sabato 20 novembre 2010

Determinazione teutonica

Mezza Europa, compresa l'Italia, ce l'ha con la cancelliera Angela Merkel.
Quest'ultima è accusata di pretendere austerità, rigore e stabilità dei conti pubblici nei paesi della zona euro. A loro volta gli stati si difendono dicendo che la Germania, da sempre principale motore economico europeo e grande sostenitore dei conti in ordine, abbia approfittato della sua forza per imporre un euro debole per far respirare le proprie aziende numero uno al mondo per volumi e quantità di merce esportata.
Sarebbe così, anche noi dovremmo beneficiarne poichè siamo solo secondi dietro loro per quantità di esportazioni, eppure tra noi e loro la differenza è abissale.
Una delle paure della Germania è derivata dal fatto che una volta che gli stati entrano in crisi, secondo gli accordi strappati dall'Italia, Spagna, Portogalllo, Grecia, Irlanda e Francia all'Ecofin, dove si è creato un fondo europeo salva stati per sostenere gli stati in difficoltà, è il fondo che dovrebbe intervenire e il fondo è finanziato dagli stati in proporzione al valore del PIL prodotto..quindi più dalle altre dalla Germania! Perchè il contribuente tedesco dovrebbe pagare per errori e lassismo degli altri governi europei?
La verità è che con l'attuale crisi degli stati che nom sembra arrestarsi anzi viene alimentata dalla nuova crisi irlandese, i governi hanno lasciato andare un pò troppo i propri conti pubblici sforando il rapporto deficit/PIL.
Questo è vero e su questo la Merkel ha ragione perchè se davvero teniamo all'euro allora le finanze devono essere messe a posto per attirare la fiducia dei mercati.
Nel caso dell'Italia per esempio, la Merkel giustamente ci critica perchè in 18 anni, dalla firma del trattato di Maastricht, siamo partiti con un rapporto tra debito/PIL al 108% e siamo arrivati all'attuale 118% NONOSTANTE I 14 PUNTI DI PIL INCASSATI GRAZIE ALLE PRIVATIZZAZIONI di questi ultimi anni.

L'ENNESIMO MIRACOLO TEDESCO

Per meglio comprendere le ragioni della Merkel basta andare a guadare i sacrifici e gli sforzi sostenuti da questo paese negli ultimi anni.
La crisi del 2008 ha toccato la Germania come tutti gli Stati ma la verità che i tedeschi avevano già messo tanto fieno in cascina negli anni passati.
Basta solo pensare che appena nel 2004/05 la Germania ha accumulato 5 milioni di disoccupati perchè ha deciso di delocalizzare le industrie con un alto tasso di manodopera ad est o addirittura all'estero investendo però su un settore altamente tecnnologico e ad alta richiesta di personale specializzato.
La cosa in quel tempo sembrò una pazzia e infatti l'allora cancelliere Scroeder in netto vantaggio alle lezioni lasciò il paese in una sorta di pareggio politico/elettorale causato appunto dallo scontento di mezza Germania.
Adesso la Germania ha 3 milioni circa di disoccupati, secondo i dati disponibili, il numero più basso da 18 anni a questa parte.
Ecco perchè adesso i tedeschi, dall'alto della propria sicurezza, impartiscono lezione di austerità e rigore!

3 commenti:

  1. Sul bisogno di risanare i conti, di certo non si discute.
    Ciò però che mi suona del tutto stonata è l'allusione all'euro debole. Debole nei confronti di chi? Da quel che ne so, l'euro è rimasto forte nei confronti del dollaro anche durante la crisi; persino durante il crack della Greciaha perso solo pochissimi punti . L'Unione Europea ha abbandonato la politica monetaria, dando poteri ad una BCE che si rifiuta di "giocare" sul tasso di interesse, offerta di moneta e quindi tasso di cambio a differenza di quanto invece le altre potenze economiche (USA e Cina) stanno facendo.
    Ed in ogni caso, come sarebbe mai possibile che una stessa moneta renda più competitiva sul mercato mondiale la Germania e meno competitivi gli altri paesi?

