domenica 24 ottobre 2010

Gli altri come stanno? La Resa dei Conti in Europa


Inghilterra
Lunedì scorso è comparsa una vignetta nel quotidiano satirico inglese che raffigurava il premier britannico David Cameron e un commento in alto con la scritta fuori campo " pare quasi che il premier abbia dichiarato guerra ai britannici"!
Cosa ha fatto di così terribile il giovane rampollo conservatore?
Basti pensare che in un solo giorno ha varato un programma di tagli alla spesa pubblica pari a 83 miliardi di sterline (120 miliardi di euro).
25% di tagli al budget di tutti i ministeri (con la sola eccezione della Difesa, Sanità, Scuola e Aiuti all'Estero ma in ogni caso ridimensionate).
Da qui al 2015 vi sarà un ridimensionamento del personale pubblico pari a 500 mila unità, riduzione agli aiuti per gli affitti, sussidi all'infanzia, per la disabilità.In questo rientra anche l'ordine alla Casa Reale di diminuire le spese del 14% entro i prossimi 3 anni.
Ciò che sorprende è la serietà e la determinazione con la quale il premier sta procedendo in questa battaglia.
Chiuderanno le basi militari britanniche all'estero (a cominciare da quella storica in Germania, aperta nel 1945), sarà posticipato l'ammodernamento degli armamenti a disposizione, a cominciare dei sottomarini nucleari della classe Trident e della dismissione dell'unica portaerei della flotta, la Ark Royal.
Si parla di 17 mila militari in meno e 25 mila civili in forza al ministero della difesa sacrificati. Molti analisti pensano che per i prossimi anni sarà dura imbarcarsi per delle missioni militari complicate e ad alti costi come quelle afghane.
Cosa si ottiene? il piano lacrime e sangue dovrebbe abbassare il deficit dall'attuale 11% al 2%. Mica male...!

SPAGNA
In qualche post addietro, in questo blog ci eravamo occupati delle difficoltà incontrate dal premier Zapatero alla prese con una crisi immobiliare senza precedenti. La situazione a meno di un anno è rimasta pressoché invariata anche se il premier ha effettuato una grande e coraggiosa azione di tagli alla spesa.
Il tasso di disoccupazione è ancora fermo al 20%(sic!), i sondaggi danno Zapatero sotto di 15 punti percentuali rispetto al suo rivale del partito popolare (tra poco ci saranno le elezioni catalane, un test indicativo e storico per il governo e le opposizioni).
Oltre a chiedere agli spagnoli di stringere le cinghia ha ridotto il numero di ministeri a 15. Ha tolto il famosissimo ministero dell'Uguaglianza (accorpato alla sanità)e sacrificato sull'altare dei tagli anche il ministero della Casa.

FRANCIA
La Francia è il paese che più sta vivendo la crisi nel suo aspetto drammatico con fiumi di scioperi generali delle scuole, trasporti pubblici, ore di guerriglia urbana, pompe di benzina vuote, autostrade bloccate, sindacati sul piede di guerra, il tutto contro la riforma che innalza l'età pensionabile.

Queste ovviamente non sono belle notizie, ma rendono maledettamente l'idea di come sia difficile governare in questo contesto di crisi.
Quelli che accusano Tremonti di attendismo o paralisi dovrebbero dare un'occhiata anche a ciò che succede fuori. IL ministro, può avere mille difetti ( e ce li ha, eccome) ma va dato il merito, riconosciuto oggettivamente dalla BCE e da gli organismi internazionali seri, di aver tenuto la barra dritta, di non cedere cioè alle pretese di questo o quel ministro, di congelare e bloccare la spesa pubblica e di fare tagli profondi ma necessari alla cultura, allo spettacolo, alle tredicesime del pubblico impiego. A questo si somma li controllo sempre più asfissiante sulle pensioni di invalidità, sul buono e corretto uso dei fondi europei per il Sud, di aver tirato le orecchie alla Calabria e alle regioni del sud con un deficit sanitario esplosivo ed ingiustificato.
Abbiamo visto cosa è successo in Grecia (vedi post in questo blog) costretta a vendere le banchine dei maggiori porti ai cinesi, le isole alle star di Hollywood e di svendere cioè i gioielli di famiglia per non cadere nel baratro.
Abbiamo visto i numerosi sacrifici che gli europei stanno facendo ma una cosa ci differenzia dagli altri: noi ogni lunedì mattina dobbiamo piazzare più di 100 miliardi di titoli pubblici all'asta in Borsa e se c'è qualche investitore straniero che non compre i nostri titoli del tesoro sprofonderemmo in una crisi economica di proporzioni mai viste.
Se ciò non accade, se gli investitori comprano ancora titoli italiani, questo vuol dire che ancora il nostro sistema tiene, è solido, il sistema creditizio è abbastanza serio, insomma i soldi che i nostri investitori ci chiedono vengono pagati regolamento ogni lunedì mattina a Piazza Affari.
Berlusconi però sembra aver perso quell'ottimismo e quella fiducia che infondeva sempre; sarà la distrazione della diatriba con Fini, fatto sta che per i prossimi due anni non si avranno elezioni, ovvero non ci saranno elezioni regionali che possano frenare qualche azione: era il momento giusto per mettere in pratica una nuova politica economica...appunto, era, non sappiamo se lo sarà un'altra volta.

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