domenica 6 gennaio 2013

A domanda, si risponde: Bravi! E il dibattito si accende!

Aggiungi didascalia
Prendete un' analista politico e delegato della UE in El Salvador,dei membri del gruppo appassionati e delusi dalla politica, semplici cittadini, lo staff di un candidato, le positive provocazioni, adesso miscelate il tutto e vedrete venire fuori un interessante dibattito all'interno del gruppo per il candidato LORENZO COLONNA - PRETI e di FID sul profilo facebook e sulla pagina a lui dedicata.

L'occasione la dà lo stesso Lorenzo in risposta ad un intervento sul redditometro e al post dei membri dello staff che lui approva e rilancia.

Ecco lo stralcio dell'intervento e l'endorsement di uno dei tanti follower del candidato

"Colgo l'occasione per dire la mia ed entrare ufficialmente nella mischia per FID e Lorenzo Colonna candidato per FARE al Senato della Repubblica. 
Vedi Stefano Gatto, come tu ben sai, la storia si ripete sempre per analogia mai per identità perfette. Quando ti spingi a mettere le mani nelle tasche dei cittadini oltre il limite non devi mai sottovalutare la reazione del popolo. Per scrupolo chiedere a Giorgio III e Luigi XVI: proprio a causa delle tasse, uno perse la colonia più ricca e l'altro la testa! (Cit. Antonio Martino).
Questa premessa per dirti che no, FID non vuole nè scimmiottare nè pretendere di ergersi a costola del Tea Party americano e per due sostanziali differenze.
FID non è nata in una delle segherie della Virginia ad opera di persone con camicia botton down, non parla di operazioni quali "restoring honor" e cose profondamente nazionalpopolari che rasentano il patriottismo tipico della destra religiosa Diopatriaefamiglia.
Quello è un movimento radicale e antistatatlista. FID è un movimento liberista e liberalmercatista (nell’accezione pro mercato).
Tuttavia FID ha il coraggio di rompere questi schemi peculiari italici e dice, parafrasando Kennedy: non ci chiediamo cosa lo stato può fare per noi ma non vogliamo nemmeno che ci venga chiesto cosa possiamo fare noi per lo stato (restando fermi tutti i doveri civili e civici che ricadono in quanto cittadini): questa è la vera novità.
Caro Stefano, tutti siamo liberisti quando il governo prende ma subito diventiamo statalisti quando invece il governo dà. Eh no, squarciamo l’ipocrisia: lo stato interviene per correggere le storture del sistema e creare le condizioni per competere in modo sano e proficuo, punto.
Noi ci illudiamo che ancora possiamo avere tutto: stato sociale from the cradle to the grave e bassa tassazione: ma dove? Svegliamoci, il tempo delle illuminate ricette economiche del tassa e spendi è finito. FID sa solo che bisogna scegliere e su questa scelta chiede l’appoggio, niente di più e niente di meno.
Come lo fa e su quale base? I programmi ormai si possono visionare dappertutto, le logiche elettorali e i sondaggi che non ne azzeccano mai una, ormai ci tartassano su schemi e proiezioni. Ma FID non si trascina nella logica elettorale fino a se stessa, vuole semplicemente gridare e urlare le proprie idee senza prendere in giro il cittadino con discorsi mielosi.
Ma pensiamo davvero che parlando con facili discorsi e accattivanti demagogie si possono guadagnare dei voti di cittadini rincretiniti? Certo che no, è invece sulle proprie responsabilità e sul concetto individuale che va condotta la battaglia.
Oggi, in tempi di esperti,di tecnici, di tecno finanza, di geofinanza, di imprenditori in politica con le proprie fondazioni, think tank, dei sondaggi a piacimento e in tutte le salse, dei teleprompter che rendono tutto così perfettamente artificiale e asettico, per scuotere le coscienze non si sa più che cosa sia necessario.
Cosa nello specifico? Le responsabilità individuali, quelle sì inalienabili e insiti su di noi e sui nostri doveri di uomini che al mattino si alzano e fanno il loro dovere senza chiedere niente allo stato.
E’ da qui che Lorenzo e FID devono partire e fare proprio il concetto di “fallimento”, inteso sia come distruzione creatrice di shumpeteriana memoria, sia di paradigma americano. 
Ricordo ancora il mio stupore quando quel tale nel pub della California si lamentava del suo nuovo genero che “in vita sua non aveva mai fallito”. Fallimento inteso come pro attività, come dinamismo, come rischio, come impresa, come cadere, ricreare e non essere dunque passivo di fronte all’ impresa.

Ecco qualche idea che si coniuga perfettamente con quello che voglio dire e con la responsabilità individuale. Ecco qualche idea anche provocatoria per entrare più nel dettaglio del mio sostegno a Lorenzo.
Credete che sia del tutto fuori luogo delegare a Lorenzo di proporre anche in Italia l’ introduzione dell’istituto giuridico del "recall": il diritto di mettere in discussione il mandato di un eletto. La norma, già vigente in California e in molti stati americani riconduce proprio alla responsabilità individuali, a quelle ci dobbiamo inchiodare e su quelle chiediamo il voto e su quelle ci si deve misurare.

