale che ha portato Obama alla vittoria contro la potentissima Clinton prima e Mc Carthy dopo..
Si inizia con il consigliere economico Larry Summers che fu anche ministro economico nel 1999 con Clinton, che si è appena dimesso per andare a ritornare ad insegnare all'Università di Harvard.
Si conclude con il grande capo staff Ralph Emanuel, anch'egli dimessosi a seguito di alcune incomprensioni.
Un altro libro interessante sempre sullo stesso argomento sembra essere quello uscito un paio di settimane fa in america scritto da Noam Chomsky.
Egli appartiene al radical left, ovvero alla sinistra radicale delusa da Obama. Anche in questo caso il titolo è interessante:"America, no we can't".
Raccontano che la parte finale del libro sia una critica feroce ad Obama considerato dallo scrittore "ostaggio di una squadra a sua volta tenuta in pugno dai conflitti di interesse e dal grande capitale, capace di manipolare l'azione del governo orientando i media". Capito bene? "orientando i media"..ma allora non solo in Italia abbiamo un dittatore che controlla le tv e manipola le menti delle persone!

L'odio e la violenza.

Politica&Società

Il fango non c'entra. Il fango, se c'è, lo puoi togliere di dosso, è un elemento che ti si appiccica addosso ma non penetra a fondo. Insudicia ma non ferisce. Colpisce ma non morde, perchè col tempo il fango se è fango si indurisce e cade da solo.
La macchina del'odio invece ha fatto schizzare la violenza verbale verso temperature altissime. I social network poi sono diventati vere e proprie discariche verbali dove chiunque si ritiene titolato ad esercitare la più disinibita arte dell'insulto: le parole si trasformano in proiettili di cartucciere distribuite senza licenza.
Gradualmente si sostituisce la famigerata legge del beduino: il nemico del mio amico è mio amico e il nemico del mio nemico è mio amico!
Nel ring del dibattito tutto è permesso: la denigrazione, l'insulto, la degradazione personale, la diffamazione e i sigilli di infamia.
Attualizzando il dibattito sociale dei nostri tempi possiamo dire che l'amico di un tempo diventa all'improvviso servo, sciocco, cameriere del potente di turno, vittima da scannare e il suo scalpo il trofeo da gettare sul tavolo al centro dell'osteria.
L'odore sanguinolento dello scannatoio che come prima regola è non avere regole.

Pensiero liberamente tratto dall'intervento di Angelo Mellone. Sono ripresi alcuni concetti dello scrittore/giornalista.

domenica 31 ottobre 2010

E LI CHIAMANO PURE MALACARNE!


Nel giugno del 2008 la procura di Palermo apre un'inchiesta per "favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra" contro Mario Mori.
Di cosa è accusato e sopratutto chi è Mario Mori.
Comandante del gruppo carabinieri di Palermo, poi comandante dei ROS (Raggruppamenti Operativi Speciali) e infine numero uno del SISDE, il servizio segreto civile.
Il destino di questo ufficiale militare triestino è collegato ad un codice: 2789/90, un numero in serie che ricorrerà spesso in questo post.
Il più importante successo di Mori arrivò il 15 di gennaio 1993 di fronte al numero 54 di via Bernini, a Palermo, quando il generale fece arrestare lui, il capo dei capi: Totò Riina.
Paradossalmente però accade che l'arresto del mafioso più ricercato al mondo non coincide con la perquisizione della sua abitazione. Molti pensano che la mancata perlustrazione fosse un modo come un altro per dare la possibilità ai mafiosi di ripulire l'abitazione e di cancellare le proprioe tracce.
Mori sostiene che fu la procura a non dare l'ordine di perquisire ma nonostante ciò nel 1997 si apre un'altra inchiesta "per sottrazione di doucmenti e favoreggiamento" contro ignoti.
Nel 2002 i pm Antonino Ingroia e Michele Prestipino firmano la richiesta di archiviazione gettando allo stesso tempo ombre sul colonello Mori e su Sergio De Caprio (l'ufficiale che ha lavorato a fianco di Mori e che ammanettò Riina).
Così nel 2004 si riapre l' altra inchiesta, questa volta contro Mori e De Caprio.
Dopo essere stato assolto per favoreggiamento sembra tutto finito e invece viene indagato ancora una volta. Questa volta ad accusarlo è il colonnello dei carabinieri Michele Riccio che diventa il teste di acusa della procura.
La storia è curiosa e viene così brevemente descritta.
Curiosa perchè il colonnello Riccio accusa Mori, ma anni prima fu lo stesso Mori a denunciare Riccio per la famosa "Operazione Pantera". Così Mori si trova sotto processo sulla base di un'accusa sostenuta da una persona da lui stesso denunciata anni prima.
"L'Operazione Pantera" portò al sequestro di una partita di pesce congelato con 288 tonnellate di cocaina proveniente dalla Colombia. Questo provocò a Riccio due reati: "detenzione e occultamento di stupefacenti" perchè si scopri che nel sequestro sparirono 5 kg di cocaina destinati alla distruzione.
Mori denunciò l'accaduto e dopo che Riccio fu condannato a 4 anni e 10 mesi nel 2001 Riccio chiese al pm di essere ascoltato sui gravi fatti riguardanti la mancata cattura di Provenzano e la morte del tenete Ilardo. La storia di Ilardo è misteriosa.
Riccio sostiene che il suo informatore, Ilardo appunto trovato morto pochi mesi dopo, offrì la possibilità di catturare Bernardo Provenzano.
Ilardo e Riccio si trovavano allo svincolo di Mezzojuso, un paesino in provincia di Palermo, e si erano appostati in attesa del via libera che avrebbe dovuto catturare "Zu Binnu". Via libera che non arrivò mai perchè Mori non autorizzò l'intervento.
La versione di Riccio viene subito contestata da un altro collega e ufficiale, il tenente che nel ''95 prestava servizio presso i ROS di Caltanissetta, il quale ostiene che quel giorno a Mezzojuso, avevano l'ordine di fare dei rilievi fotografici per studiare il territorio e che non c'era nessuna prova che lì si nascondesse Provenzano. La cosa però che crea polemiche e che è presente nel verbale redatto a fine giornata, è che il colonnello Riccio non c'era, non era presente perchè rimasto in ufficio!
Ad ogni modo la procura fece due calcoli e collegò la mancata perquisizione del covo del '93 e la mancata cattura del '95 per confermare la tesi della presunta trattativa tra mafia e stato.
Secondo le tesi di Massimo Ciancimino, Borsellino srebbe stato ucciso perhè era venuto a conoscenza della trattativa e si oppose e la mafia lo fece salare in aria.
Qui ritona il vecchio codice di cui parlavamo all'inizio e che si collega al destino di Mori: 2789/90.
Questo è il codice dell'inchiesta, forse la più grande per dimensioni e conseguenze dopo il maxi processo. E' l'inchiesta che parla di tangenti e che a suo temo fu avviata da Giovanni Falcone che diede esplicito incarico a Mori di coordinarla.
Si trattava di relazioni criminose tra la mafia e gli appalti coinvlgendo parecchi politici del tempo trovando collegamenti nazionali del nord Italia.
Quell'inchiesta non fu presa seriamente in considerazione dal procuratore di allora Piero Giammanco (quello che soffiò la poltrona di procuratore a Palermo proprio a Falcone).
Mori individuò in ogni caso 44 posizoni da prendere in esame ma la procura spiccò solo 5 provvediemnti di custodia cautelare.
Mori chiamò Falcone e a detta di Mori, Falcone tristemente comunicò tristemente che forse si era proceduto i quel modo perchè l' inchieta toccava molti politici e per questa fu ridimensionata.
Pochi mesi dopo la morte di Falcone, Borsellino convocò in gran segreto Mori e il capitano De Donno e insisteva nel riprendere l'inchiesta "Mafia e Appalti".
Borsellino sosteneva che studiando il filone "Mafia ed appalti" si poteva giungere all'individuazione dei moventi della strage di Capaci.
Così il giorno dopo i funerali di Borsellino, a cadavere ancora caldo, la procura di Palermo depositò un fascicolo con una richiesta di archiviazione.
Sopra quel fascicolo c'era un codice fatto di sei numeri: 2789/90.
Era proprio quello: il fascicolo dell?inchiesta ",Mafia ed appalti".

