giovedì 28 novembre 2013

Di Sana e Robusta Opposizione.

Caro Daniele, caro Nando, cara Alessandra, cara Adelina, caro Dino,

tempo fa, su questo blog, avevo sottolineato che nella nostra politica locale a mancare non fosse l'opposizione ma le posizioni che, di fatto, non esistevano.
Mi sbagliavo: per difetto. Nel senso che le posizioni ci sono, eccome, solo che sono sottaciute e non palesate. Sono quelle posizioni che vengono prese in sordina, eppure sono proprio quelle che caratterizzano la politica del nostro Paese.


Per domani è stato convocato il consiglio comunale. E questa è già una notizia. Non so nemmeno gli ordini del giorno che verranno discussi e votati. Mi soffermo sull’ inopportunità di sederci a quel consiglio domani sera. L' abbiamo fatto in passato, voi dite, e non è cambiato niente. Allora io ho un' altra idea. Domani noi al consiglio ci andiamo ma ci imbavaglieremo, ci metteremo un fazzoletto alla bocca in segno di protesta. Chiameremo i fotografi e invieremo tutto alle testate giornalistiche locali. E’ una provocazione, è uno strappo istituzionale, è una strategia della tensione che causa l' irrigidimento e la forzatura della normale dialettica politica? Tant’ è. Ne sono convinto e ne spiego brevemente le ragioni.


Ci sono parecchie richieste ancora in sospeso, parecchie interrogazioni ancora in attesa di essere evase, parecchie nostre interpellanze che devono ancora trovare il cestino giusto per essere ordinatamente messe da parte.


Da osservatore attento, ricordo che l'opposizione ha presentato tutte le interrogazioni che riguardano temi importanti che coinvolgono la cittadinanza:

- Che fine ha fatto la questione della cava? L' affitto di 90.000 euro che dobbiamo incassare dal commissario liquidatore della società?
- E’ sempre più palese che le "periferie" del paese sono sempre più abbandonate perchè non ci sono le risorse ma poi si ritrovano per confenzionare il Paese come un quartiere vetrina delle grandi occasioni: un giorno all'anno: e gli altri 364?
E’ sacrosanto avere un Paese accogliente per il rispetto verso chi ci porta introiti e indotto. Ma perchè dimenticare i residenti che tutto l’anno ci vivono?  
- C'è mezzo Paese che è completamente scollegato dal mondo. Pare possibile che, nonostante le segnalazioni, ci si limita a rispondere con due righe e poi si lascia cadere tutto in mano ai singoli cittadini alla prese con i propri gestori?


Lungi quindi dall'essere polemico gratutitamente, potrei annoverare altre segnalazioni ma non voglio annoiare il lettore, se i cittadini hanno curiosità, possono andare a spulciare il blog "primavera aluntina".


L’ amministrazione ha ragione a dire che spesso trova un muro quando ci si confronta ma bisogna dire che quel muro è frutto di contrapposizioni a volte davvero infantili. Perchè per esempio passare dalla politica dello scalino alla politica delle strisce pedonali a richiesta? Perchè invece di operare in perfetta solitudine, non si coinvolge l' opposizione per discutere un piano generale del traffico?
Perchè non investire seriamente sulla risorse umane e individuare delle figure che possono davvero dare una mano all' ufficio tecnico comunale per la redazione di progetti, aggiornamenti sui bandi, ricerche di contatti e consulenti sui fondi comunitari?
Perchè non si convincono gli operatori commerciali a creare un’ associazione, quella sì, unica utile, per coordinarsi, discutere e aiutare il comune nell'attività di promozione?


Ci sono proposte sepolte dentro un computer che riguardano la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili e delle strade comunali, l'ingresso nello statuto delle imprese private nei musei, una maggiore trasparenza dei siti on line del Comune, l'albo delle consulenze fermo a parecchi anni fa, le sedute consiliari con le web cam, il vecchio progetto della caserma dei carabinieri, tutte cose che suscitano l’interesse e la passione nei nostri cittadini.
A me spiace dirlo, ma il Paese, soprattutto sul versante dei giovani è davvero fermo, nessun progetto di lungo respiro, eppure se solo ci si impegnasse di più avremmo forse recuperato le vecchie frequenze dove andava in onda la famosa radio che tanto lustro diede ai gloriosi anni che furono!


