sabato 20 ottobre 2012

I cattolici praticanti spariscono, le chiese diventano moschee - [ Il Foglio.it › La giornata ]

Camillo Langone "al mondo serve di più un praticante non credente che un credente non praticante".


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venerdì 31 agosto 2012


T.S. Eliot

Il canto dell'amore di J. Alfred Prufrock

Thomas Stearns Eliot
S'io credesse che mia risposta fosse
A persona che mai tornasse al mondo,
Questa fiamma staria senza più scosse.
Ma perciocché giammai di questa fondo
Non tornò vivo alcun, s'i' odo il vero,
Senza tema d'infamia ti rispondo.
I
Allora andiamo, tu ed io,
Quando la sera si stende contro il cielo
Come un paziente eterizzato disteso su una tavola;
Andiamo, per certe strade semideserte,
Mormoranti ricoveri
Di notti senza riposo in alberghi di passo a poco prezzo
E ristoranti pieni di segatura e gusci d'ostriche;
Strade che si succedono come un tedioso argomento
Con l'insidioso proposito
Di condurti a domande che opprimono...
Oh, non chiedere « Cosa? »
Andiamo a fare la nostra visita.
Nella stanza le donne vanno e vengono
Parlando di Michelangelo.
La nebbia gialla che strofina la schiena contro i vetri,
Il fumo giallo che strofina il suo muso contro i vetri
Lambì con la sua lingua gli angoli della sera,
Indugiò sulle pozze stagnanti negli scoli,
Lasciò che gli cadesse sulla schiena la fuliggine che cade dai camini,
Scivolò sul terrazzo, spiccò un balzo improvviso,
E vedendo che era una soffice sera d'ottobre
S'arricciolò attorno alla casa, e si assopì.
E di sicuro ci sarà tempo
Per il fumo giallo che scivola lungo la strada
Strofinando la schiena contro i vetri;
Ci sarà tempo, ci sarà tempo
Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri;
Ci sarà tempo per uccidere e creare,
E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani
Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto;
Tempo per te e tempo per me,
E tempo anche per cento indecisioni,
E per cento visioni e revisioni,
Prima di prendere un tè col pane abbrustolito
Nella stanza le donne vanno e vengono
Parlando di Michelangelo.
E di sicuro ci sarà tempo
Di chiedere, « Posso osare? » e, « Posso osare? »
Tempo di volgere il capo e scendere la scala,
Con una zona calva in mezzo ai miei capelli -
(Diranno: « Come diventano radi i suoi capelli! »)
Con il mio abito per la mattina, con il colletto solido che arriva fino al mento, Con la cravatta ricca e modesta, ma asseríta da un semplice spillo -
(Diranno: « Come gli son diventate sottili le gambe e le braccia! »)
Oserò
Turbare l'universo?
In un attimo solo c'è tempo
Per decisioni e revisioni che un attimo solo invertirà
Perché già tutte le ho conosciute, conosciute tutte: -
Ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi,
Ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè;
Conosco le voci che muoiono con un morente declino
Sotto la musica giunta da una stanza più lontana.
Così, come potrei rischiare?
E ho conosciuto tutti gli occhi, conosciuti tutti -
Gli occhi che ti fissano in una frase formulata,
E quando sono formulato, appuntato a uno spillo,
Quando sono trafitto da uno spillo e mi dibatto sul muro
Come potrei allora cominciare
A sputar fuori tutti i mozziconi dei miei giorni e delle mie abitudini? .
Come potrei rischiare?
E ho già conosciuto le braccia, conosciute tutte -
