sabato 12 febbraio 2011

Un giorno con L'Elefantino e in mutande...ma vivo!



Foto scattata dalla giornalista di SKY.it in occasione della manifestazione "In mutande ma vivi" indetta al Teatro Del Verme di Milano da Giuliano Ferrara.
Sotto la foto sul sito è comparso la mia (molto strimizzita e sintetizzata) dichiarazione a favore della manifestazione.
http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Ftg24.sky.it%2Ftg24%2Fcronaca%2Fphotogallery%2F2011%2F02%2F12%2Fgiuliano_ferrara_silvio_berlusconi_in_mutande_ma_vivi_milano_popup.html%3Fp%3D13&h=e8e97

Nei commenti, qui sotto, sto per pubblicare gli interi interventi delle personalità intellettuali che hanno detto la loro.

18 commenti:

  1. cliccando sul titolo in alto in rosso "Un giorno con L'Elefantino in mutande ...ma vivo" si accede alla fotogallery dell'evento.

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  2. “In mutande, ma vivi”. Giuliano Ferrara, il vulcanico direttore del Foglio, ha organizzato per domattina alle 10 e 30 al Teatro dal Verme una manifestazione contro il “neopuritanesimo ipocrita”. Parteciperanno l’Elefantino, Alessandro Sallusti, Piero Ostellino, Antonio Martino, Pietrangelo Buttafuoco (“il nostro Saviano”), Camillo Langone, Iva Zanicchi e Assuntina Morresi. Una manifestazione speculare a quella del Palasharp: non ci saranno tredicenni a pontificare sulla moralità e neppure tromboni, promettono gli organizzatori. Tutti in mutande (metaforicamente) contro il progetto di scardinare il berlusconismo con ogni mezzo per mettere al suo posto un civismo minacciosamente illiberale.

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  3. La manifestazione inizia con il video del tredicenne che parla dal Palasharp e dalla platea si alza un mare di fischi. Ferrara presenta gli ospiti della kermesse: il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, Piero Ostellino, Camillo Langone e Iva Zanicchi. Poi l’Elefantino attacca subito, nel mirino finiscono i neo puritani Ezio Mauro e Umberto Eco. “Ieri sera sono andato a letto tardi – dice Ferrara facendo il verso a Eco -, e ho letto Kant. Ma probabilmente Eco non lo capisce, perché legge Eva Kant, la moglie di Diabolik”.

    Poi la parola passa a Piero Ostellino. “Stanno succedendo cose da pazzi”, attacca il giornalista. “Domani c’è una manifestazione in difesa dell’onore delle donne, ma parlano della donna al singolare. Non esiste, ci sono solo le donne al plurale. Ognuno ha la sua idea di felicità e la persegue come meglio crede. Il mio principio è proprio questo: ognuno di noi ha il diritto di perseguire l’ideale di felicità come crede. Senza arrecare danno agli altri. La pensava così anche Immanuel Kant…”.

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  4. Ostellino contro gli azionisti: “Vogliono redimerci dei nostri peccati. Esprimono dei giudizi di valore e li vogliono far passare per dei dati di fatto… Quando dico queste cose non lo faccio perché voglio essere invitato ad Arcore, lo faccio solo perché sono liberale. L’eticizzazione della politica, il modo di pensare della cultura azionista, è la divisione del Paese in buoni e cattivi. La negazione della realtà com’è, che ha una zona grigia. Una concezione elitaria, sacralizzazione delle elite, manifesta un senso della missione (redimerci) che assomiglia a quella di un prete… Parlano come un prete… Non spetta ai censori della repubblica giacobina quali sono gli interessi nobili. In una democrazia liberale è il processo politico che decide, con la conta dei voti”

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  5. “Mi spavento quando sento dire che ogni mezzo è lecito pur di cacciare Berlusconi. Io ho una concezione popperiana: la democrazia è l’unico sistema con cui si possono cacciare i governanti senza la violenza. Il governo può cadere, ma con le procedure stabilite dalla Costituzione. I tutori della nostra Costituzione – che io trovo pessima – vogliono cacciarlo con ogni mezzo… Ci vorrebbe un po’ di coerenza… Quando hanno sequestrato i gioielli a una ragazza che era andata ad Arcore, hanno esercitato una violenza personale, calpestando i diritti individuali. E potrebbe capitare a ciascuno di noi…”

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  6. Piero Ostellino conclude il suo discorso sopraffatto dagli applausi. Non è un propheta in patria, ma è come se fosse a casa sua. “Non sono qui per difendere il governo – dice rivolgendosi al pubblico -, ma per rivolgervi una domanda: e se tutto questo succedesse a voi?