L' opposizione deve scardinare il sistema, metterlo in discussione con occhio critico.
L'ho già detto e lo ripeto, serve competenza, conoscenza, se vogliamo distendere il rapporto con l' amministrazione si devono organizzare dibattiti, incontri, cicli settimanali di discussioni su tematiche economiche, sul nostro bilancio, sui mutui, sulle norme che cambiano, sul destino dei piccoli comuni che in silenzio vogliono far scomparire.


E’ inutile presentarci ogni mese al consiglio e alzare la mano. Capisco che è un segno di rispetto verso gli elettori, ma anche loro, che si diano una svegliata e facciano sentire la loro voce e il loro sostegno. Dopotutto siamo maggioranza cazzo, non dimentichiamolo!


Caro Daniele, caro Nando, cara Alessandra, cara Adelina, caro Dino, quando domani vi presentate alle votazioni, ricordatevi che ci sono 957 cittadini che vi stanno guardando.

Firmato Vitanza.

domenica 20 ottobre 2013

...Dove eravamo rimasti...(1).


Tempo fa parlando sia con persone che seguono da vicino le dinamiche della politica aluntina sia con semplici osservatori, era emersa la volontà e la curiosità di provare a costituire nel nostro paese un gruppo che potesse approfondire le questioni tecniche che riguardano l' aspetto della nostra macchina amministrativa.
Lasciando da parte il merito dell'attività dell'amministrazione e dei conflitti interni in seno alla maggioranza, l'idea era quella di concentrarsi invece su un modo alternativo di commentare e di seguire la politica.

UNA PREMESSA: Premetto che non sono tra quelli che critica l'operato fino adesso svolto dall'opposizione, anzi, ne sono un convinto ed entusiasta sostenitore, sia per il tempo che dedicano, sia per le quantità di lavoro pubblicato sul blog ufficiale sia per l' ascolto e la presenza sul territorio che garantisce, nonostante tutto (e nonostante la mia assenza).
Il problema però non è la presunta assenza di opposizione.
La parola "OPPOSIZIONE" significa "opporsi ad una posizione" (Op- posizione),  ma qui il problema è che non manca tanto "l'opposizione" ma quanto la "Posizione" contro la quale ci si deve opporre. Ma questi sono altri discorsi.

TEMPI DURI: Lo scenario che si presenta in questi tempi di spending review, di tagli, di manovre economiche lacrime e sangue,di Patti di Stabilità interni ai comuni è molto duro.
Alla luce di sempre più pressanti cambiamenti nell'attività di amministrare e di fare opposizione, alla luce delle sempre più competenze richieste per far funzionare l'apparato burocratico, la politica impone strumenti sempre affinati, conoscenze che, o per poco tempo a disposizione o per forma mentis, non si dispongono.

