L'ORA DELLA GLASNOST E DELLA TRASPARENZA ALUNTINA
La legge n. 69 del 18 giugno 2009, perseguendo l'obiettivo di modernizzare l'azione amministrativa mediante il ricorso agli strumenti ed alla comunicazione informatica, riconosce l'effetto di pubblicità legale solamente agli atti e ai provvedimenti amministrativi pubblicati dagli Enti Pubblici sui propri siti informatici.
Questo significa che dal 2009 in poi ogni Comune ha l'obbligo di pubblicare gli atti amministrativi (delibere, determine e tutti i provvedimenti che solitamente vengono affissi in forma cartacea negli albi pretori di ciascun comune) sul proprio sito internet.
Questa norma ha l'effetto di digitalizzare ed informatizzare il sistema, a razionalizzare i costi di cancelleria grazie al sempre meno utilizzo della carta, e ovviamente avvicinare il cittadino alla vita politico-amministrativa della propria città data l'enorme rilevanza che ormai ha assunto l'utilizzo di internet nelle nostre case.
La riforma è stata voluta fortemente dal Ministro Brunetta anche se l'ex ministro della funzione pubblica Luigi Nicolais aveva lavorato molto in questa direzione.
Ciò che non deve passare inosservato è la doccia fredda che questo provvedimento ha rappresentato per gli attuali amministratori comunali.
E' utile a proposito raccontare cosa successe all'indomani della vittoria alle elezioni quando il gruppo sconfitto "Con I giovani per San Marco" chiese con una lettera al Sindaco di poter ricevere tute le delibere comunali emesse dalla giunta e dal consiglio tramite posta e pagando anche una somma di denaro al Comune per coprire i costi delle fotocopie.
Il Gruppo aveva avanzato tale richiesta perchè era partito da una prassi utilizzata ancora oggi dal nostro comune.
La prassi è quella di notificare, tramite il messo comunale, e consegnare l'avviso di ogni convocazione del consiglio comunale con i relativi ordini del giorno agli ex sindaci.
Giuseppe Duodeci aveva ricoperto la carica di Sindaco nel nostro Paese e pertanto ogni volta che si indice un consiglio comunale a lui viene consegnato un avviso della riunione e dell' ordine del giorno.
Partendo dunque da questa prassi, il gruppo aveva pensato: " perchè non chiediamo, data la nostra impossibilità a recarsi spesso al comune per motivi di lavoro e di studio, di poter inviare a Giuseppe Duodeci in qualità di ex sindaco oltre l'avviso della convocazione del consiglio comunale anche le delibere che vengono emanate, pagando ovviamente i costi delle fotocopie?"
La risposta ovviamente fu respinta con le scuse più banali, accampando certi artifizi pseudo- giuridici secondo i quali Giuseppe Duodeci in base alla sentenza del TAR era stato "cancellato" dall' albo dei sindaci che si erano susseguiti nel corso della storia politica di San Marco perchè la sua elezione era stata appunto annullata.
A parte la palese infondatezza della risposta, si può ben intuire l' incongruenza e la contraddizione che vi era in questa disarmante giustificazione.
Se davvero le cose fossero in quel modo, perchè al quel sindaco "annullato" si inviava e si inviano tutt'ora le notifiche e gli avvisi del consiglio comunale? Misteri della burocrazia aluntina.
Se fosse un sindaco "annullato" non gli si devono far pervenire nessun tipo di documenti amministrativi.
Lasciando stare queste ridicole giustificazioni avanzate dal braccio politico dell'amministrazione, Dott.ssa Rachele Caristi&co, il risultato è stato dunque un "No" secco.
Preso atto di questa situazione si è andato ad indagare approfonditamente e si scoprì che nel periodo nel quale l' amministrazione Priola aveva subito al proprio interno una scissione, a qualche componente scissionista, il qualità di consigliere comunale, si venivano recapitate addirittura a casa ogni delibera che l' amministrazione emanava.
Se proprio dovessimo ragionar in punta di diritto, la legge riconosce la facoltà di farsi spedire le delibere a casa solo al capogruppo consiliare e in quel momento lo scissionista non era affatto capogruppo consiliare.
La motivazione reale che stava dietro a questo rifiuto era il timore che l' eccessive informazioni in possesso del gruppo e data anche la natura un pò "giornalistica" dello stesso gruppo, potessero essere utilizzate per mettere sotto la lente di ingrandimento l'attività amministrativa.
Si evitava così di dare troppi strumenti in mano a chi poi li poteva utilizzare per esercitare il libero diritto di critica.
Ci riuscirono; e non si è avuto la possibilità di protestare dicendo che Capo d' Orlando aveva informatizzato già il sistema e che addirittura il consiglio comunale veniva ripreso da una web cam dove i cittadini anche da casa potevano sintonizzarsi e vedere la seduta.
Non ci fu niente da fare, dunque la soluzione fu quella di perdere intere mattinate al comune, facendo una richiesta scritta per ogni singola delibera che si voleva visionare, attendere che l' impiegato la portasse, essere pedinati ed osservati su quali delibere una persona fosse interessata fornendo anche delle giustificazioni ai curiosi di turno.
Ci rinunciammo! Così ogni sera prima di andare a casa ci si ritrovava nel buio del vicolo dove era posto l' albo pretorio dell'ex casa Meli, con la lucina del telefonino accesa per vedere alcune delibere col rischio di far prendere un infarto alle persone che da lì passavano, e ci si arrangiava come si poteva (questo aneddoto può far riflettere coloro che adesso ci fanno notare "dove eravamo 4 anni fa?-Lì eravamo, proprio nei vicoli a leggere le delibere per tenersi costantemente aggiornati nonostante l' ostruzionismo!).
Adesso, visitando il sito web del nostro paese, tutto questo calvario è finito. Ma non grazie alle sollecitazioni o alla volontà degli amministratori, ma grazie appunto alla legge Brunetta che obbliga i comuni a dotarsi da qui al luglio 2010 di un albo pretorio informatico che gradualmente dovrebbe sostituire quello cartaceo.
Una vera e propria doccia fredda per l' amministrazione che così adesso è obbligata a pubblicare tutto affinchè tutti possano vedere ciò che fa.
Facendo un giro sul sito, non si può non rilevare il buon lavoro fatto a proposito.
Che dire, una vera e propria beffa: parlare della pubblicità dell’ atto a questa amministrazione è come parlare della corda nella casa dell’ impiccato.
Proprio a loro, coloro che volevano tenere nascosto tutto...!