domenica 20 ottobre 2013

...Dove eravamo rimasti...(1).


Tempo fa parlando sia con persone che seguono da vicino le dinamiche della politica aluntina sia con semplici osservatori, era emersa la volontà e la curiosità di provare a costituire nel nostro paese un gruppo che potesse approfondire le questioni tecniche che riguardano l' aspetto della nostra macchina amministrativa.
Lasciando da parte il merito dell'attività dell'amministrazione e dei conflitti interni in seno alla maggioranza, l'idea era quella di concentrarsi invece su un modo alternativo di commentare e di seguire la politica.

UNA PREMESSA: Premetto che non sono tra quelli che critica l'operato fino adesso svolto dall'opposizione, anzi, ne sono un convinto ed entusiasta sostenitore, sia per il tempo che dedicano, sia per le quantità di lavoro pubblicato sul blog ufficiale sia per l' ascolto e la presenza sul territorio che garantisce, nonostante tutto (e nonostante la mia assenza).
Il problema però non è la presunta assenza di opposizione.
La parola "OPPOSIZIONE" significa "opporsi ad una posizione" (Op- posizione),  ma qui il problema è che non manca tanto "l'opposizione" ma quanto la "Posizione" contro la quale ci si deve opporre. Ma questi sono altri discorsi.

TEMPI DURI: Lo scenario che si presenta in questi tempi di spending review, di tagli, di manovre economiche lacrime e sangue,di Patti di Stabilità interni ai comuni è molto duro.
Alla luce di sempre più pressanti cambiamenti nell'attività di amministrare e di fare opposizione, alla luce delle sempre più competenze richieste per far funzionare l'apparato burocratico, la politica impone strumenti sempre affinati, conoscenze che, o per poco tempo a disposizione o per forma mentis, non si dispongono.

SFP: Contestualmente alla crisi dei piccoli comuni e della volontà della giunta regionale di accorparli o riorganizzarne le competenze, pensavo che sarebbe utile costituire a San Marco una "Scuola di Formazione Politica" (SFP).
Una scuola che abbia un tratto e un legame col passato rievocando e ripercorrendo la nostalgia di ciò che si faceva nelle vecchie sezioni di partito: un luogo di incontro, di discussione e sopratutto di approfondimento e di analisi.
Queste due ultime attività sono fondamentali per conoscere il sistema politico e le sue implicazioni dato che ormai sul fronte delle notizie siamo abbastanza coperti dalla quantità di informazione in real time fornita da testate on line come 980, GL PRESS ecc....ecc...
In poche parole: le notizie le abbiamo, il modo per discuterle no.
L' informazione, sopratutto quella nebroidea, si è sviluppata a tal punto che si ha ormai la conoscenza di tutto ciò che accade, ma l' aspetto che più contraddistingue e caratterizza una forza o gruppo politico è la capacità di andare a fondo del problema, di "leggerlo" con prospettive diverse. Un metodo alternativo, un metodo che non si limita a commentare la notizia o quello che accade ma che includa la capacità di analisi per orientarsi nelle scelte da prendere.
Se per esempio vediamo molti articoli sulla questione cava o sulla proposta di legge regionale per accorpare i Piccoli Comuni, non abbiamo le stesse notizie e gli strumenti per guardarli da vicino, sviscerarli e analizzare i fatti che li provocano.
Una scuola di formazione politica trasversale, che non abbia pregiudizi partitici, che includa chiunque a San Marco volesse capire gli strumenti per governare ed amministrare sembra la riposta più forte.
Una scuola dove a cadenza mensile o a seconda delle urgenze possa essere convocata per discutere su temi di grande rilevanza attuale.
Penso per esempio all'opportunità di organizzare un dibattito sulla questione cava, invitando il giornalista, il sindacalista e il rappresentante dell'azienda per capire meglio quali soluzioni e quali aspettative si nascondono dietro allo scenario ufficiale.

Un organo che possa brillare di luce propria senza personalismi ed elezioni interne dove ci si va a discutere e ad apprendere. Una scuola dove alla luce dei cambiamenti dei piccoli comuni si invita il rappresentate  nazionale ANCI per parlare insieme sugli sviluppi dei vari disegni di legge che ci riguardano.

Una scuola aperta, che non sia di "opposizione" nel vero senso della parola, cioè non si vuole criticare o analizzare pretestuosamente le cose per attaccare l' amministrazione in carica. Tutt'altro.
Se si parla del buco di bilancio dei vari comuni penso che il responsabile economico del nostro comune abbia tutto il piacere e l'interesse per discutere le azioni intraprese.
Non deve essere però una vetrina per spot elettorali o comizi: deve essere una riflessione.
Una scuola che possa avere contatti con i gruppi consiliari degli altri comuni limitrofi giusto per confrontarsi con le loro realtà.

Ho avuto in questo ultimo periodo il modo di approfondire la questione col professore di economia politica dell' Università di Messina, studioso di sviluppo locale, consulente dell'assessorato della regione siciliana, con giornalisti che si sono occupati delle questioni importanti.
Persone giovani e preparati che conoscono le tematiche che vogliamo affrontare e disponibili per la stesura di questo progetto.
Una scuola dove persone preparate e qualificate ci aiutano nella lettura della relazione del revisore dei conti, a tenere una lezione su come viene formato un bilancio comunale, sui vari capitoli di spesa, sul patto di stabilità così da voler dare un impronta cattedratica (sic!) alle nostre nozioni di politica economica.
Un Scuola che abbia un anima sociale, di impegno e di denuncia contro il racket e le mafie che sono temi molto sensibili e oggetti di studio.

Una scuola che abbia l'impostazione sui macro temi generali (non parliamo certo di come richiedere ed ottenere strisce pedonali davanti casa).

- Relazione di bilancio
- Vertenze economico sociali
- Tassazione piccoli comuni
- Sviluppo Turistico
- Studi sul territorio
- Corsi di public speaking


Credo che sia davvero un'opportunità non solo per noi ma anche per tutti coloro che si impegnano per il Paese, per il turismo, per i giovani che si accingono alla politica e che non devono essere chiamati l'ultima notte per chiudere le liste ettorali ma che gradualmente si costruiscono una opinione e una conoscenza.
I membri dell'associazionismo aluntino vario, la Consulta, la società civile in primis e tutti coloro che possono già vedere dove reperire gli strumenti per diventare gli amministratori di domani.
Perché è pur vero che a volte si è obbligati a sbagliare, ma ogni tanto parlare di tematiche serie fa arricchire culturalmente un paese chiedendosi sul loro perchè.

(1) "Dove eravamo rimasti" è la frase che utilizzò EnzoTortora quando, venerdì 20 febbraio 1987, ricompare in tv dopo il suo calvario giudiziario e apre la nuova edizione di Portobello con la stessa frase che disse Luigi Einaudi quando riprese a collaborare al "Corriere della sera" dopo il fascismo: "Heri dicebamus". Dove eravamo rimasti.

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