SFP: Contestualmente alla crisi dei piccoli comuni e della volontà della giunta regionale di accorparli o riorganizzarne le competenze, pensavo che sarebbe utile costituire a San Marco una "Scuola di Formazione Politica" (SFP).
Una scuola che abbia un tratto e un legame col passato rievocando e ripercorrendo la nostalgia di ciò che si faceva nelle vecchie sezioni di partito: un luogo di incontro, di discussione e sopratutto di approfondimento e di analisi.
Queste due ultime attività sono fondamentali per conoscere il sistema politico e le sue implicazioni dato che ormai sul fronte delle notizie siamo abbastanza coperti dalla quantità di informazione in real time fornita da testate on line come 980, GL PRESS ecc....ecc...
In poche parole: le notizie le abbiamo, il modo per discuterle no.
L' informazione, sopratutto quella nebroidea, si è sviluppata a tal punto che si ha ormai la conoscenza di tutto ciò che accade, ma l' aspetto che più contraddistingue e caratterizza una forza o gruppo politico è la capacità di andare a fondo del problema, di "leggerlo" con prospettive diverse. Un metodo alternativo, un metodo che non si limita a commentare la notizia o quello che accade ma che includa la capacità di analisi per orientarsi nelle scelte da prendere.
Se per esempio vediamo molti articoli sulla questione cava o sulla proposta di legge regionale per accorpare i Piccoli Comuni, non abbiamo le stesse notizie e gli strumenti per guardarli da vicino, sviscerarli e analizzare i fatti che li provocano.
Una scuola di formazione politica trasversale, che non abbia pregiudizi partitici, che includa chiunque a San Marco volesse capire gli strumenti per governare ed amministrare sembra la riposta più forte.
Una scuola dove a cadenza mensile o a seconda delle urgenze possa essere convocata per discutere su temi di grande rilevanza attuale.
Penso per esempio all'opportunità di organizzare un dibattito sulla questione cava, invitando il giornalista, il sindacalista e il rappresentante dell'azienda per capire meglio quali soluzioni e quali aspettative si nascondono dietro allo scenario ufficiale.

Un organo che possa brillare di luce propria senza personalismi ed elezioni interne dove ci si va a discutere e ad apprendere. Una scuola dove alla luce dei cambiamenti dei piccoli comuni si invita il rappresentate  nazionale ANCI per parlare insieme sugli sviluppi dei vari disegni di legge che ci riguardano.

Una scuola aperta, che non sia di "opposizione" nel vero senso della parola, cioè non si vuole criticare o analizzare pretestuosamente le cose per attaccare l' amministrazione in carica. Tutt'altro.
Se si parla del buco di bilancio dei vari comuni penso che il responsabile economico del nostro comune abbia tutto il piacere e l'interesse per discutere le azioni intraprese.
Non deve essere però una vetrina per spot elettorali o comizi: deve essere una riflessione.
Una scuola che possa avere contatti con i gruppi consiliari degli altri comuni limitrofi giusto per confrontarsi con le loro realtà.

Ho avuto in questo ultimo periodo il modo di approfondire la questione col professore di economia politica dell' Università di Messina, studioso di sviluppo locale, consulente dell'assessorato della regione siciliana, con giornalisti che si sono occupati delle questioni importanti.
Persone giovani e preparati che conoscono le tematiche che vogliamo affrontare e disponibili per la stesura di questo progetto.
Una scuola dove persone preparate e qualificate ci aiutano nella lettura della relazione del revisore dei conti, a tenere una lezione su come viene formato un bilancio comunale, sui vari capitoli di spesa, sul patto di stabilità così da voler dare un impronta cattedratica (sic!) alle nostre nozioni di politica economica.
Un Scuola che abbia un anima sociale, di impegno e di denuncia contro il racket e le mafie che sono temi molto sensibili e oggetti di studio.

Una scuola che abbia l'impostazione sui macro temi generali (non parliamo certo di come richiedere ed ottenere strisce pedonali davanti casa).

- Relazione di bilancio
- Vertenze economico sociali
- Tassazione piccoli comuni
- Sviluppo Turistico
- Studi sul territorio
- Corsi di public speaking


Credo che sia davvero un'opportunità non solo per noi ma anche per tutti coloro che si impegnano per il Paese, per il turismo, per i giovani che si accingono alla politica e che non devono essere chiamati l'ultima notte per chiudere le liste ettorali ma che gradualmente si costruiscono una opinione e una conoscenza.
I membri dell'associazionismo aluntino vario, la Consulta, la società civile in primis e tutti coloro che possono già vedere dove reperire gli strumenti per diventare gli amministratori di domani.
Perché è pur vero che a volte si è obbligati a sbagliare, ma ogni tanto parlare di tematiche serie fa arricchire culturalmente un paese chiedendosi sul loro perchè.