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  7. Sallusti

    Il direttore del Giornale prende la parola tra gli applausi del pubblico: “Sono curioso di vedere come Giuliano Ferrara ci tirerà fuori da questo casino. Lui dice che siamo tutti in mutande, ma se ci tolgono anche quelle sono cazzi… Io ritengo di avere dato, perché il 23 dicembre sono andato nel santuario di Arcore per gli auguri… Ero orfano e vedevo da poco di Feltri e mi disse dimmi di cosa hai bisogno? E io gli dissi di una cosa; Giuliano Ferrara. Il presidente era terrorizzato. Berlusconi credo non abbia fatto nulla per non esaudire il mio desiderio e il caso ha voluto non solo che ci onorasse con la sua firma, ma anche che tornasse il Ferrara che ci aspettavamo da qualche anno…

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  8. “Iniziavo ad aver paura che gli intellettuali liberali cadessero nel tranello dei Santoro, Che si vergognassero di quello che stava succedendo. Invece mi sbgaliavo e siamo qui, fieri di esserci, siamo in mutande ma non ci vergognamo”.

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  9. Poi la parola passa a Iva Zanicchi: “Vi chiederete cosa c’entro io qui, con questi intellettuali e giornalisti… Sono stata ospite di Gad Lerner e ho deciso di rimanere alla trasmissione, nonostante Berlusconi mi avesse detto di andarmene, per difendere il presidente. Ma per la sinistra sono diventata una bandiera… perché ho disubbidito al Cavaliere! Ma io non sono la bandiera di nessuno, non sono mai stata comunista. Però di loro ho approfittato, devo ammetterlo, avrò cantato a 500 feste dell’Unità e mi ci sono conmprata una casa in Brianza…”. E poi una bordata al neofemminismo: “La manifestazione di domani? Le donne che domani vanno in piazza non si rendono conto di essere sfruttate. Io non ci vado, io mi sento più a mio agio qui con Giuliano Ferrara e con voi…”

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  10. Ferrara a chiosa dell’intervento di Iva Zanicchi: “Oggi Iva ha dato una lezione a Gustavo Zagrebelsky

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  11. Poi la parola passa a Camillo Langone, giornalista e scrittore: “Il re Salomone, sotto il quale trascorsero anni di pace, ebbe 1000 concubine. Aveva un grande propensione per la carne. E aveva sposato anche molte donne straniere. E non mi piace, perché sono xenofobo. Anche Berlusconi è andato con Ruby che è marocchina, ma dice di essere cattolica… almeno… Il padre di Salomone è il mitico Davide. Un santo. E’ anche nel calendario. Un giorno vide una bella donna che faceva il bagno nuda, la possiede, la mette incinta. Ma lei era sposata con un generale. Allora manda il militare allo sbaraglio facendo in modo che muoia. Bene questo è l’antico testamento: è il cristianesimo “.

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  12. Poi Langone legge un passo dell’Antico testamento, un lungo e articolato albero genealogico: “Io come cristiano non voglio sentire accuse sulla base di attività erotiche. Se Dio ha fatto nascere suo figlio da una catena di re porci, adulteri e omicidi una ragione c’è e devo rispettarla…”

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  13. Poi tocca a Ferrara, il pensiero va al 1994: “Berlusconi è fuori misura. Un imprenditore outsider e questo fa la differenza. Si è appassionato di edilizia, di tv e ha creato un grande mercato della pubblicità. Si è comprato i dei dell’Olimpo del capitalismo italiano perché era più bravo. Vince le elezioni e i magistrati d’assalto e politicizzati tre settimane dopo iniziano a lavorarselo: mafia, corruzione ecc ecc. E ci provano fino a oggi con varianti pittoresche e tragiche. Poteri forti e frammentati che vogliono farlo fuori. E poi il ribaltone. Tra lo schiaffeggiatore di donne scollate Oscar Luigi Scalfaro e Berlusconi, gli italiani scelgono lui”