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  2. Carissima,
    ti conosco solo da 27 anni ed ero sicuro che non mi avresti permesso di dire inesattezze come negli interminabili pomeriggi uggiosi a cercar di spiegarmi la matematica, infatti!
    Andiamo con ordine: a me risulta che il 19 di agosto, in pieno default della Grecia, l'euro fosse a 1,28 sul dollaro: dunque "debole" in confronto alla media di 1,40/1,45 con la quale viaggiava da più di un anno a quella parte.
    Diciamo allora che si è indebolito ma rimaneva sempre forte nei confronti del dollaro (il renmmbi è un altra storia perchè artificialmente deprezzato).
    L'Unione Europea, come dici tu, non ha abbandonato nessuna politica monetaria sol perchè non ce l'ha mai avuta!
    La politica monetaria è stata sempre condotta in completa autonomia e indipendenza (e meno male, direi) dai signori dell'Eurotower capitanati da Trichet, come perfettamente sai.
    Se fino adesso ha mantenuto i tassi nettamente più alti in confronto alla Federal Reserve è perchè le due realtà e filosofie sono diverse: l'america ha deciso di abbassare i tassi fino allo 0% ma si ritrova con un 'inflazione di gran lunga superiore rispetto alla nostra: Lucia, lo se uno stato si mette a stampare moneta il giorno dopo un Kg di pasta lo compri il 30/40% in più, no?
    Riguardo alla tua ultima domanda: pensiamo al sughero portoghese e allo yougurt greco.
    Entrambi prodotti di nicchia del sistema economico di due stati dalle economie fragili e un pò anche ritardate e non pronte per l'euro.
    Da quando i francesi e i cileni si sono messi in testa che i loro vini bianchi non avevano nessun bisogno di essere invecchiati e quindi non bisognosi di sughero, e da quando hanno ridotto drasticamente gli ordini dei tappi (grandissima specialità degli artigiani portoghesi), l'industria lusitana è precipitata.
    Non tutta la colpa è dell'euro, ma con una moneta più forte rispetto a quella che avevano prima, è difficile competere nei mercati di riferimento e non c'è vantaggio competitivo di Ricardo che tenga!
    Da quando la Grecia, specialista nelle diverse tipologie di yougurt (prova ne è il fatto che la famosa insalata greca che io adoro è fatta di formaggio e yougurt appunto),si è fatta letteralmente divorare dalla francese Danone, una multinazionale che abbassa i costi e ne mette sul mercato una quantità incredibile, le esportazioni che richiedevano una moneta debole sono anch'esse crollate.
    Gli Stati con una struttura economica più fragili sono i più esposti.
    Se la cavano sempre meglio le economie che, pur specializzandosi in settori di eccellenza, sanno mantenere un ampio ventaglio di produzione e diversificazione del prodotto (Germania docet, aveva 5 milioni di disoccupati nel 2003 in casa e la Siemens in Polonia...).
    La tua domanda è:"come sarebbe mai possibile che una stessa moneta renda più competitiva sul mercato mondiale la Germania e meno competitivi gli altri paesi?".
    La mia risposta è: pensa ai tappi di sughero degli artigiani portoghesi e allo yougurt dei maestri greci...

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  3. Caro Fabio, credo che stiamo a parlare di due cose differenti.
    Sappiamo bene che la competitività di un Paese (export) dipende da innumerevoli fattori, ma dato che tu l'hai inserita in un articolo in cui si parlava dei tassi di cambio, credevo che stessimo a parlare di come la manipolazione dei tassi di cambio (che avvenga in modo artificiale, vedi Cina, o attraverso cambi dell'offerta di moneta o dei tassi di interesse, vedi USA o Paesi emergenti) incida sulla capacità di un Paese di esportare. In tal caso, se la Germania fosse realmente stata capace di tenere un euro debole (se poi mi spiegate in che modo l'abbia potuto fare, ne sarei più che contenta!), in tal caso TUTTI ne avrebbero potuto beneficiare. E comunque, non credo che si possa parlare di moneta debole, quando si ha un tasso di cambio di 1.3 in media.
    L'esempio del sughero o dello yogurt è tutt'altra storia.

    Riguardo la politica monetaria europea. Il fatto è che l'unico obiettivo della BCE, o comunque il principale, è la stabilità: zero inflazione nell'area euro. Quindi l'Europa non usa la politica monetaria per ottenere dei cambiamenti nell'economia reale, cioè per influenzare investimenti, produzione, esportazioni. Ecco perchè dicevo nel mio primo commento che l'Europa ha abbandonato la politica monetaria. Dall'altro lato, la FED utilizza la politica monetaria come strumento per incidere sull'econoia reale. Infatti, per la seconda volta, in pocchissimo tempo, hanno deciso di buttare dentro nuova moneta. A differenza, però, di quanto ci si poteva aspettare ciò non ha assolutamente causato alcun incremento significativo dei prezzi. L'inflazione rimane contenuta, i tassi di interesse quasi a zero, ma di certo la loro moneta torna ad deprezzarsi...Dopotutto, la FED aveva provveduto già prima ad immetere una quantità enorme di denaro nel sistema e questo ti spiega come mai il nostro caro Euro fosse così forte!

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