Le braccia ingioiellate e bianche e nude
(Ma alla luce di una lampada avvilite da una leggera peluria bruna!)
E' il profumo che viene da un vestito
Che mi fa divagare a questo modo?
Braccia appoggiate a un tavolo, o avvolte in uno scialle.
Potrei rischiare, allora?-
Come potrei cominciare?
. . . . . . . . . . . .
Direi, ho camminato al crepuscolo per strade strette
Ed ho osservato il fumo che sale dalle pipe
D'uomini solitari in maniche di camicia affacciati alle finestre?...
Avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli
Che corrono sul fondo di mari silenziosi
. . . . . . . . . . . . .
E il pomeriggio, la sera, dorme così tranquillamente!
Lisciata da lunghe dita,
Addormentata... stanca... o gioca a fare la malata,
Sdraiata sul pavimento, qui fra te e me.
Potrei, dopo il tè e le paste e i gelati,
Aver la forza di forzare il momento alla sua crisi?
Ma sebbene abbia pianto e digiunato, pianto e pregato,
Sebbene abbia visto il mio capo (che comincia un po' a perdere i capelli)
Portato su un vassoio,
lo non sono un profeta - e non ha molta importanza;
Ho visto vacillare il momento della mia grandezza,
E ho visto l'eterno Lacchè reggere il mio soprabito ghignando,
E a farla breve, ne ho avuto paura.
E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto,
Dopo le tazze, la marmellata e il tè,
E fra la porcellana e qualche chiacchiera
Fra te e me, ne sarebbe valsa la pena
D'affrontare il problema sorridendo,
Di comprimere tutto l'universo in una palla
E di farlo rotolare verso una domanda che opprime,
Di dire: « lo sono Lazzaro, vengo dal regno dei morti,
Torno per dirvi tutto, vi dirò tutto » -
Se una, mettendole un cuscino accanto al capo,
Dicesse: « Non è per niente questo che volevo dire.
Non è questo, per niente. »
E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto,
Ne sarebbe valsa la pena,
Dopo i tramonti e i cortili e le strade spruzzate di pioggia,
Dopo i romanzi, dopo le tazze da tè, dopo le gonne strascicate sul pavimento
E questo, e tante altre cose? -
E' impossibile dire ciò che intendo!
Ma come se una lanterna magica proiettasse il disegno dei nervi su uno schermo:
Ne sarebbe valsa la pena
Se una, accomodandosi un cuscino o togliendosi uno scialle,
E volgendosi verso la finestra, dicesse:
« Non è per niente questo,
Non è per niente questo che volevo dire. »
. . . . . . . . . . .
No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo;
Io sono un cortigiano, sono uno
Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l'avvio a una scena o due,
Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo,
Deferente, felice di mostrarsi utile,
Prudente, cauto, meticoloso;
Pieno di nobili sentenze, ma un po' ottuso;
Talvolta, in verità, quasi ridicolo -
E quasi, a volte, il Buffone.
Divento vecchio... divento vecchio...
Porterò i pantaloni arrotolati in fondo.
Dividerò i miei capelli sulla nuca? Avrò il coraggio di mangiare una pesca?
Porterò pantaloni di flanella bianca, e camminerò sulla spiaggia.
Ho udito le sirene cantare l'una all'altra.
Non credo che canteranno per me.
Le ho viste al largo cavalcare l'onde
Pettinare la candida chioma dell'onde risospinte:
Quando il vento rigonfia l'acqua bianca e nera.
Ci siamo troppo attardati nelle camere del mare
Con le figlie del mare incoronate d'alghe rosse e brune
Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo.
Thomas Stearns Eliot