L'ombra della trattativa vera o presunta

Il pentito Gaspare Spatuzza sostiene di aver riconosciuto un uomo dei servizi segreti mentre preparava l'auto che avrebbe fatto saltare in aria Paolo Borsellinoe quindi questo ancora avvalora il fascino romanzesco della presunta trattativa tra stato e mafia.
In realtà i fatti provati dicono che in una lotta contro la mafia si utilizzano tecniche di intelligence che implicano tentativi di infiltrazione e ricerca di confidenti e che proprio queste tecniche portano alla crisi del sistema di Cosa Nostra (fu il pentito Balduccio Di Maggio che all'intenro del furgone dei carabinieri riconobbe Ninetta Bagarella mentre rientrava e suonava al cancello di via Bernini). Sicuramente Mori utilizzò qualche tencica e qualche amicizia all'infuori del sistema, uno di quei "giri" un pò peridoloso che adesso gli crea questi guai.
Il paradosso di questa trattativa è che forse una trattavia ci fu, trattativa tentata dai criminali però il cui risultato è che adsso sono tutti in galera in regime di carcere duro e con diversi ergastoli da scontare.
Cosa avrebbero ottenuto questi mafiosi da questa trattativa? Da questi fantomatici accordi con lo Stato?
C'è chi sostiene che l'obiettivo era quello di cambiare il sistema politico della Prima Repubblica per sostiturilo con uno nuovo e dunque più compiacente con i propri interessi.
Neussno può affermare con un minimo di serietà che negli ultmi 18 anni la lotta alla mafia sia stata attenuata, anzi.
Se si guarda alla realtà dei fatti e non alle minchiate dei pentiti, si registra un successo dello Stato.
Se davvero esistesse una zona grigia, una zona rappresentata da questa trattativa, sui fatti sicuramnte non ha proiettato ombre.

Quindi Mori sta subendo un nuovo processo dopo che è stato assolto in un altro dello stesso genere.
Scrive Massimo Bordin, ex direttore di Radio Radicale e voce della rassegna "Stampa e Regime".
Bordin è considerato uno degli osservatori più attenti delle vicende giudiziarie e mafiologiche d'Italia.
"In un universo ormai scardinato, i superpoliziotti di ieri sono i colpevoli di oggi, e i pentiti, anche i meno credibili, riscrivono la storia secondo un copione che ha già conquistato gli italiani".
Il cronista chiede: la trattativa Stato-Mafia? Bordin risponde:" Secondo loro Mori avrebbe negoziato con Riina. Ma allora com'è possibile che poi, proprio lui, lo ha arrestato? Così come Provenzano. E questo famoso "papello" poi? Non una delle richieste si è realizzata.
La fantomaticca trattativa non ha avuto alcun esito.
I dichiaranti pentiti sono credibili non perchè in grado di provare ciò che dicono ma perchè racontano in modo variopinto quel che abbiamo nel cuore e nel cervello, continua Bordin. Pagati, distribuiscono a piene mani verità secondo schemi della finction cinematografica "romanzesca". Letterale potremmo anche aggiungere noi.
Dice lo storico Salvatore Lupo: "E' sempre succeso che i polizziotti avessero rapporti con i criminali. Quando si parla della trattativa stato/mafia viene da sorridere.
Può esserci un singolo funzionario che per qualche motivo, di servizio o per collusione, coltiva dei rapporti con la mafia. MA lo Stato cosa c'entra?
I rapporti non sono mai verticistici ovvero che riguardano i rispettivi vertici.
La grande politica, la politica che conta e che decide non c'entra nulla con questo anche se i mafiosi anche in buona fede credono sia così.
Credo sia vero, continua Lupo, che Bontade dicesse ai suoi uomini frasi dl tipo:" tranquilli ci penserà Andreotti".
Ma questo non significa che Andreotti fosse un mafioso o avesse rapporti diretti con loro.
Erano semmai i mafiosi ad essere andreottiani. Gente volgare, non certo stupida, ma che ragiona in maniera rozza.
Il professore Lupo esce fuor di metafora:" le bombe le ha messe Riina. E'stato lui a prendere la decisioni. Era funzionale alla sua strategia, che è poi quella che aveva imparato dai suoi pedecessori e che lui stesso aveva già applicato in precedenza come gli omicidi Dalla Chiesa e Chinnici, due personalità di estrema grandezza.
Riina era in difficoltà, puntava all'annullamento del maxiprocesso e avviò le stragi.
Sembra a volte che la si pensi come quel personaggio di Sciascia che nel romanzo dice: la mafia vera non dovete cercarla a Palermo, è a Roma che abita in capo di tute le mafie.

(Fonti: Claudio Cerasa, Massimo Bordin, Radio Radicale, Wipedia Italia).

domenica 24 ottobre 2010

Gli altri come stanno? La Resa dei Conti in Europa


Inghilterra
Lunedì scorso è comparsa una vignetta nel quotidiano satirico inglese che raffigurava il premier britannico David Cameron e un commento in alto con la scritta fuori campo " pare quasi che il premier abbia dichiarato guerra ai britannici"!
Cosa ha fatto di così terribile il giovane rampollo conservatore?
Basti pensare che in un solo giorno ha varato un programma di tagli alla spesa pubblica pari a 83 miliardi di sterline (120 miliardi di euro).
25% di tagli al budget di tutti i ministeri (con la sola eccezione della Difesa, Sanità, Scuola e Aiuti all'Estero ma in ogni caso ridimensionate).
Da qui al 2015 vi sarà un ridimensionamento del personale pubblico pari a 500 mila unità, riduzione agli aiuti per gli affitti, sussidi all'infanzia, per la disabilità.In questo rientra anche l'ordine alla Casa Reale di diminuire le spese del 14% entro i prossimi 3 anni.
Ciò che sorprende è la serietà e la determinazione con la quale il premier sta procedendo in questa battaglia.
Chiuderanno le basi militari britanniche all'estero (a cominciare da quella storica in Germania, aperta nel 1945), sarà posticipato l'ammodernamento degli armamenti a disposizione, a cominciare dei sottomarini nucleari della classe Trident e della dismissione dell'unica portaerei della flotta, la Ark Royal.
Si parla di 17 mila militari in meno e 25 mila civili in forza al ministero della difesa sacrificati. Molti analisti pensano che per i prossimi anni sarà dura imbarcarsi per delle missioni militari complicate e ad alti costi come quelle afghane.
Cosa si ottiene? il piano lacrime e sangue dovrebbe abbassare il deficit dall'attuale 11% al 2%. Mica male...!