Passando invece alle tematiche economiche, niente di quello che è stato già detto e scritto soprattutto da fior fiori di economisti alla stesura del programma per FID potrei aggiungere.
Io personalmente batto sempre per affamare la bestia del debito pubblico intervenendo sul patrimonio pubblico, sulle dismissioni di immoli pubblici che tute le stime danno sul valore massimo di 400 miliardi di euro.
Pensate che effetto avrebbe se collocassimo, tramite una società da quotare in borsa, recuperando anche 100 miliardi per la botta secca della riduzione del debito pubblico. Partiamo, giusto per un esempio, dal nostro locale per spostarci al nazionale/globale. Pensate agli immobili dismessi situati nelle vie Bainsizza e Monte Santo a Varese (cito due località che ho preso leggendo le news di qualche tempo fa, mi scuso se non vi è corrispondenza con la realtà attuale). Pensate al valore che può creare una cartolarizzazione pilotata di queste proporzioni e poi calcoliamola su scala nazionale. Oltre a ridare valore al patrimonio dismesso, si può trarre un plus che in mano ai Comuni, gli immobili non avrebbero.

Da queste proposte, anche provocatorie, anzi volutamente provocatorio mi spingo a chiedere a Lorenzo un impegno: di farsi promotore di un’ iniziativa parlamentare per promuovere la revisione dei fattori che determinano il PIL di una nazione che includa, nel computo dei fattori che determinano il valore, anche la qualità della vita, della sicurezza, dell’inquinamento, della felicità (indice sviluppo umano) e del valore del no profit e del volontariato (una persona dal forte impegno cattolico come Lorenzo sa benissimo, essendo attivissimo nel no profit, quanto importanza assumerebbe in un paese come l’Italia il calcolo di questi fattori).
Partiamo dalla constatazione che probabilmente “il PIL ufficiale dell’Italia è sottostimato . Non solo a causa del “sommerso” (vera disgrazia aggiungo, ndf) ma anche a causa della particolare struttura proprietaria delle imprese italiane che, essendo prevalentemente familiari,a differenza delle grandi società europee quotate in borsa, non consolidano nei loro bilanci tutta la ricchezza effettivamente prodotta e posseduta all’estero” (Giulio Tremonti, Rischi Fatali, Mondadori, 2005).
Ripeto, sono delle idee provocatorie (mica tanto perché in Francia si era creata una vera commissione per studiare questi fattori) ma lo spirito da percorrere è questo, quello di osare e di agitare il dibattito.

Ho buttato lì qualche idea sperando di rendere chiaro la mia ragione di sostegno a Lorenzo, alla sua persona perché i cittadini di questi tempi non si fidano delle parole, si fidano delle persone e della competenza. Ecco che secondo me la carta migliore che Lorenzo ha è Lorenzo stesso perché se vuole vincere deve puntare sulle sue competenze, sul curriculum che dice già tutto. Solida, lunga e variegata esperienza all’ estero, mettersi in gioco più volte, in contesti e situazioni diverse e difficili, lingue, tutto ciò che si chiede ai giovani di oggi se vogliono costruirsi un futuro dignitoso. Non dite voi stesi ai vostri figli di andare all’estero, imparare delle lingue, studiare materie scientifiche, di non accontentarsi del lavoro sotto casa, possibilmente con poche responsabilità e senza grattacapi per la testa?
Una persona come Lorenzo e come altri nella sua stessa situazione meritano la massima attenzione. Persone che hanno fatto queste esperienze, sono lontani dalle logiche del politichese e della politica di palazzo e dei suoi meccanismi.
(Io mi riferisco a lui perché conosco lui giusto per ribadire il lettore che non sono nè un biografo né un agiografo all’ occasione).
Allo stesso tempo, anche lui deve comunicare se ha fatto in passato parte di movimenti politici, se ha lavorato in precedenza per enti governativi e ministeri. Non perché gli elettori vogliono ficcanasare nel suo excursus vitae ma proprio per garantire quel minimo di trasparenza che si richiede a chi ambisce a rappresentare una carica pubblica nel rispetto dei suoi elettori.

Chiudo dicendo a Stefano che proprio dalle piccole cose partono i cambiamenti, i rinnovamenti, e mi ricollego a ciò con il quale ho iniziato questo post, i Giambattista Vico e i suoi cicli storici che si ripetono!
Terminiamo con la memoria di una giornata di inverno a Boston dove le colonie si ribellavano al grido di “no taxation without representation”.
Ai tempi migliaia di cittadini si rivoltavano contro un governo che li tassava ma che non li rappresentava. Attenzione signori, oggi, a distanza di secoli, siamo nella stessa situazione: abbiamo un governo che tassa senza rappresentarci! Quando si parlava appunto dei corsi e ricorsi storici, delle analogie e delle identità perfette, delle similitudini e delle ripetizioni ….e così via. Così. Via.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi