martedì 19 luglio 2011

Nebrodi e Dintorni: SAN MARCO D’ALUNZIO, “PRIMAVERA ALUNTINA”: “SINDACO AMBIGUO E OSEREMMO DIRE ARROGANTE”

Nebrodi e Dintorni: SAN MARCO D’ALUNZIO, “PRIMAVERA ALUNTINA”: “SINDACO AMBIGUO E OSEREMMO DIRE ARROGANTE”

domenica 3 luglio 2011

Le porte girevole tra pm e politica


Apparso su "Il Foglio" del 18 Giugno 2011.

Ingroia si lega a Santoro, De Magistris governa Napoli, Emiliano è sindaco a Bari.
I nomi di chi fa carriera nelle procure, poi va in aspettativa e si dà alla politica, magari proprio dove prima indagava.

E’ difficile dire se il pm Antonio Ingroìa abbia corrisposto alle aspettative dei suoi fan, che l' hanno atteso, ieri sera, a “Tutti in piedi, entra il lavoro", la manife- stazione organizzata a Bologna da Michele Santoro per i 110 anni della Fiom.
Nei tre mesi passati dall' ultimo comizio, al “Costituzione day” di marzo, la fortuna del procuratore aggiunto di Palermo si è capovolta: il suo testimone chiave, Massimo Ciancimino, si è rivelato essere un pataccaro, la procura di Caltanissetta (che da tempo aveva scaricato il figlio di don Vito) ha rotto con quella palermitana e la vicenda è finita sotto esame al Consiglio superiore della magistratura.
La sua aureola di magistrato militante, però, rimane intatta, per Santoro e i suoi fan: “A villa Angeletti - ha detto - Ingroia non parlerà di Berlusconi, ma di qualcosa di più importante”.
L' idea di un nuovo partito intriga molto Santoro: “Se proprio dovessi fondarne uno - aveva spiegato l’ex conduttore di “Annozero” - l' architrave dovrebbe essere un rapporto come quello che vedrete tra Travaglio, me e Antonio Ingroia”.
Ma è possibile ipotizzare una discesa in campo del procuratore aggiunto di Palermo? Dopo il comizio di piazza del Popolo, il pm ha replicato alle polemiche sostenendo di essere intervenuto alla manifestazione soltanto per l'amore verso la costituzione".
Potrà sostenere la stessa cosa dopo la sua adesione al progetto Santoro?
A lngroia servirebbe un colpo di reni neanche troppo energico, per saltare lo steccato.
Il passaggio dalla magistratura alla politica è molto agevole e se ne sono serviti in tanti. Nessuno ha troppa fretta: il neosindaco di Napoli, Luigi De Magistris (Idv),ha aspettato quattro mesi, dopo l' elezione a europarlamentare, per lasciare la toga (s’ era anche lamentato: “I tempi delle mie dimissioni non me li farò dettare da nessuno, se non dalla mia coscienza”).
Il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, è in aspettativa dagli anni Ottanta, quando è entrata nelle file del Pci siciliano. Nel febbraio del 2010, il Csm ha concesso l' aspettativa anche al pm barese Lorenzo Nicastro, ora assessore dell' Idv nella giunta Vendola, pur sottolineando “l' inopportunità” di candidarsi proprio nel territorio in cui aveva appena condotto le indagini sul ministro Raffaele Fitto (Pdl).
Il pm pugliese Alberto Maritati (Pd), che nel ’97 ha assolto il capo sociaiista Rino Formica dopo anni di arresti domiciliari, è in Parlamento dal 1999- è stato sottosegretario del governo guidato da Massimo D’Alema, al centro di un processo che il pm aveva archiviato qualche anno prima. In Puglia il fenomeno è diffuso: c’è anche il caso del pm Michele Emiliano, quello che ha archiviato l' indagine sulla gestione degli aiuti umanitari al Kosovo sotto il governo D’Alema e che ora è in aspettativa dalla magistratura, per fare il sindaco di Bari.
Emiliano dice di non aver lasciato la toga “perché non sono esattamente uno con la carriera politica assicurata”.E allora tanto vale entrare in politica con un piede soltanto, lasciando trasparire l' eventualità che i conti in sospeso potrebbero essere saldati direttamente in tribunale, una volta esaurita la parentesi politica - uno schema collaudato nei primi anni Novanta dal giudice spagnolo Baltasar Garzón.
La tendenza, si noti, è bipartisan -il caso del pm napoletano Alfonso Papa (Pdl) sta li a testimoniarlo. Non contenti dei risultati, alcuni esponenti politici hanno pensato bene di risolvere situazioni di crisi chiamando rinforzi dalla magistratura, in barba al comandamento di Sir Francia Bacon, che voleva i giudici come leoni, “ma sotto il trono”.
Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha chiesto una legge “per impedire che i magistrati assumano incarichi amministrativi”. Persino l’ex pm di Mani pulite Gherardo Colombo, quello che “la Bicamerale è figlia della società del ricatto”, ha detto che tra l' esercizio delle funzioni giudiziarie e la carriera politica “dovrebbe passare una quantità di tempo di una certa consistenza” e che “il pm non deve più poter tornare indietro”.
E invece il pm Giuseppe Narducci è assessore alla Sicurezza a Napoli, il comune in cui indagava fino asettimana scorsa.
Il pm napoletano lavorerà nella giunta che ha sconfitto, alle ultime amministrative, il partito coordinato da Nicola Cosentino, l' ex deputato Pdl che Narducci ha indagato e portato in aula, con l' accusa di collusioni con la camorra.

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