SPAGNA
In qualche post addietro, in questo blog ci eravamo occupati delle difficoltà incontrate dal premier Zapatero alla prese con una crisi immobiliare senza precedenti. La situazione a meno di un anno è rimasta pressoché invariata anche se il premier ha effettuato una grande e coraggiosa azione di tagli alla spesa.
Il tasso di disoccupazione è ancora fermo al 20%(sic!), i sondaggi danno Zapatero sotto di 15 punti percentuali rispetto al suo rivale del partito popolare (tra poco ci saranno le elezioni catalane, un test indicativo e storico per il governo e le opposizioni).
Oltre a chiedere agli spagnoli di stringere le cinghia ha ridotto il numero di ministeri a 15. Ha tolto il famosissimo ministero dell'Uguaglianza (accorpato alla sanità)e sacrificato sull'altare dei tagli anche il ministero della Casa.

FRANCIA
La Francia è il paese che più sta vivendo la crisi nel suo aspetto drammatico con fiumi di scioperi generali delle scuole, trasporti pubblici, ore di guerriglia urbana, pompe di benzina vuote, autostrade bloccate, sindacati sul piede di guerra, il tutto contro la riforma che innalza l'età pensionabile.

Queste ovviamente non sono belle notizie, ma rendono maledettamente l'idea di come sia difficile governare in questo contesto di crisi.
Quelli che accusano Tremonti di attendismo o paralisi dovrebbero dare un'occhiata anche a ciò che succede fuori. IL ministro, può avere mille difetti ( e ce li ha, eccome) ma va dato il merito, riconosciuto oggettivamente dalla BCE e da gli organismi internazionali seri, di aver tenuto la barra dritta, di non cedere cioè alle pretese di questo o quel ministro, di congelare e bloccare la spesa pubblica e di fare tagli profondi ma necessari alla cultura, allo spettacolo, alle tredicesime del pubblico impiego. A questo si somma li controllo sempre più asfissiante sulle pensioni di invalidità, sul buono e corretto uso dei fondi europei per il Sud, di aver tirato le orecchie alla Calabria e alle regioni del sud con un deficit sanitario esplosivo ed ingiustificato.
Abbiamo visto cosa è successo in Grecia (vedi post in questo blog) costretta a vendere le banchine dei maggiori porti ai cinesi, le isole alle star di Hollywood e di svendere cioè i gioielli di famiglia per non cadere nel baratro.
Abbiamo visto i numerosi sacrifici che gli europei stanno facendo ma una cosa ci differenzia dagli altri: noi ogni lunedì mattina dobbiamo piazzare più di 100 miliardi di titoli pubblici all'asta in Borsa e se c'è qualche investitore straniero che non compre i nostri titoli del tesoro sprofonderemmo in una crisi economica di proporzioni mai viste.
Se ciò non accade, se gli investitori comprano ancora titoli italiani, questo vuol dire che ancora il nostro sistema tiene, è solido, il sistema creditizio è abbastanza serio, insomma i soldi che i nostri investitori ci chiedono vengono pagati regolamento ogni lunedì mattina a Piazza Affari.
Berlusconi però sembra aver perso quell'ottimismo e quella fiducia che infondeva sempre; sarà la distrazione della diatriba con Fini, fatto sta che per i prossimi due anni non si avranno elezioni, ovvero non ci saranno elezioni regionali che possano frenare qualche azione: era il momento giusto per mettere in pratica una nuova politica economica...appunto, era, non sappiamo se lo sarà un'altra volta.

giovedì 14 ottobre 2010

Per qualche ...turista in più!



Gentile Direttore,

Le chiediamo ancora una volta un po' di spazio per metterla al corrente sugli sviluppi della vita politica a San Marco d'Alunzio. Iniziamo subito dicendole che a San Marco stiamo morendo dal ridere, sì, ci stiamo divertendo un casino, si organizzano spaghettate in piazza, rosticciate di carne, si mangia e ci si racconta barzellette!
La invitiamo a fare un salto e vedrà che ad accoglierla ci sarà una schiera di amministratori in fila indiana e col foglietto in mano che le raccontano le barzellette sui carabinieri, sui giovani e sull'ignoranza che regna sovrana! Dobbiamo dire che non è male come idea: dato che hanno fallito politicamente facendo piangere il loro elettorato, adesso ad un anno dalle elezioni, tentano di far ridere le persone!
Lei se lo immagina Enzo Sindoni e Bruno Mancuso, i quali, in risposta a delle osservazioni critiche sul loro operato, invece di informare la cittadinanza sullo stato del proprio lavoro raccontano barzellette? Pagliacciate a parte, noi invece vorremmo muovere qualche osservazione critica sulla politica turistica messa in atto dall' amministrazione comunale durante l'estate che è appena trascorsa.
Durante gli ultimi 4 anni il nostro paese ha sofferto un calo di turisti permanenti, ovvero quei turisti che soggiornano per un breve periodo a S. Marco d'Alunzio.
Sappiamo tutti che, per le casse del paese, un conto sono gli arrivi, come forse è infatti accaduto, e un conto le permanenze.
Quest’ultime significano “più tutto”, più notti da trascorrere a S. Marco, più pranzi al ristorante, più musei visitati e più consumi, con conseguente e automatico guadagno per tutto l’indotto.
Ma di quale indotto parliamo se il comune non ha attivato nessun canale di guadagno per far respirare le proprie casse e i propri conti pubblici sfasciati dai continui mutui e prestiti?
Quale indotto ha a disposizione il nostro comune se in 4 anni e mezzo non si è pensato di sfruttare la cosa per la quale i turisti vengono a visitarci, ovvero i nostri panorami, installando dei binocoli panoramici a gettoni nei punti strategici e più belli del paese?
Come pensiamo di scucire qualche euro dalle tasche dei turisti se al Castello mettiamo in mostra solo spettacoli, il Tempio di Ercole lo consideriamo nei 10 minuti della festa dell'Annunziata e i campanili delle chiese inutilizzate? Basta vedere in quale stato riversano i pannelli informativi messi di fronte ai monumenti principali: sbiaditi dal sole e illeggibili.
Come dovrebbe fare soldi il nostro comune se preferisce spendere 775 euro per comprare una macchinetta per rilevare le presenze dei dipendenti da installare presso il museo delle Arti figurative Bizantine invece di dotare il museo comunale di più fondi avviando una politica di marketing e pubblicità?
Come mai non è venuta in mente a nessun assessore l'idea di trasformare lo statuto del museo in una fondazione, in modo da dotare la direzione dell'autonomia di cercare contributi privati per farsi finanziare progetti come fanno la maggior parte dei musei?
E cosa dire sulla sorte del Museo Parrochiale?
Allo stesso tempo però si trovano i soldi per l' associazione “Volontari”, per la Pro Loco, per acquistare i giochi a Monte San Giovanni, per comprare, a spese del contribuente, terreni e case.
Come può far soldi il nostro Comune, che di questi tempi deve operare sempre più “come azienda privata” e non come ente pubblico, se ai turisti non si vengono offerti quei servizi ricettivi senza i quali nessuna accoglienza turistica può funzionare?
Abbiamo sempre concordato sul fatto che il nostro paese aveva bisogno di trasformare i propri servizi sportivi in ricettivi quindi mettere a disposizione un campetto da tennis, un servizio bikecity a pagamento, cose che avrebbero dovuto farci guadagnare qualcosa non solo in termini economici ma appunto anche in termini di indotto (prolungando così le proprie permanenze).
Non si riesce a capire per quale motivo il 31 di luglio a Taormina vi si espone un presepe, una rappresentazione della città con le casse piene di monetine che i turisti lasciano come gesto di approvazione dell'arte e dell'artigianato locale, mentre noi li teniamo ben custoditi in qualche scantinato.
In questi 4 anni non si è avuto nessuna traccia di quel tanto conclamato turismo congressuale che avrebbe dovuto portare a San Marco d'Alunzio convegni, incontri, riunioni dei vari consorzi, enti parco ecc...ecc., nessuna iniziativa per far sì che il paese accogliesse sempre più giovani attratti dalle nostre montagne per realizzare un'area camping attrezzata.
Ciò che veramente fa di un paese un sistema organizzato è anche la comodità di parcheggiare, la presenza dei servizi h24, delle nostre strutture sociali.
Tempo fa abbiamo ottenuto un finanziamento per la costruzione dell'asilo nido, ma a distanza di anni rimane inutilizzato ed incompleto, in compenso però il nostro comune paga 516, 46 euro al comune di Torrenova per ogni bimbo aluntino frequentante l'istituto torrenovese.
La cosa sarebbe divertente se non fosse patetica.
La manifestazione dei fabbri d'arte riscuote un discreto successo, con 5 mila euro garantisce un notevole indotto per bar e ristoranti. Ma per il Comune?
Perché non monetizzare questa manifestazione calendarizzando una sorta di fiera artigianale e utilizzare così i nostri capannoni abbandonati piuttosto che tenerci dentro il fieno per gli allevatori?
La parte che più risalta agli occhi del turista è l'immagine estetica del paese, la cura del particolare, l'attenzione per l'arredo urbano.
Questa estate, come ormai da anni, abbiamo ancora assistito nel vedere fuori dai bar ombrelloni e tende a bracci di svariati colori. Sembrava di stare in fiera piuttosto che in pieno centro storico “medievalizzato”.
Sempre a proposito di arredo urbano, a nessun artista aluntino è stato chiesto se fosse stato possibile abbellire con dei murales storici/decorativi le parti nude dei muri del nostro paese sulla scia di quello che hanno fatto a Santo Stefano o a Rocca di Caprileone.
Il risultato è stato che nell'area dove solitamente i turisti parcheggiano le macchine, ad attenderli ci sono dei muri di cemento spogli e tanto tristi (zona aracoeli).
Per ultimo: ci rammarica dover ancora una volta constatare che questo vizietto di abusare dei prestiti non è stato tolto, così ancora una volta ci tocca denunciare quest'ennesimo prestito di 23,000 euro per noleggiare, leggasi noleggiare, una Panda (sic!) per 5 anni e poi ci sentiamo ripetere che il comune non ha i soldi per fare questo o fare quell'altro, o peggio ancora, pagare gli stipendi.
Stipendi dei nostri genitori ovviamente!
Per finire, la parte che stanno recitando i nostri amministratori ci ricorda un aneddoto capitato ad uno studente liceale che, beccato dalla professoressa impreparato in un'interrogazione a scuola, cerca in tutti i modi di spiegare e dare l'impressione di aver studiato. Lo studente è talmente convinto di andare bene e ingannare così la professoressa, che quest'ultima lo lascia finire di parlare e alla fine gli chiede a bruciapelo:" conosci la differenza tra la commedia e la tragedia?", lo studente un pò spiazzato risponde:" certo prof., la commedia fa ridere mentre la tragedia fa piangere".
La prof. con disinvoltura: "no caro, la commedia è quella che stai facendo tu, la tragedia è quella che farò io a fine anno"!
La commedia è quella che stanno recitando oggi i nostri amministratori, la tragedia è quella che faranno gli elettori aluntini tra meno di un anno.

Cordiali Saluti

domenica 12 settembre 2010

Il bisogno del Pallottoliere...!


In merito al manifesto contro i Giovani che gli attuali amministratori hanno pubblicato un paio di mesi fa al quale non abbiamo voluto rispondere tempestivamente per dargli il tempo di ravvedersi e ritornare sui loro passi chiedendo scusa a noi ed alla cittadinanza per l'arroganza e per la falsità delle cose che hanno scritto, siamo obbligati ancora una volta ad intervenire per sbugiardarli.

Innanzitutto per dovere di informazione dobbiamo dire che gli amministratori del nostro paese sono affetti dalla mitomania.
Mitomane è colui che su un particolare vero costruisce un quadro falso. Dunque è vera la cifra dei 53,738,00 euro che loro hanno menzionato ma è falso che rappresenta la quota che loro pagano annualmente per onorare gli interessi sui mutui e prestiti. Ci hanno corretto alcune cifre che noi abbiamo preso sia da una loro delibera di approvazione del bilancio d'esercizio del 28 aprile 2010 a pagina 26 e che riportiamo qui sotto:

Entrate correnti (Titolo I, II, III) Euro 2.538.313,91
Anticipazione di cassa Euro 623.658,16
Percentuale 24,57%

sia dai dati che il ministero dell'Interno pubblica ogni anno e sempre consultabili su questo sito web http://www.finanzalocale.interno.it/sitophp/showQuadro.php?codice=5190480780&tipo=CO&descr_ente=SAN+MARCO+D'ALUNZIO&anno=2009&cod_modello=PCOU&sigla=ME&tipo_cert=P&isEuro=0&quadro=03

SPESE PER RIMBORSO PRESTITI
Codice Importo
Rimborso per anticipazioni di cassa 610.161,00
Rimborso di finanziamenti a breve termine 0
Rimborso di quota capitale di mutui e prestiti 53.738,00
Rimborso di prestiti obbligazionari 0
Rimborso di quota capitale di debiti pluriennali 0
TOTALE TITOLO III 663.899,00


Da queste tabelle si evince proprio che il nostro Comune, nell'anno 2009, chiede un 'anticipazione di cassa ogni anno dal valore di 610,161,00 euro (se c'è stato errore da parte nostra è stato quello di farvi uno sconto di 10 mila e 161 euro poiché avevamo scritto per comodità 600mila) + 53.738,00 che è il dato da loro pubblicato e che trova conferma. Attenzione: il tutto alla voce “Spese per rimborso prestiti”.
http://www.finanzalocale.interno.it/sitophp/showQuadro.php?codice=5190480780&tipo=CO&descr_ente=SAN+MARCO+D'ALUNZIO&anno=2009&cod_modello=PCOU&sigla=ME&tipo_cert=P&isEuro=0&quadro=06

La cosa trova peraltro conferma anche nella delibera della giunta comunale dell'8 gennaio 2010 dove si legge: “gli enti locali possono utilizzare, in termini di cassa, le entrate aventi specifica destinazione per il finanziamento di spese correnti anche se provenienti dall’assunzione di mutuo con istituti diversi dalla cassa depositi e prestiti per un importo non superiore all’anticipazione di tesoreria disponibile ai sensi dell’art.222; [….] Di prendere atto che per l’esercizio 2010 l’anticipazione di tesoreria attivabile dal Comune risulta pari ad Euro 300.617,08”.
Dunque nell'anno 2010 chiederanno alla filiale della banca di Longi un'anticipazione di 300,00 mila euro nel caso di assunzione di mutui e prestiti con enti diversi dalla CDP (abbreviazione per Cassa depositi e prestiti) mentre nel 2009 ne hanno chiesto 600 mila per lo stesso motivo. Nella risposta pubblicata dal sito online GL Press inizialmente gli amministratori hanno ammesso questo ricorso all'anticipazione di cassa per i prestiti, ma successivamentre sono stati presi per le orecchie da persone più scaltre e hanno rilanciato accusandoci di sbagliare cifre. Non sono dei mitomani?
Una cosa deve essere chiara: non abbiamo voluto noi questa guerra di cifre e numeri che annoiano il lettore e interessa relativamente al cittadino.
Noi non li critichiamo perché chiedono soldi alle banche, sappiamo benissimo che i tempi sono duri e gli enti sono sempre penalizzati dai continui tagli ai trasferimenti locali.
Noi ci eravamo solo soffermati sul fatto che ci sembrava una presa in giro tentare di far credere che con con poche migliaia di euro delle loro indennità, gli amministratori pagavano gli interessi sui mutui, infatti abbiamo smascherato l' ennesima bugia. Noi non vogliamo sapere dove trovano questi soldi, noi vogliamo sapere come spendono i nostri soldi.

Non possiamo lasciare che trattino noi e tutta la cittadinanza da ignoranti e dunque siamo costretti ad un' altra precisazione a proposito dei loro stipendi e del loro utilizzo.

Gli amministratori, nell'ultima risposta, hanno scritto precisamente quanto segue: “12 mesi per 5 anni sommano 200.799,00 euro (duecentomilasettecentonovantanove/00), la cifra che questa amministrazione destina in 5 anni alla collettività, di tasca propria”.
Ahi ahi ahi cari amministratori, come direbbe il buon Mike Bongiorno, siede caduti proprio su...su sui conti! Ecco perché state sfasciando il bilancio comunale!
Se la somma è 200.799,00 e voi dite che il 50% ve lo tenete e l'altro 50% lo versate su un conto di utilità sociale a disposizione della collettività, vuol dire che voi versate alla collettività 100.399,00, precisamente la metà, il 50% . La somma esatta che voi in 5 anni destinate alla collettività è 100.399,00 e ciò vuol dire appena 20,000 (ventimilaeuro/00) euro all'anno.
Dunque anche volendo darvi una possibilità di far credere che pagate i mutui di tasca propria...vi siete buttati la pietra sui piedi, perchè i 20,000 euro all'anno che mettete sul fondo della collettività non bastano neanche per contrarre un mutuo per comprare una panda, altro che bagni pubblici al cimitero!!!
20,000 euro all'anno sono cifre che voi gradualmente con una mano dite che li versate per la collettività ma con l'altra piano piano ve li riprendete. Sapete cari cittadini come se li riprendono?
Si riuniscono giorno 23 Giugno 2010 per la giunta, guarda caso tutti presenti (caso raro), nessun assente come dimostra il resoconto pubblicato agli atti, e si votano a favore un rimborso spettante per legge di euro 700,00 per “liquidazione indennità di missione per amministratori e personale dipendente”. Le famose missioni fuori paese! Ci dicono che di tasca propria pagano gli interessi sui mutui che contraggono ma poi quando fanno il viaggetto a Messina chiedono il rimborso!
Questi amministratori tentano di farci il gioco delle tre carte, quel gioco che caratterizzava le feste patronali paesane fino a qualche tempo fa. Il furbo mazziere, aiutato da vari compari, con l'allettante scusa di una probabile vincita, raggirava il pubblico cambiando continuamente la carta facendo credere al malcapitato di aver vinto. Questa volta, purtroppo, i malcapitati siamo noi aluntini...

martedì 22 giugno 2010

ATTENTI ALL’ AMMINISTRATORE (MORALIZZATORE)!


LE TASSE, IL GOSSIP E LA MORALE: LA SPECIALITA’ DELLA GIUNTA COMUNALE

Li abbiamo beccati, il vasetto è lì, ancora aperto. E loro, golosoni, si stanno ancora leccando gli ultimi resti del vasetto. Li abbiamo sorpresi in flagrante mentre facevano mutui all’impazzata e prestiti capestro. Loro che cosa fanno per difendersi? Confessano? Abbassano gli occhioni e la testa in segno di vergogna? No. Loro, come d’abitudine, ribaltano la frittata. Questa volta è un po’ difficile riuscire nell’intento visto che hanno ancora le mani sporche di marmellata, ops... di mutui.

Il gruppo “Con i giovani per San Marco”, nell’articolo pubblicato da GL Press ha riportato dei dati reali, tratti da una delibera del consiglio comunale, ma la vittoriosa compagine delle scorse elezioni invece di informarci e spiegare, sempre se possibile, la situazione economica del nostro comune, si è limitata a rispondere con argomenti superflui ed allo stesso tempo inutili.

Mentre loro scrivevano sui gossip di qualche giovane aluntino noi leggevamo la delibera n° 21 del 28/04/2010 con la quale gli amministratori stanziavano 61 mila euro per “programmi di incarichi, studi e consulenze a professionisti del settore”.

Oltre a chiedere per tre anni agli anziani di pagarsi l'assistenza domiciliare, ci hanno aumentano l'addizionale comunale e con i soldi dell'aumento fatto sulla pelle degli aluntini, hanno dato consulenze d'oro agli amici e incarichi profumati ai professionisti!

Per quanto riguarda l'innegabile afflusso del 2 giugno, bisogna evidenziare che questo va a compensare il netto calo di presenze turistiche accusato in questi ultimi anni soprattutto per quanto riguarda il settore delle gite scolastiche. Inoltre, così come il Palio dell’Assunta del 15 agosto, tali manifestazioni fortunatamente hanno avuto successo perché sono stati i privati a prendere l’iniziativa; e meno male, perché altrimenti loro mettevano il pentolone in piazza e calavano maccarruna o davano pani cunzatu: la loro specialità!

I tagli ai fondi li hanno subiti tutte le amministrazioni, ma hanno sempre garantito gli stipendi, se loro non sono capaci di fare ciò, sono pregati di fare le valigie e tornarsene a casa.

Lo stipendio, come lo attendono “alcuno” dei nostri genitori, lo attendono anche molti dei loro stretti parenti assunti. Tentano di prendere in giro la cittadinanza dicendoci che con 200 euro di indennità al mese pagano i 600 mila euro d’interessi sui mutui: ci ricordano Totò che cerca di vendere la Fontana di Trevi al turista americano!

