sabato 13 febbraio 2010

L'uomo più liquido d' Italia...


Francesco Gaetano Caltagirone all'apparenza suona come un nome ereditato da una vecchia classe nobiliare siciliana, e invece dietro a questo nome e a quello della famiglia oltre a esserci un pezzo d'Italia economica e finanziaria, vi sono anche solide e innegabili radice romane.
Per l'esattezza lui e la famiglia rappresentano 1/7 di tutta l'economia italiana essendo il settimo uomo più ricco d'Italia.
E' stato sempre famoso, è stato anche molto discusso nel corso degli anni a causa o grazie ai suoi interessi, ai suoi affari, alla sua contiguità con la classe politica romana e non solo.
E' come se la politica cercasse Caltagirone e non che lui cercasse la politica, soprattutto quella romana, ovvio.

IL RAPPORTO CON LA POLITICA

La politica è entrata in casa Caltagirone di soppiatto, grazie al matrimonio della figlia Azzurra con nientepopodimenoche Pierferdinando Casini e subito il suocero è stato generoso col genero (sic!) Casini.
Nella sola campagna elettorale del 2008, il Gruppo Caltagirone ha finanziato il partito dell' UDC con finanziamenti pari a due milioni di euro.

RAPPORTO CON ROMA

Nell'ultima campagna elettorale per le comunali di Roma, che vedeva sfidanti Rutelli ed Alemanno, il Calta (come lo chiamano negli ambienti che contano) non ha avuto dubbi su chi sostenere, perchè, lui disse, Roma aveva bisogno di discontinuità: vinse.
E' uno strenuo difensore della città di Roma e della romanità in quanto punto centrale della vita economica del paese.
Recentemente ha ritenuto "inconcepibile che una città di tre milioni di abitanti quale appunto l'Urbe, non abbia una propria banca costringendo gli imprenditori romani a prendere il volo Roma/Milano per poter parlare con gli alti dirigenti delle banche più importanti che hanno appunto sede a Milano."
Lui sostiene che Roma sia stata derubata e spogliata in questi ultimi lustri delle sedi deiprincipali centri di affari e operativi.
Prima la Telecom, la vecchia IMI, la Banca di Roma appunto, la Banca dell' Agricoltura, tutti enti importantissimi che hanno spostato il proprio quartier generale al Nord.

IL RAPPORTO CON LA POLITICA

La politica è entrata in casa Caltagirone di soppiatto, grazie al matrimonio della figlia Azzurra con nientepopodimenoche Pierferdinando Casini e subito il suocero è stato generoso col genero Casini.
Nella sola campagna elettorale del 2008, il Gruppo Caltagirone ha finanziato il partito dell' UDC con finanziamenti pari a due milioni di euro.

IL RAPPORTO CON IL POTERE FINANZIARIO

Il portafoglio del gruppo è composto da 5 società quotate in borsa operanti nei settori dell'editoria, delle grandi opere e dell'edilizia, del cemento, e del settore finanziario ed immobiliare.
Il Calta possiede: il Messaggero, il Mattino, il Gazzettino, Leggo (quotifiano che si distribuisce quasi gratutitamente tutte le mattine all'intenro delle metropolitane di Roma e Milano) e sta trattando l'acquisizione el Gazzetta del mezzogiorno.
L'investimento più importante è rappresentato dal controllo di ACEA, l'azienda idrica più importante d'Italia e infatti subito i maligni lo accostavano a quelli che volevano a tutti i costi e si privatizzasse l' Acquedotto Pugliese (il più grande d'Europa, per inciso) anche se lui ha sempre smentito categoricamente queste notizie.
Inoltre possiede l'8% del Monte dei Paschi, banca che vuole subito trasformare in una succursale romana con la nuova apertura di filiali nella capitale, possiede il 13% di Grandi Stazioni, il 23% di Acqua Campania e il 2% di Generali, il colosso assicurativo italiano.

All'inizio nel titolo si parlava di liquidità... perchè secondo gli analisti finanziari la liquidità del Gruppo Caltagirone ovvero la capacità aziendale di far fronte in ogni momento alla richiesta di rimborso delle passività in essere, e di far fronte immediatamente a determinate spese, ammonta a circa 3 miliardi di euro risultando così l'uomo più liquido d'Italia!
Dunque signori! Il connubio tra politica (Casini) e finanza (Caltagirone) può ancora una volta giocare un ruolo decisivo per il futuro della politica italiana.

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