domenica 5 agosto 2012

Comunicazione di servizio: l' Assessore è desiderato alla cassa.

L’Assessore Mileti ha inviato un messaggio a reti unificate ed a tutti gli organi di stampa locale per farci sapere che il bilancio di previsione del 2012 è stato approvato, è ottimo e tutti dovremmo apprezzare lo sforzo che lui sta facendo affinché il nostro Comune sia in buona salute.
Mi stavo quasi emozionando nel leggerlo.
In realtà, paragonando il bilancio di previsione del 2011 (ovvero quello che il comune prevedeva di spendere/incassare) possiamo dire che è uguale a quello del 2012! (trasmettiamo a breve copia sul blog primavera aluntina).
 Non capisco dove siano tutti questi risparmi e queste ottimizzazioni.
L’immagine finanziaria che l' assessore dipinge di San Marco è quella tipica raffiguarata nella confezione del Mulino Bianco, con la casetta bianca, i fiori e il mulinello ad acqua. Tutto bello, tutto suggestivo e tutto efficiente.
So che ogni occasione è buona per questi piccoli spot dal sapore elettorale ma cosa ci volete fare, è più forte di me e ancora non mi sono abituato.

TASSE
Io mi aspettavo una vera e propria novità positiva sulle tasse: su un eventuale abbassamento di aliquote così da ridurre la pressione fiscale e far respirare le tasche degli aluntini. Io mi ero illuso che nella parte riguardante le tasse trovassi un impegno sulla revisione delle tariffe sulle utilities che l’opposizione sta trattando con serietà e che riguardano le bollette dell’acqua, ottenendo di pagare il consumo effettivo e quindi come far risparmiare la cittadinanza. Nulla invece.
Io mi aspettavo qualche somma stanziata verso la valorizzazione dei nostri gioielli di famiglia attraverso un piano di investimento che rilanciasse i Musei e l’ indotto turistico.
Contemporaneamente ho dato uno sguardo al Programma dell’ “Estate Aluntina 2012”: non sindacando le manifestazioni (anzi!) ma prendendo atto che ancora una volta si tratta di un programma dove le casse comunali non monetizzano nulla, tutto sbilanciato verso chi incassa e basta.
E’ triste, ma è da 10 anni che scriviamo le stesse cose. Adesso siamo anche un pò stufi.

RISORSE UMANE
L’assessore/scrittore ha issato sul suo vessillo l’ottimizzazione delle risorse umane.
Gli perdono tutto, ma non sventoli il panno rosso davanti al toro, abbi questa sensibilità.
Se la prima amministrazione è stata caratterizzata dai mutui, il secondo mandato è caratterizzato dallo scempio che viene compiuto nell’ allocazione delle figure e delle risorse umane senza un principio meritocratico, senza un criterio.
E’ grave che ancora non si capisca l’ importanza del capitale umano del nostro comune e della necessità di una loro formazione tesa alla specializzazione di risorse che, nel lungo termine, siano in grado di far fronte da sole alle novità sui finanziamenti, contributi comunitari, aggiornamenti e su tutto ciò che concerne la pubblica amministrazione.
 Il personale è bello e bravo solo quando si devono scrivere comunicati sui giornali: ma lo so che la colpa non è sua. Lo so che lo scorso mandato lei ha rivoluzionato quasi tutta la pianta organica cercando di dare almeno una parvenza di stabilità e continuità alla macchina amministrativa. Poi, come una cambiale, arriva la scadenza (elettorale) e finisce la vacanza e ci ritroviamo a spostare personale da un ufficio ad un altro come se fossimo nell’ apparato burocratico dell’Ex Unione Sovietica.

SPESA
Da quello che ho letto io e da quello che ho capito, l’Amministrazione si impegna a spendere “meno”, ma anche qui mi sfugge qualcosa. A noi non interessa spendere “meno”, la nostra battaglia è quella di spendere “meglio” (visto che siamo in attivo, ce lo possiamo permettere di spendere, no?).

GIUSTO MERITO
 L’Assessore, nella sua relazione, ha autoelogiato il suo contributo a titolo gratuito come supervisore contabile, ha menzionato il “culo” (la fortuna ndr) di aver trovato in extremis, come ultima scelta, un segretario comunale che costa poco. Poi ci ha rifilato la solita fuffa che riguarda il loro 50% di indennità devoluto in non si capisce cosa (in realtà si tratta di poche migliaia di euro che non bastano nemmeno a comprare la brace per le grigliate di carne).

OTTIMISMO
Concludo: l’immagine rosea e poetica che l’assessore vuole dare secondo noi non è giustificabile con i tempi che corrono. La soluzione è quella di attutire sempre di più la botta che il governo ci riserverà in previsione della stangata d’autunno a causa dell’ aumento dell’addizionale regionale.
Come potete intuire è un quadro piuttosto fosco e la situazione debitoria del comune non aiuta ma, per carità, di questi tempi è bene conservare l’ottimismo.
Come l’assessore che, nonostante tutto, vede un futuro radioso, ma ecco che mi viene in mente quel tale che, defenestrato dal quindicesimo piano, passando davanti al nono disse: “Va abbastanza bene, per il momento”.