(1) "Dove eravamo rimasti" è la frase che utilizzò EnzoTortora quando, venerdì 20 febbraio 1987, ricompare in tv dopo il suo calvario giudiziario e apre la nuova edizione di Portobello con la stessa frase che disse Luigi Einaudi quando riprese a collaborare al "Corriere della sera" dopo il fascismo: "Heri dicebamus". Dove eravamo rimasti.

lunedì 11 febbraio 2013

BENEDICT PREDICTION...MARZO 2012







UNA SERATA AGLI OSCAR...!

 
Oscar col Candidato al Senato Lorenzo Colonna Preti
I due durante un breve colloquio

Good luck!

La foto di rito

Io non so se questa storia andrà avanti. Sono certo però che gli sforzi, l'organizzazione, i sacrifici di chi si sveglia al mattino, il porta a porta, il volantinaggio, le sere tarde, le spese non rimborsate, lo staff, le liti, gli attacchi, i sorrisi, e poi ancora la rete da creare a livello nazionale, e i facts checkIng sugli argomenti ancora prima di renderli noti, le tabelle, la scientificità dei dati, l'oggettività delle argomentazioni, la controfirma sulla fattibilità del programma da parte dei più stimati economisti italiani all'estero, l'incoraggiamento di Giavazzi e Franco De Benedetti. E' proprio bello quando non ci si limita ad urlare e basta ma a sforzarsi di capire e studiare il programma dettagliato. Non so se questa storia andrà avanti, di sicuro è che attaccano e se attaccano hanno paura e se hanno paura ci temono e se ci temono ci rafforzano e se ci rafforzano aumentano le possibilità e se aumentano le possibilità di scardinare il sistema, siamo lì e se siamo lì si guarda non dove andremo ma da dove siamo partiti: una giornata di agosto con un lancio facebookiano seguito da un messaggio: "è impossibile". Poi si pensò: proprio pensando all'impossibile si fece il possibile. E si partì...

domenica 13 gennaio 2013

DIET COKE CULTURE? NO GRAZIE!

Diffidiamo dei sondaggisti che intervistano cittadini inferiori a 24 anni, quelli più lontani e più distaccati dalla politica. Diffidiamo dalle più frequenti tecniche di manipolazione metodologiche e comunicative caratterizzati dai più madornali errori di previsione registrati nelle stime di voto.
FID è un movimento di idee, di programma. Metteremo al centro del dibattito le questioni economiche, quelle che interessano tutti noi comuni cittadini, il libro più letto (la busta paga), il servizio più scadente. Con appena il 2% in meno di interessi sul debito decongestioniamo il traffico della Lombardia, aiutiamo gli asili nido, informatizziamo gli uffici che rilasciano i certificati, azzeriamo le addizionali regionali. Per far cassa non abbiamo bisogno di operazioni di creatività finanziaria della provincia o dei comuni o della regione che portano inevitabilmente a fenomeni di corruzione come le concessioni autostradali, delle quote di società aeroportuali compartecipate, o dello smaltimento dei rifiuti tossici in Lombardia. Perché semplicemente la visione di FID è lo "small government".
Siamo disponibili alla rimodulazione della spesa, con tagli ove necessario, ma ci si guadagna in termini di entrate e costo della vita. E' un win to win game: dobbiamo solo credere nella volontà di esecuzione di Giannino e dei suoi candidati che esprimono la competenza nella materia che trattano e il non professionismo della politica "politichese". Merito e competenza. La famosa "comprereste un'auto usata da quest'uomo?" (would you buy a used car from this man?), può essere utilizzata contro i rappresentanti che da anni siedono sugli scranni del senato regionale. I vari Berlusconi, Maroni, il PD e la patrimoniale, e se non è patrimoniale è la tassa sui supericchi di Vendola copiata da Hollande). E che dire delle loro liste di uomini che alla fine sono sempre quelli delle porte girevoli della politica? Come possono essere più credibili e addirittura premiati col voto? Un voto di rottura è un voto di protesta democratico, sano, limpido: "voto perchè credo nelle loro competenze", voto non contro qualcuno ma per qualcosa e nel nostro caso quel qualcosa è la meritocrazia e la competenza.
Le persone dietro a questo progetto di Lorenzo Colonna-Preti candidato per FARE al Senato della... fanno proprio il pensiero della DIET COKE CULTURE (la cultura della Coca Cola light): Un vizio italiano quello di pretendere di avere un welfare generoso e le tasse basse. Come riporta anche qui il corriere, siamo arrivati allo sfinimento. E' tipico di quelle persone che vogliono il lavoro sotto casa e senza rischio, quelli che non investono nelle loro stesse competenze e non credono nelle loro stesse capacità. Come quelli che vogliono la Coca Cola light: "vogliono il dolce ma senza lo zucchero, vogliono consumare ma non risparmiare, esigono servizi pubblici ma senza pagare tasse, lo stesso meccanismo ‘light’ della bibita che ha da essere dolce ma senza calorie (Nathan Gardels, Huffington Post)".
E' impossibile! Quindi amici, sforziamoci nel dare l'appoggio, crediamoci per una volta, facciamo la nostra figura, per noi e per LORENZO COLONNA PRETI candidato per FARE al SENATO DELLA REPUBBLICA.