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  14. Ferrara: “Al Palasharp hanno detto: Tutto per tutti. E’ un’idea totalitaria del diritto. E’ dispostismo etico, una clava da usare contro gli avversarsi. Lo stato siamo noi nella nostra differenza. Lo stato non è un totem, non è un idolo, non è tutto per tutti. Stati così ce n’erano: il Terzo Reich e la Germania comunista”
    Ferrara: ” Siamo tanti gruppi uniti dall’avversione verso un modo disgustoso di combattere il Cavaliere. Siamo a un passaggio molto delicato. “Abbattere Berlusconi con ogni mezzo”, questa è il loro obiettivo. Per loro il paese è rincretinito e gli italiani non sono degni di esercitare la loro sovranità. Vorrebbero mettersi tutti insieme da Vendola a Fini per mandare a casa il Cavaliere. Ma non ce la fanno. E allora chi può portare avanti questo progetto? La Procura della Repubblica di Milano”.
    “Quando io chiamo l’applauso contro la Procura di Milano e contro il suo golpe morale, lo faccio per sottolineare la profonda anomalia della situazione. La magistratura è piena di brava gente, ma anche piena di magistrati che voglio fare l’inquisizione. Spiare, pedinare, origliare… Voler incastrare qualcuno verso cui si ha un pregiudizio inquisitorio. Berlusconi fa una telefonata improvvida in Questura. Io gli voglio bene per questo, perché qualunque persona di potere avrebbe trovato 15 persone che avrebbero telefonato per lui. Invece ha telefonato di persona. Un errore che è stato utilizzato per una crociata”

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  16. “Ma che cosa stiamo facendo del diritto? Della libertà delle persone, della privacy, dei sacri diritti di una democrazia liberale? Persino Violante ha detto di frenare. Come ha detto Ostellino oggi capita a Berlusconi, ma domani può succedere a ciascuno di noi. Io a Buttafuoco dico sempre cose da ergastolo. Ci vuole senso della realtà e dell’ironia. Invece dopo Tangentopoli vogliono Puttanopoli”

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  17. Intervento di Pietrangelo Buttafuoco

    Io per istinto sto dalla parte della libertà… Per questo sono qui. Non sono liberale, vengo dalla parte opposta, ma sono qui per questo. Questa è una stupenda bestemmia. Capisco che in Italia c’è solo la necessità di mandare via Berlusconi, a tutti i costi. Lo facciamo mafioso? truffatore? Corruttore di minorenni?. Vogliono mubarakizzare il Cavaliere. Siamo qui a fare una battaglia epocale e nella trsmissione di punta di Mediaset, Zelig, in quella che è la cassaforte di Berlusconi fanno un appello per la manifestazione “Se non ora quando?”. Un cortocircuito fantastico. Questi stanno riportando l’Italia in una dimensione in cui non voglio tornare. Quella di dividere gli italiani in cittadini di serie a e b. Quelli che devono adeguarsi a un’etica superiore. Io credo sono nell’estetica. Per ora abbiamo le mutande, ma abbiamo fatto un passo avanti… Ma sono di chiffon…”

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  18. “Siamo qui per riconsacrare la città del Palasharp al sano liberalismo, contro la crociata puritana e giacobina. Questo è un modo indecente di pubblicare la decenza. Come reagire? Non va bene l’atto di indirizzo televisivo della maggioranza. Quella roba della Rai che dice delle cose che non stanno in piedi. Presidente io non voglio sindacare il suo modo di fare. Io sono qui anche per difendere lei e la nostra amicizia e la nostra collaborazione. Sono qui e su questo terreno delle libertà non mollerò mai. Ma lei ci ascolti, presidente. Non deve fare ai suoi avversari il favore di ridurre le sue giornate a quelle di un imputato. Lei deve fare il presidente del Consiglio, il capo dell’Italia, il leader di una maggioranza che l’ha votata per riportare l’economia in crescita e per tagliare le tasse. In più lei ha un’altra investitura: è un grande imprenditore, è un uomo molto ricco invece di andare dietro a questi suggerimenti sbiaditi, lei ha tre televisioni le usi in modo creativo. Ieri la sua televisione faceva propaganda a una trasmissione contro di lei. Le usi in modo creativo. La libertà di stampa è la libertà degli editori di essere in campo. Usate i vostri giornali, usate il vostro potenzial per dimostrare una cosa che è nei fatti: c’è tantissima gente giovane, gente libera, gente vogliosa di futuro, gente che vuole impegnarsi. Diamogli gli strumenti per fare 10, 100, 1000 giornali come il Foglio. Basta con queste cose ingessate, lui non è Breznev! Lo voglio nel dibattito tv, vogliamo il vero Berlusconi, quello del 94, il Berlusconi libertario! Grazie” conclude Ferrara mentre il teatro è in piedi.

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