POST SCRIPTUM 
Il mio impegno in questo post è dedicato ad una persona scomparsa da poco. Ci eravamo visti in occasione di un bellissimo evento e con la sua consueta ironia mista a risentimento, mi aveva interrogato circa la mia assenza nel blog. Aveva paura che avessi in qualche modo barattato la mia tranquillità con la mia libertà. Risposi: “ in ogni cosa, c’è il tempo del pensiero e il tempo dell’ azione. Una volta mi criticavano perché scrivevo troppo, adesso perché scrivo poco”. Lei diretta, controbatté : “ questo è un bene perché nella vita, a volte, prendere schiaffi da destra e da sinistra non è poi così male: vuol dire che si è nel giusto”.
 Ridemmo e ci salutammo con la promessa di aggiornarci.

 Tant’è, dovevo.

martedì 5 giugno 2012

"Quisque faber fortunae suae"? Il figlio del presidente degli Stati Uniti ha fatto il presidente degli Stati Uniti. Il figlio del farmacista del paese fa il farmacista. Il figlio del boss mafioso fa il boss mafioso. Il figlio del portuale di Genova morto sul lavoro fa il portuale di Genova morto sul lavoro. Evaporato l’effetto stupore per aver ottenuto la licenza di croupier, l’interrogativo latino resta in piedi quando si tratta di Mela Rocco, nato il 10 settembre 1983 “nell’ultima provincia d’Italia a 15 minuti dal luogo dove hanno assassinato il giudice Rosario Livatino”. La stessa locuzione latina rappresenta una ricerca all’interrogativo tramite un viaggio di 29 anni che ci porta attualmente al 20 maggio 2012, destinazione Londra, città che ospiterà le XXX Olimpiadi. Gli anni del Liceo, la voglia di emergere, il genio, in un contesto fatto di amici falegnami e padre muratore. La follia che prima lo porta a Palermo, l’incontro con Cristo e con CL (scherzo del destino dato che la sigla di Caltanissetta è appunto CL). Lo stesso Mela, il 30 dicembre 2011 in un informativa della Procura di Caltanissetta della quale chi scrive è entrato confidenzialmente in possesso dichiara: ”Siamo noi artefici del nostro destino. Non dobbiamo dimenticare il nostro passato, ma utilizzarlo per vivere il presente ed affrontare il futuro. Dico affrontare il futuro perché nella vita bisogna sempre battersi”. Anche se in un’ altra intercettazione ambientale emerge che il Mela sostenga: “Devo dire grazie alla Chiesa? Anche senza Comunione e Liberazione ho trovato lavoro qui all'estero, in una lingua che non ho mai studiato”. Quando si dice, il genio e la sregolatezza. Finisce il liceo e spinto dall’insofferenza del degrado, entra tra i primi dieci per affrontare il l’esame all’ Accademia militare di Livorno venendo scartato per piccoli (quasi inesistenti) problemi cardiaci, cosa che lo fa dubitare molto sulla presunta meritocrazia regante al Nord. Torna dunque in Sicilia percheè non vuole fare il manovale e inizia a studiare ed innamorarsi dii una ragazza francese ma è troppo presto perchè il Mela, orecchino e capelli lunghi ,vuole studiare, è affetto dalla sindrome dell’arrivismo e alla fine con tanta fatica si laurea ed ottiene anche la qualifica di giornalista pubblicista. Non è una fatica di Sisifo, anzi: ”Senza scrivere non avrei mai capito nulla di politica” dichiara. “Senza capire la politica, non avrei mai capito come vanno le cose e a quali referenti indirizzarsi”. Le ragazze? Sentite cosa risponde alla domanda invadente di un cronista: “Penso che nella vita ci siano 3 cancri: il prestito, l'evasione fiscale, il romanticismo”. Colpiti ed affondati. L'esperienza al Redentore è un pezzo di metafora della sua vita cristiana e sociale. Anche se è lui stesso un giorno durante una conferenza stampa a Venezia alla presenza di Cendron e Laura Giotto (austroungarici e veneti fino al midollo nonchè presenze fisse e testimoni dell’ avventura veneziana) a dichiarare : “Lavorare significa dichiararsi alla vita” scatendando nei due ascoltatori l’apoteosi dei sensi. Come gli uccelli che preparano i movimenti migratori, anche Rocco programmava il suo. Lo sesso, intervistato da una TV pubblica locale di stampo leghista (unico neo della sua brillante carriera del pensiero politico: la tessera della Lega Nord) alla domanda in perfetto veneto dell' intervistatore lui rispondeva: “Non credo che siamo nati per restare sempre nello stesso posto o per fare sempre le stesse cose. L'uomo é nomade, non sedentario. Il cambiamento é la nostra costante (Natle 2011)”. Arriva a Milano e si paragona all’Araba Fenice che rinasce dalle sue stesse ceneri ma è un'esperienza sfortunata nonostante mesi prima conosce Walter La Gamma, Sergio Alagna, Marco Tata, Luca Di Marco e Lorenzo Colonna- Preti (quest’ultimo particolarmente inviso causa il trattino tra il doppio cognome; troppo, per uno che viene da Sommatino e che va di cognome Mela, come un semplice frutto). Il rapporto con Lorenzo è schietto. Non si registrano commenti particolari a riguardo e nemmeno lanci di agenzie sulla persona e sul rapporto. Rimane il dubbio su una frase di Mela alla fine della sua esperienza a Rombon su Colonna: “Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti” (gli storici faranno luce sul doppio senso della parola “gigante” in riferimento alla stazza del Colonna- Preti).Sicuramente è una figura importante per i suo periodo sia a livello professionale sia a livello personale. Lorenzo gli cucina gli spaghetti alla carbonara, lo invita a casa, non firma la lettera di sponsorizzazione in bianco, ma scommette su Rocco. Di contro Rocco ne rimane quasi affascinato della cultura di questo capo col pizzetto (ai tempi) che spiega citando e cazzìa spiegando, tanto da aver una sorta di complesso culturale. Infatti, gli amici della stretta cerchia rivelano alcune chicche:” Mela una volta disse di aver paura a parlare con Lorenzo perchè Lorenzo è capace di farti cambiare idea controvoglia. Non è che lo impone, è proprio che alla fine, partendo da posizioni opposte, lui ti fa credere che lui ha ragione e tu sei convinto di non avere torto”. In futuro ne sapremo di più sul loro rapporto, per adesso è tutto ciò che trapela dalle indiscrezioni. Dove vanno gli uccelli migratori quando il loro nido non è più al sicuro? Nei paesi nordici, ovviamente. E’ la volta della Francia. A fare il cassiere in una stazione di benzina. Alla domanda a bruciapelo di Zampieri: “ ma proprio il cassiere”? Lui risponde: “ Sì, si il cassiere. Che c’è di male?”. Come per dire “pecunia non olet “; Anche se più tardi lo stesso Vitanza consigliò a chi mettesse in dubbio il suo mestiere la massima di Jean Paul Sartre: “Lei non è un cameriere, lei fa il cameriere” . Il ritorno in Italia, l’amicizia con Adriano Galizia: l’Incontro. Il genio e la sregolatezza che si incontrano. Tanto intellettuale ed artista uno, tanto materialista e pragmantico l’altro. Galizia è il Maradona del Lingotto, per questo, i pourparler che si susseguono fannno pensare che tra i due il rispetto e la stima reciproca non svaniranno finchè c’è facebook e Maradona. La firma in bianco sulla sponsorizzazione di Sergio Alagna, l’amicizia con Walter La Gamma, uno che muove paccate di migliaia di euro al giorno, cosa che fa morire di invidia il Mela che per muovere gli stessi soldi di La Gamma, è costretto a contare le fiches dei ricchi inglesi. Fabio Caldarola offre il suo sostegno e il suo entusiasmo nell’ inserirlo nella fredda