http://www.corriere.it/economia/13_gennaio_12/Bilancio-dello-Stato-analisi-Taino_95a779a6-5cfd-11e2-bd70-6c313080309b.shtml

domenica 6 gennaio 2013

A domanda, si risponde: Bravi! E il dibattito si accende!

Aggiungi didascalia
Prendete un' analista politico e delegato della UE in El Salvador,dei membri del gruppo appassionati e delusi dalla politica, semplici cittadini, lo staff di un candidato, le positive provocazioni, adesso miscelate il tutto e vedrete venire fuori un interessante dibattito all'interno del gruppo per il candidato LORENZO COLONNA - PRETI e di FID sul profilo facebook e sulla pagina a lui dedicata.

L'occasione la dà lo stesso Lorenzo in risposta ad un intervento sul redditometro e al post dei membri dello staff che lui approva e rilancia.

Ecco lo stralcio dell'intervento e l'endorsement di uno dei tanti follower del candidato

"Colgo l'occasione per dire la mia ed entrare ufficialmente nella mischia per FID e Lorenzo Colonna candidato per FARE al Senato della Repubblica. 
Vedi Stefano Gatto, come tu ben sai, la storia si ripete sempre per analogia mai per identità perfette. Quando ti spingi a mettere le mani nelle tasche dei cittadini oltre il limite non devi mai sottovalutare la reazione del popolo. Per scrupolo chiedere a Giorgio III e Luigi XVI: proprio a causa delle tasse, uno perse la colonia più ricca e l'altro la testa! (Cit. Antonio Martino).
Questa premessa per dirti che no, FID non vuole nè scimmiottare nè pretendere di ergersi a costola del Tea Party americano e per due sostanziali differenze.
FID non è nata in una delle segherie della Virginia ad opera di persone con camicia botton down, non parla di operazioni quali "restoring honor" e cose profondamente nazionalpopolari che rasentano il patriottismo tipico della destra religiosa Diopatriaefamiglia.
Quello è un movimento radicale e antistatatlista. FID è un movimento liberista e liberalmercatista (nell’accezione pro mercato).
Tuttavia FID ha il coraggio di rompere questi schemi peculiari italici e dice, parafrasando Kennedy: non ci chiediamo cosa lo stato può fare per noi ma non vogliamo nemmeno che ci venga chiesto cosa possiamo fare noi per lo stato (restando fermi tutti i doveri civili e civici che ricadono in quanto cittadini): questa è la vera novità.
Caro Stefano, tutti siamo liberisti quando il governo prende ma subito diventiamo statalisti quando invece il governo dà. Eh no, squarciamo l’ipocrisia: lo stato interviene per correggere le storture del sistema e creare le condizioni per competere in modo sano e proficuo, punto.
Noi ci illudiamo che ancora possiamo avere tutto: stato sociale from the cradle to the grave e bassa tassazione: ma dove? Svegliamoci, il tempo delle illuminate ricette economiche del tassa e spendi è finito. FID sa solo che bisogna scegliere e su questa scelta chiede l’appoggio, niente di più e niente di meno.
Come lo fa e su quale base? I programmi ormai si possono visionare dappertutto, le logiche elettorali e i sondaggi che non ne azzeccano mai una, ormai ci tartassano su schemi e proiezioni. Ma FID non si trascina nella logica elettorale fino a se stessa, vuole semplicemente gridare e urlare le proprie idee senza prendere in giro il cittadino con discorsi mielosi.
Ma pensiamo davvero che parlando con facili discorsi e accattivanti demagogie si possono guadagnare dei voti di cittadini rincretiniti? Certo che no, è invece sulle proprie responsabilità e sul concetto individuale che va condotta la battaglia.
Oggi, in tempi di esperti,di tecnici, di tecno finanza, di geofinanza, di imprenditori in politica con le proprie fondazioni, think tank, dei sondaggi a piacimento e in tutte le salse, dei teleprompter che rendono tutto così perfettamente artificiale e asettico, per scuotere le coscienze non si sa più che cosa sia necessario.
Cosa nello specifico? Le responsabilità individuali, quelle sì inalienabili e insiti su di noi e sui nostri doveri di uomini che al mattino si alzano e fanno il loro dovere senza chiedere niente allo stato.
E’ da qui che Lorenzo e FID devono partire e fare proprio il concetto di “fallimento”, inteso sia come distruzione creatrice di shumpeteriana memoria, sia di paradigma americano. 
Ricordo ancora il mio stupore quando quel tale nel pub della California si lamentava del suo nuovo genero che “in vita sua non aveva mai fallito”. Fallimento inteso come pro attività, come dinamismo, come rischio, come impresa, come cadere, ricreare e non essere dunque passivo di fronte all’ impresa.

