sabato 20 novembre 2010

L'odio e la violenza.

Politica&Società

Il fango non c'entra. Il fango, se c'è, lo puoi togliere di dosso, è un elemento che ti si appiccica addosso ma non penetra a fondo. Insudicia ma non ferisce. Colpisce ma non morde, perchè col tempo il fango se è fango si indurisce e cade da solo.
La macchina del'odio invece ha fatto schizzare la violenza verbale verso temperature altissime. I social network poi sono diventati vere e proprie discariche verbali dove chiunque si ritiene titolato ad esercitare la più disinibita arte dell'insulto: le parole si trasformano in proiettili di cartucciere distribuite senza licenza.
Gradualmente si sostituisce la famigerata legge del beduino: il nemico del mio amico è mio amico e il nemico del mio nemico è mio amico!
Nel ring del dibattito tutto è permesso: la denigrazione, l'insulto, la degradazione personale, la diffamazione e i sigilli di infamia.
Attualizzando il dibattito sociale dei nostri tempi possiamo dire che l'amico di un tempo diventa all'improvviso servo, sciocco, cameriere del potente di turno, vittima da scannare e il suo scalpo il trofeo da gettare sul tavolo al centro dell'osteria.
L'odore sanguinolento dello scannatoio che come prima regola è non avere regole.

Pensiero liberamente tratto dall'intervento di Angelo Mellone. Sono ripresi alcuni concetti dello scrittore/giornalista.

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