Se le strade esterne, per anni impraticabili si sistemano è sicuramente un bene per tutto il paese e quindi anche per noi, infatti “Gli Sherpa” avevano spesso trattato il problema in diversi numeri del Vox Populi anche durante la guida dell’amministrazione precedente; ma si sistemano tutte le strade o solo quelle che portano alla villetta di qualche amico? Rispondere facendo riferimento ad argomenti personali è da ignoranti ed è una mancanza di rispetto, soprattutto se si utilizza un mezzo di comunicazione mondiale. Potremmo parlare anche noi della vita privata o dei vizi di qualche amico amministratore, ma la nostra cultura non scende a tali bassezze.

Noi vogliamo semplicemente il bene del nostro paese e pertanto è normale evidenziare o chiedere delle informazioni su argomenti che gran parte dei cittadini sconoscono.

Speriamo che la prossima risposta da parte dell’amministrazione, se ci sarà, sia di chiarimento ai nostri dubbi e non un altro insulto alle nostre vite di coppia o alla fatica che facciamo ogni giorno per portare avanti un lavoro, anche distante dal nostro amato paese, per poter sopravvivere con un po’ di dignità. La nostra è politica, se siete in grado di rispondere fatelo con argomentazioni valide altrimenti per gli scoop c'è sempre "Chi" o "Novella 2000".

Ricordiamo inoltre all’amministrazione che il gruppo “Con i giovani per San Marco” purtroppo non ha avuto la possibilità nemmeno di fare opposizione, quindi il nostro silenzio sarebbe dovuto essere coperto dalla voce di qualcun altro. Nella campagna acquisti delle prossime elezioni potremmo anche attingere dal vostro gruppo, ne avete perso un paio per strada rispetto a quattro anni fa... si che voi siete capaci di mettere Di Pietro e Berlusconi insieme.

Per noi è sempre meglio morire politicamente in piedi piuttosto che vivere come voi in ginocchio.

mercoledì 9 giugno 2010

TUTTI I DEBITI DELL'AMMINISTRAZIONE



Leggendo la delibera del consiglio comunale del 28 aprile 2010 sull'approvazione del bilancio 2010 da parte del nostro consiglio vi è l'intervento del Revisore del Conto, Dr. Giuseppe ARICO’, "illustrando il proprio parere favorevole ed insistendo sulla necessità di recuperare i canoni pregressi".

Per canoni pregressi si intende tutte le tasse riferite agli anni precedenti che il Comune ha diritto a riscuotere ma non lo ha ancora fatto.

Quello di chiedere i soldi ai cittadini è un mestiere che non vorrebbe fare nessuno.

L' amministrazione non lo fa perchè politicamente è costoso e infatti può essere dannoso chiedere di pagare alcune utenze degli anni passati ad un anno esatto dalle prossime elezioni comunali.

Perchè il Revisore del Conto ha incitato l'amministrazione ad agire su questo fronte?

Gira e rigira andando a spulciare alcuni conti nel bilancio recentemente approvato viene fuori che il nostro comune ogni anno ha delle spese per interessi su mutui e prestiti vari pari a 600 mila euro.

Ogni anno quindi il nostro comune deve pagare 600 mila euro di interessi che vengono presi dal bilancio o si chiede al servizio tesoreria un prestito sotto la voce "anticipazione di cassa" che non è altro che chiedere alla Banca di prestare soldi per pagare interessi.

L'Italia si sa è una delle più grandi nazioni fortemente indebitata e si calcola che ogni cittadino italiano che viene alla luce abbia già 28 mila euro di debito dello Stato, mentre a San Marco se dividiamo 600 per 2145 viene fuori che ogni cittadino aluntino ha sulle proprie spalle circa 280 euro!

Calcoli economici a parte, ciò che merita di essere sottolineato è la straordinaria facilità e la disinvoltura con la quale il nostro comune accede a prestiti e mutui.

Ultime in ordine cronologico sono la delibera n° 192 con la quale si chiede un prestito di 18.287 euro per la "manutenzione straordinaria strada provinciale S.P. 160 tornanti all' interno del Comune".

Pochi giorni dopo si richiede un altro prestito di 86.000 euro per "manutenzione straordinaria Impianto di Illuminazione via cappuccini, c/da Landro, S. Marina, Genovese", e infine con la delibera n° 190 si chiede il prestito di 88.731 euro per "la realizzazione di bagni pubblici e cimitero".

Come direbbe Giorgio Mastrota possiamo pagare per 20 anni, ogni 6 mesi e tutto in 40 comode rate in quanto ogni prestito contratto ha la durata di 20 anni.

Tutto in regola ed alla luce del sole, ogni singolo prestito è autorizzato dalla CDP (la cassa depositi e prestiti), e ha il sigillo della certificazione del Revisore dei Conti.

La delibera n° 189 chiede il prestito di 34 mila euro per "l' intervento sulla rete idrica per antincendio in c/da Badia".

La propensione di questa amministrazione a contrarre debiti non si ferma certo a questi esempi.

Dal 2007, anno in cui siamo nel mezzo dei fasti e lussi delle notti bianche e cantanti napoletani il comune contrae un mutuo di 49.000 euro che scadrà nel 2017 ad un tasso del 4,67%.

Nel 2008 anno delle sagre e delle magnifiche calate di maccarruna si accede ad un altro mutuo, questa volta l'interesse annuo è al 4,12% e si calcola di un rimborso anuale di 40 mila euro con scadenza decennale.

Tutto autorizzato e tutto certificato dagli organi di controllo preposti.

Il risultato è che il plafond disponibile di ogni comune dal quale poter attingere e contrarre prestiti in eventi straordinari ed emergeziali risulta essere vuoto e se malauguratamente un'altra frana paralizza una strada vi sono pochissimi strumenti finanziari ai quali ricorrere.

In tempi di sconvolgimenti finanziari ed economici anche i comuni hanno dovuto subire radicali cambiamenti nelle proprie possibilità di spesa.

Con le nuove novità introdotte dalla manovra finanziaria si danno ai Comuni più poteri in materia di lotta all'evasione fiscale e il così chiamato federalismo demaniale ovvero la possibilità di vendita da parte del comune dei propri immobili (in realtà prima vietato poichè sottoposti al vincolo demaniale, cioè dello Stato).

Sulla vendita di immobili l'anno scorso il comune ha incassato 40,000 euro, una cifra relativamente scarsa per un contesto relativamente poco "ricco".

Sulla lotta all'evasione la misura pensata è quella di condividere una percentuale di introiti che il comune riesce a far emergere, una sorta di compartecipazione al gettito scoperto applicando il principio: più il comune lavora ed accerta l'evasione più soldi avrà.

Un compito non facile per nessuna amministrazione ma i tempi stringono e le finanze piangono. Riusciranno i comuni a creare una sorta di Ufficio Recupero Crediti dove si dovrebbe occupare di recuperare i crediti che l'amministrazione vanta nei confronti di terzi?

Potrebbe essere una soluzione?

Quanti sacrifici in termini sociali e politici i cittadini e gli amministratori dovranno subire per ottemperare a questo nuovo principio fiscaltremontiano?