Ecco qualche idea che si coniuga perfettamente con quello che voglio dire e con la responsabilità individuale. Ecco qualche idea anche provocatoria per entrare più nel dettaglio del mio sostegno a Lorenzo.
Credete che sia del tutto fuori luogo delegare a Lorenzo di proporre anche in Italia l’ introduzione dell’istituto giuridico del "recall": il diritto di mettere in discussione il mandato di un eletto. La norma, già vigente in California e in molti stati americani riconduce proprio alla responsabilità individuali, a quelle ci dobbiamo inchiodare e su quelle chiediamo il voto e su quelle ci si deve misurare.

Passando invece alle tematiche economiche, niente di quello che è stato già detto e scritto soprattutto da fior fiori di economisti alla stesura del programma per FID potrei aggiungere.
Io personalmente batto sempre per affamare la bestia del debito pubblico intervenendo sul patrimonio pubblico, sulle dismissioni di immoli pubblici che tute le stime danno sul valore massimo di 400 miliardi di euro.
Pensate che effetto avrebbe se collocassimo, tramite una società da quotare in borsa, recuperando anche 100 miliardi per la botta secca della riduzione del debito pubblico. Partiamo, giusto per un esempio, dal nostro locale per spostarci al nazionale/globale. Pensate agli immobili dismessi situati nelle vie Bainsizza e Monte Santo a Varese (cito due località che ho preso leggendo le news di qualche tempo fa, mi scuso se non vi è corrispondenza con la realtà attuale). Pensate al valore che può creare una cartolarizzazione pilotata di queste proporzioni e poi calcoliamola su scala nazionale. Oltre a ridare valore al patrimonio dismesso, si può trarre un plus che in mano ai Comuni, gli immobili non avrebbero.

