domenica 30 maggio 2010

E adesso togliamo la foto dalle nostre bacheche, moralisti che non siamo altro. Lettera personale a Giovanni Falcone.

Caro Giovanni,
il Signore ma mostrato tutta la Sua compassione nei tuoi confronti perch
è ti ha ucciso fisicamente prima che gli altri lo avessero fatto moralmente.
Tutti adesso, me comopreso, utilizzano la tua foto come simbolo della lotta alla mafia.
Vedi la sorte quanto è cinica e bara!
Dovevi essere il simbolo della vittoria e del successo del bene contro il male e sei finito ad essere il simbolo della sconfitta, del fallimento personale.
Proprio così caro Giovanni, la tua colpa è stata quella di credere in una giustizia migliore, in un organizzazione efficiente e non autoreferenziale, in un CSM (Consiglio Superiore della magistratura, l'organo che governa di fatto i giudici ed i magistrati) non autonomo al punto da imbastire processi mediatici e ad effetto.
Lo credevi e te l' hanno fatta pagare cara.
Chi? I tuoi stessi colleghi, lo Stato che ti ha abbandonato, i tuoi molti falsi amici giudici della tua stessa ed amata corrente detta MAGISTRATURA DEMOCRATICA, corrente vicina all'area del PDS.
Loro non ti hanno eletto, anzi peggio; ti hanno bocciato, ripeto ti hanno bocciato perchè non eri adatto a fare il Procuratore della Repubblica di Palermo.
D'altronde anche tu lo dicevi ai tuoi pochissimi amici "prima mi insozzano e poi mi ammazzano".
Quando il clima a Palermo si era fatto pesantissimo e a te davano le carte per aprire inchieste sui venditori ambulanti, sugli occupatori dei marciapiedi, sulle bancarelle abusive, quando ti davano queste inchieste, anzi quando il procuratore Giammanco ti dava queste inchieste, tu giustamente ti sentisti umiliato e lasciasti Palermo e andasti a collaborare al Dipartimento Penitenziario del Ministero di Grazia e Giustizia che ai tempi era diretto dal ministro socialista Claudio Martelli.
Non l'avessi mai fatto, caro Giovanni, quello è stato il tuo colpo mortale.
L'area del PDS di MAGISTRATURA DEMOCRATICA non te lo perdonò: come osavi andare a collaborare con ministro socialista in piena campagna mediatica giudiziaria che iniziava ad imperversare, ed ai primi scricchiolii di Mani Pulite a Milano? Come hai osato Giovanni? Da lì sono iniziati i guai.
Tu ti mettesti a lavoro, in silenzio, e con l'aiuto di pochi, pochissimi mettesti giù un progetto per costituire quella che oggi si chiama PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA che allora tu la preferivi chiamare SUPERPROCURA.
Tecnicamente l'ha inventasti tu e a detta di tutti dovevi essere il legittimo SUPERPROCURATORE: ma non fu così caro Giovanni.
Per essere eletto, a te servivano i voti all'interno del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) e la tua corrente MAGISTRATURA DEMOCRATICA non ti appoggiò, ti votò contro e ti preferì l'allora Procuratore di Palmi Agostino Cordova.
Proprio così Giovanni, mi spiace dovertelo ricordare, è stato il colpo mortale per te: l'invidia dei colleghi era tale che ti avevano bocciato, per loro Cordova era più bravo e competente di te.
Erano talmente invidiosi del tuo lavoro ogni volta che andavi in televisione, dai giornali, nelle trasmissioni televisive, nei talk show chiamavano solo te perchè eri il più competente e il più bravo ma solo pochi giornalisti lo riconoscevano e ti davano luce e spazio (Santoro e Costanzo), gli altri ti piantavano i coltelli e bruciavano di gelosia.
Ti bocciarono come Superocuratore e dopo questa sconfitta, che si somma alla bocciatura della nomina alla Procura della Repubblica di Palermo furono due le umiliazioni, ma a questa non ci fu rimedio.
Poi ti venne l'infelice idea di andare a denunciare per falsa testimonianza e per calunnia un certo pentito di nome Pelleriti che andasti a trovare nel carcere di Bologna: lui aveva detto che Andreotti e Lima erano i mandanti dell'omicidio Mattarella.
Vedi tu caro Giovanni! adesso ci sono magistrati che credono e prendono per oro colato tutto quello che dice un certo Spatuzza!
Tu tornasti a Palermo, facesti le tue indagini e non trovasti nessun riscontro nella tua inchiesta e lo denunciasti.
Come ti era saltato in mente caro Giovanni?
Il PDS era talmente euforico perchè aveva Andreotti quasi incriminato e tu facesti saltare tutto in aria e denunciasti Pelleriti ma non perchè facevi un favore al partito, perchè tu non guardavi i partiti anche se simpatizzavi ed avevi le tue ideologie e le tue convinzioni come tutti.
Lì è stato l'errore, pensare che potessi mettere la politica fuori, indipendente.

Non te lo perdonarono, prima Leoluca Orlando (attuale Dipietrista) ti accusò di tenere nei cassetti i processi scottanti contro Andreotti, poi ti accusò di esserti automesso le bombe all'Addaura per creare attenzione e farti nominare Procuratore capo di Palermo.
Tornavi a Palermo e quasi quasi odiavi la tua città, ma amavi la tua gente, i povericristi che di queste cose non ne sapevano e non ne capivano e infatti confessavi in privato" la gente fa il tifo per noi".
In autostrada trovasti la morte, Riina&co ti ammazzarono fisicamente dopo che gli altri ti ammazzarono moralmente.
Il giorno dopo l'Unità (organo megafono di una certa sinistra titolò:"Questa volta ci sono riusciti, hanno ucciso Giovanni Falcone, eroe della lotta alla mafia", ma il giorno seguente sul Corriere della sera un giornalista scrisse:
"Ieri l'Unità ha definito Falcone eroe della lotta alla mafia, peccato però che quell'Eroe non era adatto a fare il Superprocuratore".
Povero Giovanni,
che destino! Odiato da vivo ed osannato da morto.
Se noi crediamo che la mafia sia ancora Riina e Provenzano, la mafia della coppola e del giuramento di sangue, la mafia del Padrino, allora pubblichiamo quello che vogliamo.
Se noi invece pensiamo che la mafia sia accettare una raccomandazione da persone discusse e poco affidabili per un posto di lavoro, dare la bustarella per ottenere un appalto, comprare droga dai pusher, se noi crediamo che la vera mafia sia questa, allora è bene di limitarci a seguire ciò che Falcone nei convegni diceva, piuttosto che sguazzare nel falso moralismo.
Quando una giornalista americana ti chiese: "mi parli della mafia più potente al mondo", tu le rispondesti: "mi spiace deluderla ma la mafia siciliana è solo la sesta per quantità di volume d'affari e influenza, armi e drogo, il fatto è cara signorina, che godiamo di troppa letteratura, di un'eccessiva attività promozionale che ci rende la più conosciuta in tutto il mondo".
Il premier Silvio Berlsuconi si permise di dire che non gli piacevano i film come la Piovra o libri come Gomorra perchè anche se belli ed importanti avrebbero portato e diffuso questo letteratura nel mondo". Apriti Cielo...!
Come diceva Sciascia ci sono troppi professionisti dell'antimafia in giro...

2 commenti:

  1. SCIACQUATI LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI FALCONE!

    MOCCIOSO SAPUTELLO

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  2. chiami gli altri populisti sei un ciglione...........

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