Tornando alla nostra facilità tutta Aluntina nel contrarre prestiti e mutui, lasciando la figuraccia che abbiamo fatto davanti agli organi di informazione per le presunte generose consulenze elargite nel corso degli anni, vale la pena ricordare che questi mutui rappresentano una boccata di ossigeno alle nostre finanze nel medio periodo perchè permettono investimenti senza i quali non sarebbero potuti essere fatti.

Ciò significa lavoro, occupazione, consumi. Nel medio periodo va bene ma nel lungo termine?

Può il nostro comune sopportare il peso di 600 mila euro all'anno (nel 2009 sono stati 700.239 euro) di interessi?

Questi soldi che vengono a mancare rappresentano una partita di giro (o una presa in giro come dir si voglia): soldi che escono in interessi, soldi che entrano in investimenti e finanziamenti.

Ma la somma non fa zero e il pareggio di bilancio è solo un miraggio.

La verità è che poi per costruire od asfaltare una strada di campagna in più mancano i soldi per un'emergenza, un asilo nido con personale, un progetto turistico credibile e programmato, delle strutture ricettive in grado di sostenere la domanda turistica, dei servizi in grado di accompagnare e indurre in turista a rimanere e a spendere, un 'imprenditoria giovanile pronta a scommettere su se stessa, un piano urbanistico arredato e coordinato tra i vari esercenti.

Tutto questo è possibile con una classe dirigente lungimirante, noi ci ritroviamo una classe dirigente fatta di persone con esperienza, che affonda la propria passione politica nelle radici delle sezioni di partito, persone serie, padri di famiglia, conoscitori nel proprio piccolo dei meccanismi delle conoscenze a livello regionale/provinciale, nel modo di poter attirare un finanziamento, nel modo di corteggiare il potere, nella capacità di stabilire relazioni personali ed istituzionali con i centri del potere decisionale.

Il vessillo sul quale hanno scritto la loro propria forza politica era la parola magica: Esperienza; Cosa potevamo fare noi di fronte all'esperienza che includeva conoscenza, capacità di affrontare emergenze, testa sulle spalle, tempo a disposizione, impegno e sacrificio, rete di amicizie, agganci, onorevoli ministri, onorevoli segretari delle sezioni di partito, anni di amministrazione alle spalle: esperienza e finanziamenti a pioggia.

Tempo fa questa nuova rinascita dell'azione amministrativa si chiamava finanza elettorale, ci si accinge a votare di nuovo ed improvvisamente si da una tinteggiatura alle ringhiere e ai pali dell'illuminazione elettrica.

Nello stesso tempo ci ritroviamo con mutui e prestiti che graveranno sulle spalle nostre e delle future generazioni con bilanci pubblici dilapidati.

Certo non è il film che ci avevano raccontato di girare a San Marco, in questo modo siamo capaci tutti, perchè un conto è amministrare facendo debiti un altro amministrare avendo debiti.

Si pensa che chi verrà dopo pagherà come si è sempre fatto: prima o poi quando si firma una cambiale finisce la vacanza e arriva la scadenza!

Forse in cuor loro non si è più sicuri di esserci di nuovo e su questo l' amministrazione si comporta come Saddam Hussein che bruciava i pozzi di petrolio prima dell' invasione degli americani...









martedì 1 giugno 2010

Giù le mani dalla Caserma


Nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della scuola Ufficiali a Roma, il Comandante Generale dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, ha rilasciato questa dichiarazione: "L'Arma si accinge ad avviare un progetto che consentirà di incrementare progressivamente il numero delle stazioni che assicurano il servizio di apertura al pubblico nelle 24 ore “.

In parole povere il Comandante Generale vorrebbe una presenza continua e capillare sul territorio da parte dei Carabinieri.

Tutto bello se non fosse per il fatto che il nostro comune, San Marco d’Alunzio, sta rischiando seriamente di non avere più una stazione locale dei Carabinieri.

Il canone di affitto che permette all’Arma di avere la sede dei propri uffici è in scadenza e non si è ancora proceduto al rinnovo né a discutere di un eventuale prolungamento a causa di una questione economica che l’attuale proprietario si riserva di esporre.

Il problema maggiore riguarda l’affitto degli attuali uffici e la mancanza di una sede alternativa dove poter sistemare il Comando militare locale.

Con questa lettera si vuole sollecitare l’Amministrazione Comunale, l’opposizione consiliare e i cittadini su questa importante questione in modo da premere sulle autorità al fine di intraprendere tutte le strade per raggiungere una soluzione e garantire quindi la serenità agli Aluntini.

Di seguito poniamo alcune domande:

L’Amministrazione Comunale ha reso nota la disponibilità da parte del comune di assumersi l'onere finanziario e logistico di offrire uno dei propri locali e/o uffici idonei per trasferire la Caserma?

L’Amministrazione Comunale è consapevole del rischio trasferimento che la Caserma sta correndo? L’Amministrazione Comunale ha coinvolto l’opposizione consiliare per discutere della questione?

L’Amministrazione Comunale ha provveduto ad informare i cittadini sullo stato delle cose?

Noi crediamo che da sempre i Carabinieri di San Marco d’Alunzio hanno svolto e continuano a svolgere un ottimo lavoro a livello investigativo e di repressione dei fenomeni di microcriminalità, rappresentando negli anni una forma di tutela verso la popolazione.

Noi crediamo che la battaglia per mantenere il presidio militare appare ormai non più rinviabile per due motivi:

A) Per evitare che senza la Caserma il nostro piccolo centro montano diventi una zona franca, un’ oasi, un covo dove vige l’impunità e tutti si sentirebbero in diritto di fare ciò che gli pare.

B) Per dare un immagine di autorità alla cittadinanza alla luce anche dei ripetuti furti verificatisi negli ultimi anni in paese.

Con questo appello chiediamo al Sindaco la convocazione urgente della propria giunta al fine di adottare una strategia che coinvolga il Comandante della Stazione dei Carabinieri, il Prefetto di Messina, rappresentanti dell’opposizione consiliare per discutere seriamente della questione.

La nostra proposta è quella di cercare di discutere davanti al Prefetto la buona volontà del Comune nel reperimento di un locale idoneo ad ospitare i militari dell’arma, facendo leva non solo sul diritto di ogni Aluntino a essere tutelato ma anche sulla vocazione turistica del nostro paese, l’assenza della quale potrebbe causare nei periodi estivi problemi di ordine pubblico col conseguente danno economico e di immagine.

Tempo fa Rometta ha corso lo stesso rischio e l’allora Prefetto Profili ha garantito che l’affitto dei locali sarebbe stato pagato direttamente dal Ministero.

Le realtà sono diverse ma crediamo fermamente che piuttosto che rimanere immobili e sperare che qualcosa accada, per il bene della collettività, della sicurezza sociale e della tranquillità che da anni ha rappresentato il punto di forza del nostro Paese le autorità si muovano in collaborazione e in concerto su temi delicati come questo. .

Il “Nuovo Gruppo Con i Giovani per San Marco” rimane fiducioso nello spirito di collaborazione e di interesse che animano le autorità civili, tuttavia, nel caso riscontrasse scarso impegno e poca volontà nell’affrontare la questione, si riserva la facoltà di attivare un Comitato di Protesta Civico per raccogliere firme e petizioni per fare pressione sugli organi istituzionali provinciali preposti.

domenica 30 maggio 2010

E adesso togliamo la foto dalle nostre bacheche, moralisti che non siamo altro. Lettera personale a Giovanni Falcone.