Da queste proposte, anche provocatorie, anzi volutamente provocatorio mi spingo a chiedere a Lorenzo un impegno: di farsi promotore di un’ iniziativa parlamentare per promuovere la revisione dei fattori che determinano il PIL di una nazione che includa, nel computo dei fattori che determinano il valore, anche la qualità della vita, della sicurezza, dell’inquinamento, della felicità (indice sviluppo umano) e del valore del no profit e del volontariato (una persona dal forte impegno cattolico come Lorenzo sa benissimo, essendo attivissimo nel no profit, quanto importanza assumerebbe in un paese come l’Italia il calcolo di questi fattori).
Partiamo dalla constatazione che probabilmente “il PIL ufficiale dell’Italia è sottostimato . Non solo a causa del “sommerso” (vera disgrazia aggiungo, ndf) ma anche a causa della particolare struttura proprietaria delle imprese italiane che, essendo prevalentemente familiari,a differenza delle grandi società europee quotate in borsa, non consolidano nei loro bilanci tutta la ricchezza effettivamente prodotta e posseduta all’estero” (Giulio Tremonti, Rischi Fatali, Mondadori, 2005).
Ripeto, sono delle idee provocatorie (mica tanto perché in Francia si era creata una vera commissione per studiare questi fattori) ma lo spirito da percorrere è questo, quello di osare e di agitare il dibattito.

Ho buttato lì qualche idea sperando di rendere chiaro la mia ragione di sostegno a Lorenzo, alla sua persona perché i cittadini di questi tempi non si fidano delle parole, si fidano delle persone e della competenza. Ecco che secondo me la carta migliore che Lorenzo ha è Lorenzo stesso perché se vuole vincere deve puntare sulle sue competenze, sul curriculum che dice già tutto. Solida, lunga e variegata esperienza all’ estero, mettersi in gioco più volte, in contesti e situazioni diverse e difficili, lingue, tutto ciò che si chiede ai giovani di oggi se vogliono costruirsi un futuro dignitoso. Non dite voi stesi ai vostri figli di andare all’estero, imparare delle lingue, studiare materie scientifiche, di non accontentarsi del lavoro sotto casa, possibilmente con poche responsabilità e senza grattacapi per la testa?
Una persona come Lorenzo e come altri nella sua stessa situazione meritano la massima attenzione. Persone che hanno fatto queste esperienze, sono lontani dalle logiche del politichese e della politica di palazzo e dei suoi meccanismi.
(Io mi riferisco a lui perché conosco lui giusto per ribadire il lettore che non sono nè un biografo né un agiografo all’ occasione).
Allo stesso tempo, anche lui deve comunicare se ha fatto in passato parte di movimenti politici, se ha lavorato in precedenza per enti governativi e ministeri. Non perché gli elettori vogliono ficcanasare nel suo excursus vitae ma proprio per garantire quel minimo di trasparenza che si richiede a chi ambisce a rappresentare una carica pubblica nel rispetto dei suoi elettori.

Chiudo dicendo a Stefano che proprio dalle piccole cose partono i cambiamenti, i rinnovamenti, e mi ricollego a ciò con il quale ho iniziato questo post, i Giambattista Vico e i suoi cicli storici che si ripetono!
Terminiamo con la memoria di una giornata di inverno a Boston dove le colonie si ribellavano al grido di “no taxation without representation”.
Ai tempi migliaia di cittadini si rivoltavano contro un governo che li tassava ma che non li rappresentava. Attenzione signori, oggi, a distanza di secoli, siamo nella stessa situazione: abbiamo un governo che tassa senza rappresentarci! Quando si parlava appunto dei corsi e ricorsi storici, delle analogie e delle identità perfette, delle similitudini e delle ripetizioni ….e così via. Così. Via.

Lorenzo Colonna-Preti candidato per FARE al Senato della Repubblica

FERMIAMO IL DECLINO

Un Manifesto per le IDEE e per il FARE, l 'economia, la competenza. Questo è l'incipit della campagna elettorale con la quale il candidato al Senato Lorenzo Colonna Preti ha dato il via ufficiale alla corsa.

ISSUES
Attenzione ai temi economici, ma anche sulle micro tematiche del calcolo del volontariato ai fini del PIL nazionale, proposte sulle dismissioni del patrimonio pubblico per la riduzione del debito, cultura del proattivismo di fronte al fallimento, rischio, responsabilità individuale, l'accento sulle competenze, paragoni storici e analogie col presente.
Tutti ingredienti che hanno fatto da contorno all'azione capillare e territoriale dello stesso candidato che al mattino del Sabato era ai gazebo per la raccolta firme e per diffondere e far conoscere questo nuovo movimento antitasse e liberista ideato e promosso dal vulcanico e famoso giornalista/economista Oscar Giannino.