Torino. Di Fabio apprezza lo spirito di iniziativa e la voglia di non arrendersi mai. Lo stesso Mela rimprovera a Caldarola l’ eccessivo Odio per i Gobbi. Mela alla fine è un ecumenico e pacifista. Lui lo ha sempre detto, “Odio non ne coltivo, se non altro perché di tutti i vizi che mi vengono addebitati conservo senz’altro l’amor proprio, e l’odio mortifica l’amor proprio”. Ogni uccello alla fine emigra per interi continenti e alla fine trova sempre il suo nido ma passeranno lustri, ancora non è il suo momento e soprattutto non è il suo nido. Torino è un passaggio e infatti si arriva alla licenza di croupier e la decisione di partire per Londra, la “City” per antonomasia, per essere uno dei tanti e nell’anno delle Olimpiadi i londinesi nemmeno si accorgeranno del Mela ma forse a lui piacerà così, piacerà per questo. Nel corso di un question time al consiglio di facoltà del corso di laurea rispose all’interrogazione di uno studente che si vantava di avere più amici lui che Salvo Lima quando era assessore ai lavori pubblici “ relazioni sociali? sono completamente diventato un anglosassone su questo punto di vista.Non sono affatto latino. Poche persone conosciute, e piu' che altro si é avviata la nascita ontologica dell'amico settoriale. Sei amico a lavoro, non a casa, sei amico al bar ma non il sabato sera ecc ecc.”Solo Rocco può pagare 70 euro di colazione allo storico “Florian” di Piazza San Marco a Venezia con Michela Soldano. Solo lui.Col suo zaino in spalla, segno di bei ricordi, emozioni, imperativi morali, lui, come un uccello migratore spiccherà il volo, questa volta non si sa per quanto tempo. L’Italia è troppo stretta per lui, troppo provinciale, non si sono mai capiti con la sua terra d’origine. Mai: nè con la Sicilia, nè con l’Italia. Si sente soffocare. Il tempo lo ricongiungerà all’affetto e all’apprensione per lui troppo asfissiante dei parenti con i quali per tanto tempo ha avuto rivalità sdegnose che il tempo mostrerà buffe e sprecate. Rocco Mela, classe ‘’83 si conceda dall’ Italia scrivendo sulla sua pagina di facebook “adesso, a 28 anni, sono a Torino per apprendere il mestiere di croupier, con il sogno di trasferirmi in Inghilterra. Amo la diversità, le persone che non sono frutto del sistema, rimango affascinato da chi va avanti nonostante i problemi della vita. Questo sono io, avrei potuto fare qualcosa di piu', ma anche qualcosa di meno.Comunque, nessuno potrà accusarmi di essere un vigliacco” .L’ Inghilterra come sogno di riscatto, in cerca di quella gloria che in Rocco Vivens.Londra 1996, Eric Cantona, altro genio alla Maradona; pubblicità sui cartelloni: “Il ‘66 è stato un grande anno per il calcio. E’ nato Eric”. Il che, praticamente, doveva suonare come un vero oltraggio: nel 1966 l’Inghilterra ha vinto il suo primo ed unico titolo Mondiale. In realtà era un grandissimo omaggio ad Eric. Era il 15 maggio 1996, lo speaker della Camera dei Comuni esordì così: “Prima di cominciare, a nome dell’aula, vorrei dire che Eric Cantona è il più grande francese vivente”.Diranno così anche di Rocco Mela alla camera dei Comuni: “il più grande cittadino di sommatino vivente”. I Londinesi tra un paio di lustri lo raffigurerano nei cartelloni pubblicitari del Regno, col suo leggendario zaino per le strade del Regno Unito: “Il 2012 per Londra è stato un anno storico: Rocco Mela è stato qui!”.Quando accadrà, lui sicuramente sarà in qualche bar dell’ Andalusia a servire mojito ai turisti tedeschi, perchè l’uccello ha continuato a migrare e soprattutto perchè, certi uccelli, non sono fatti per stare in gabbia.

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