Caro Giovanni,
il Signore ma mostrato tutta la Sua compassione nei tuoi confronti perch
è ti ha ucciso fisicamente prima che gli altri lo avessero fatto moralmente.
Tutti adesso, me comopreso, utilizzano la tua foto come simbolo della lotta alla mafia.
Vedi la sorte quanto è cinica e bara!
Dovevi essere il simbolo della vittoria e del successo del bene contro il male e sei finito ad essere il simbolo della sconfitta, del fallimento personale.
Proprio così caro Giovanni, la tua colpa è stata quella di credere in una giustizia migliore, in un organizzazione efficiente e non autoreferenziale, in un CSM (Consiglio Superiore della magistratura, l'organo che governa di fatto i giudici ed i magistrati) non autonomo al punto da imbastire processi mediatici e ad effetto.
Lo credevi e te l' hanno fatta pagare cara.
Chi? I tuoi stessi colleghi, lo Stato che ti ha abbandonato, i tuoi molti falsi amici giudici della tua stessa ed amata corrente detta MAGISTRATURA DEMOCRATICA, corrente vicina all'area del PDS.
Loro non ti hanno eletto, anzi peggio; ti hanno bocciato, ripeto ti hanno bocciato perchè non eri adatto a fare il Procuratore della Repubblica di Palermo.
D'altronde anche tu lo dicevi ai tuoi pochissimi amici "prima mi insozzano e poi mi ammazzano".
Quando il clima a Palermo si era fatto pesantissimo e a te davano le carte per aprire inchieste sui venditori ambulanti, sugli occupatori dei marciapiedi, sulle bancarelle abusive, quando ti davano queste inchieste, anzi quando il procuratore Giammanco ti dava queste inchieste, tu giustamente ti sentisti umiliato e lasciasti Palermo e andasti a collaborare al Dipartimento Penitenziario del Ministero di Grazia e Giustizia che ai tempi era diretto dal ministro socialista Claudio Martelli.
Non l'avessi mai fatto, caro Giovanni, quello è stato il tuo colpo mortale.
L'area del PDS di MAGISTRATURA DEMOCRATICA non te lo perdonò: come osavi andare a collaborare con ministro socialista in piena campagna mediatica giudiziaria che iniziava ad imperversare, ed ai primi scricchiolii di Mani Pulite a Milano? Come hai osato Giovanni? Da lì sono iniziati i guai.
Tu ti mettesti a lavoro, in silenzio, e con l'aiuto di pochi, pochissimi mettesti giù un progetto per costituire quella che oggi si chiama PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA che allora tu la preferivi chiamare SUPERPROCURA.
Tecnicamente l'ha inventasti tu e a detta di tutti dovevi essere il legittimo SUPERPROCURATORE: ma non fu così caro Giovanni.
Per essere eletto, a te servivano i voti all'interno del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) e la tua corrente MAGISTRATURA DEMOCRATICA non ti appoggiò, ti votò contro e ti preferì l'allora Procuratore di Palmi Agostino Cordova.
Proprio così Giovanni, mi spiace dovertelo ricordare, è stato il colpo mortale per te: l'invidia dei colleghi era tale che ti avevano bocciato, per loro Cordova era più bravo e competente di te.
Erano talmente invidiosi del tuo lavoro ogni volta che andavi in televisione, dai giornali, nelle trasmissioni televisive, nei talk show chiamavano solo te perchè eri il più competente e il più bravo ma solo pochi giornalisti lo riconoscevano e ti davano luce e spazio (Santoro e Costanzo), gli altri ti piantavano i coltelli e bruciavano di gelosia.
Ti bocciarono come Superocuratore e dopo questa sconfitta, che si somma alla bocciatura della nomina alla Procura della Repubblica di Palermo furono due le umiliazioni, ma a questa non ci fu rimedio.
Poi ti venne l'infelice idea di andare a denunciare per falsa testimonianza e per calunnia un certo pentito di nome Pelleriti che andasti a trovare nel carcere di Bologna: lui aveva detto che Andreotti e Lima erano i mandanti dell'omicidio Mattarella.
Vedi tu caro Giovanni! adesso ci sono magistrati che credono e prendono per oro colato tutto quello che dice un certo Spatuzza!
Tu tornasti a Palermo, facesti le tue indagini e non trovasti nessun riscontro nella tua inchiesta e lo denunciasti.
Come ti era saltato in mente caro Giovanni?
Il PDS era talmente euforico perchè aveva Andreotti quasi incriminato e tu facesti saltare tutto in aria e denunciasti Pelleriti ma non perchè facevi un favore al partito, perchè tu non guardavi i partiti anche se simpatizzavi ed avevi le tue ideologie e le tue convinzioni come tutti.
Lì è stato l'errore, pensare che potessi mettere la politica fuori, indipendente.

Non te lo perdonarono, prima Leoluca Orlando (attuale Dipietrista) ti accusò di tenere nei cassetti i processi scottanti contro Andreotti, poi ti accusò di esserti automesso le bombe all'Addaura per creare attenzione e farti nominare Procuratore capo di Palermo.
Tornavi a Palermo e quasi quasi odiavi la tua città, ma amavi la tua gente, i povericristi che di queste cose non ne sapevano e non ne capivano e infatti confessavi in privato" la gente fa il tifo per noi".
In autostrada trovasti la morte, Riina&co ti ammazzarono fisicamente dopo che gli altri ti ammazzarono moralmente.
Il giorno dopo l'Unità (organo megafono di una certa sinistra titolò:"Questa volta ci sono riusciti, hanno ucciso Giovanni Falcone, eroe della lotta alla mafia", ma il giorno seguente sul Corriere della sera un giornalista scrisse:
"Ieri l'Unità ha definito Falcone eroe della lotta alla mafia, peccato però che quell'Eroe non era adatto a fare il Superprocuratore".
Povero Giovanni,
che destino! Odiato da vivo ed osannato da morto.
Se noi crediamo che la mafia sia ancora Riina e Provenzano, la mafia della coppola e del giuramento di sangue, la mafia del Padrino, allora pubblichiamo quello che vogliamo.
Se noi invece pensiamo che la mafia sia accettare una raccomandazione da persone discusse e poco affidabili per un posto di lavoro, dare la bustarella per ottenere un appalto, comprare droga dai pusher, se noi crediamo che la vera mafia sia questa, allora è bene di limitarci a seguire ciò che Falcone nei convegni diceva, piuttosto che sguazzare nel falso moralismo.
Quando una giornalista americana ti chiese: "mi parli della mafia più potente al mondo", tu le rispondesti: "mi spiace deluderla ma la mafia siciliana è solo la sesta per quantità di volume d'affari e influenza, armi e drogo, il fatto è cara signorina, che godiamo di troppa letteratura, di un'eccessiva attività promozionale che ci rende la più conosciuta in tutto il mondo".
Il premier Silvio Berlsuconi si permise di dire che non gli piacevano i film come la Piovra o libri come Gomorra perchè anche se belli ed importanti avrebbero portato e diffuso questo letteratura nel mondo". Apriti Cielo...!
Come diceva Sciascia ci sono troppi professionisti dell'antimafia in giro...

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