sabato 13 marzo 2010

Il pianto Greco


L' onda anomala che ha travolto le economie di mezzo mondo si chiama mutuo subprime che, partita dagli USA, ha scatenato una reazione su tutta la finanza mondiale e le economie dei Paesi.
Uno dei Paesi europei che più sta soffrendo dai postumi della grande crisi è la Grecia.
La Grecia fa parte dei così detti paesi PIGS che in inglese significa "maiali" ma in realtà è l'acronimo di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna.
Inizialmente gli economisti avevano incluso l'Italia al posto dell'Irlanda, ma alla fine hanno convenuto che la situazione irlandese fosse più a rischio.
Per capire la gravità della situazione, basti pensare che la manovra finanziaria straordinaria approvata dal governo greco una settimana fa comprende il congelamento degli stipendi pubblici (consideriamo che 1 greco su 5 è un dipendente pubblico), e delle pensioni, tagli di un terzo alle tredicesime, quattordicesime, aumento di due punti dell'IVA, aumenti sulla benzina e sulle sigarette.
Così si sono scatenate le varie proteste dei sindacati pubblici e privati che hanno paralizzato per giorni la Grecia.
La cosa che più sorprende è che già da un pò il governo, desideroso di far cassa, sta vendendo i gioielli di famiglia.
Il porto del Pireo è il primo nell' europa e il terzo nel mondo per quantità di passeggeri, nonchè il più grande del mediterraneo come trasporto di container.
Già lo scorso novembre 3 grandi banchine sono state cedute per 35 anni ad una società cinese insieme a tutto il movimento merci pe 7,6 miliardi di dollari.
Questo significa che i mercati, in primis quello greco, saranno inondati di materiale a basso costo cinese mettendo in crisi l'artigianato locale, la spina dorsale di un paese come quello ellenico.
In parole povere: sono i cinesi a stabilire cosa può sbarcare in Grecia e cosa no.
Il settimanale tedesco Bild va giù pesante perchè ha messo nelle copertine un' immagine della Grecia col Portenone e con la scritta: "vendetecelo!"
Non c' è molto da scherzare perchè oltre il porto del Pireo anche alcune isole degli arcipelaghi sono state vendute a società inglesi, all'attore Tom Hanks, a Madonna.
Già cresce la mobilitazione per salvare la reputazione della Patria tra gli artisti famosi di origini greche. Oltre alla moglie di Tom Hanks, una famosa cantante greca ha detto che devolverà lo stipendio di europarlamentare per la creazione di un fondo per disoccupati.
Il presidente della camera ha lanciato un appello ai 7 milioni di residenti greci all' estero per aggiungersi a questo fondo (tra le quali Jennifer Aniston perchè il padre è cretese nonchè fondatore della compagnia aerea Easyjet).
Molti hanno criticato l'azione del governo perchè pensano che invece doveva agire contro le spese militari visto che la Grecia, nella logica nazionalista di contrasto verso la Turchia, spende mezzo miliardo di euro all'anno in armamenti, cacciabomardieri e sommergibili.
Alcuni pensano che l'aumento dell'IVA di due punti sarà un fallimento data l'alta percentuale di evasione che c' è in Grecia (un dottore o un avvocato non dichiarano più di 10 mila euro all'anno!)
Dal punto di vista delle finanze pubbliche la situazione non è rosea: il deficit che i Greci truccavano non era al 6% ma al 13% del PIL nazionale.
Le banche tedesche sono quelle che concedevano più crediti allo Stato ellenico, quasi 43,4 miliardi di euro e adesso gli stessi tedeschi sono quelli che insieme ai francesi dovranno decidere se salvare la Grecia o lasciarla fallire.
Fallire però sarebbe un duro colpo per tutta l'immagine dell'Europa e della zona euro.
In altri tempi la procedura da fare era una svalutazione della moneta per guadagnare competitività nei mercati, ma oggi nell' euro non si può dunque Sarkozy e la Merkel stanno discutendo sul da farsi.
Un' altra alternativa paventata è quella di uscire dalla moneta unica, ma questo nei trattati comunitari monetari non è previsto.
A volte ci accorgiamo di stare un pò meglio degli altri prendendo atto della situazione nella quale versano gli altri paesi. L' Italia, sì, attraversa una fase molto difficile e i tempi sono duri.
Spiace per la Grecia e speriamo che per tutti finisca questo eterno periodo di vacche magre...

Fonti: Internet, Stefano Cingolani, Il Foglio, Repubblica, il sole24ore

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