CAMPAIGN STAFF 
Lo staff della campagna elettorale, composto da persone di ogni fascia d'età sta mettendo a punto una serie di azioni tese a far circolare delle idee concrete sui vari issues. Il gruppo facebook Lorenzo Colonna Preti candidato per FARE al Senato della Repubblica vanta già numerosissimi aderenti (molti gli amici che appoggiano l'iniziativa anche se non possono esprimere la preferenza a causa della diversa residenza).
"E' presto per tracciare una proiezione ma i primi feedback sono positivi in termini di partecipazione e risposte sui punti affrontati" spiega Rocco Mela, il Campaign Communications Director. 29 anni, Laurea in Scienze Politiche, qualifica di giornalista pubblicista, giovane costretto a lasciare l' Italia per lavorare in Francia e Inghilterra ma che adesso è tornato rimettendosi in gioco dando una mano a Lorenzo. "Come sottolineato anche dallo stesso Lorenzo" continua, "la difficoltà principale sta nell'avvicinare i giovani e far conoscere FID perchè nonostante lo stupore iniziale, una volta mostrato le idee, la reazione è molto positiva. Diciamo che la pochissima, quasi nulla, esposizione mediatica di cui (non) gode FID non aiuta a penetrare negli ambienti giovanili che storicamente non vengono raggiunti dalle news sulla politica causa disinteresse, pigrizia o semplicemente delusione".

Quale sarà la vostra tabella di marcia? 
"Abbiamo una serie di iniziative: dalla pubblicazione di un Manifesto delle IDEE creato grazie al contributo degli iscritti, alla campagna "100 idee in 100 ore" che porterà alla stesura di quanto viene fuori dai brainstorming e dai briefing quotidiani del candidato. La presentazione ufficiale della candidatura e della lista Venerdì a Milano, presenza costante sul web e sui social network ma anche sul territorio,  sul porta a porta come fatto sabato mattina a Varese dallo stesso candidato, sono tutte azioni in cima alla priority list per una maggiore visibilità a lui e a FID. Si proseguirà con qualche intervista a dei blogger che hanno espresso il loro interesse e idee, idee e idee, anche provocatorie ma idee, perché come amiamo ripetere: il declino non si ferma con le parole".

Cosa rispondete a chi vi accusa di essere catastrofisti, dei "declinisti" cronici appunto?
La sua domanda è un invito a nozze perchè nella azioni che menzionavo prima avevo dimenticato quella più importante: la redazione di un elenco che evoca tutti i primati in campo economico e sociale che un paese come il nostro può ancora fregiarsi, le posizioni di nicchia conquistate dalla nostre piccole e medie imprese, la vera spina dorsale della nostra economia, il ruolo dei vari distretti industriali, la speciale classifica redatta da Eurostat che annovera ben 9 delle nostre regioni nello speciale ranking delle 40 regioni europee più ricche, classifica che gli sfascisti francotedeschi non ci fanno mai vedere, è lì a dimostrarlo.

Siamo sicuri che sia davvero così? 
Prendiamo il curriculum di Lorenzo e facciamolo "parlare". Secondo voi è uno che si è messo a recitare la parte della Cassandra tipica dei veri sfascisti e di quelle persone che per decenni sedevano in parlamento dicendo che tutto sommato le tasse erano bellissime o si è speso rimboccandosi le maniche dalla Spagna, al Libano, passando per Israele  Lorenzo, come anche FID, lancia l'allarme, ma non lo fa con le parole, lo fa con i fatti dell' impegno attivo.
Da Newton in poi, le mele non cadono in salita, cadono in discesa: ciò che viviamo adesso è colpa di chi c'era nel 2011, nel 2008, nel 2006 e così via. Così: Via!



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